Parrucchieri ed estetiste: forte protesta contro il Decreto Conte

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Forte protesta del settore riguardante il Benessere, discriminato dal nuovo Decreto Conte relativo alla Fase Due, motivata e portata avanti dagli aderenti a Confartigianato.

Attenzione rivolta ad altri settori – “Non accettiamo – afferma Rossano Trobbiani, Presidente Regionale Confartigianato Acconciatori – che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una dilazione incomprensibile per la ripresa nostre attività.  Ci si spieghino i motivi per cui se vengono rispettate tutte le norme di sicurezza ed igienico-sanitarie il parrucchiere e l’estetista non possono lavorare, mentre un esercizio commerciale al dettaglio, che presuppone contatti ravvicinati tra persone, ha facoltà di aprire. Vogliamo sapere quali criteri sono stati utilizzati per stabilire le date di riapertura delle attività: al 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? No, non ci stiamo”.

Nostre proposte non considerate – “Abbiamo elaborato e presentato con impegno e senso di responsabilità – continua Rosetta Buldorini, Presidente regionale Estetiste Confartigianato – tempestive proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità. Tuttavia non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Se il Governo ritiene che il protocollo igienico-sanitario da noi presentato necessiti di essere riformulato, che ce lo comunichi. Ma non si può lasciare inconsiderato un settore che partecipa in maniera massiccia all’economia italiana, e che ha un ruolo preponderante nel garantire il benessere della popolazione”.

Controsenso inaccettabile – “Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo – aggiunge Daniele Zucchini, Vice Presidente Acconciatori -. In un autobus che fa mobilità pubblica urbana ci sono 16 persone in 40 mq.  Nei nostri saloni anche con un rapporto uno a uno e con precauzioni igienico-sanitarie a dir poco stringenti ci è impedito di lavorare. Ci sembra un controsenso inaccettabile”.

Danno economico miliardario – “Confartigianato – dichiara Eleonora D’Angelantonio, Responsabile Benessere di Confartigianato – ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi nei mesi di marzo, aprile e maggio causerà alle imprese di acconciatura e di estetica una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo. Sarà molto difficile evitare ripercussioni sull’occupazione dato che i mancati ricavi mettono a rischio il lavoro di 49mila addetti del settore. Chiediamo quindi al Governo una rapida riapertura delle attività, maggiore liquidità con modalità di erogazioni semplici e immediate, spostamento dei versamenti fiscali, aumento delle settimane di ammortizzatori sociali, erogazione a fondo perduto ristori dei fatturati calati. E’ la sequenza degli interventi decisivi per consentire la ripresa delle micro e piccole imprese.Rinnoviamo inoltre con forza ai Sindaci, alle Prefetture ed a tutte le Forze dell’ordine la richiesta di misure più stringenti di vigilanza e di deterrenza nei confronti degli irregolari, protagonisti di un fenomeno ora quanto mai intollerabile per le imprese che scelgono di seguire le regole”.

28 aprile 2020

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