Roberto Cherubini: a Macerata incarichi solo alle associazioni vicine al potere

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I cittadini hanno questa volta la possibilità di scegliere liberamente due modelli di amministrazione comunale: il modello partecipato e della condivisione delle scelte ed il modello apicale fatto di riaffermazione del potere. Sono entrambi legittimi e rispondono a ciò che le persone desiderano da un’ amministrazione.

Il modello che io applico nella mia vita è quello della decisione condivisa, del fare insieme, denominato oggi con un inglesismo che non amo “co-governance”.

È un modello che se applicato diventa il maggiore avversario dell’ invasamento da potere, purtroppo frequente nel nostro Paese. È un modello che prevede per esempio come primo passaggio il Bilancio Partecipato, bocciato dall’amministrazione uscente, che rappresenta la condivisione delle scelte coi cittadini (di una parte del bilancio).

Stiamo facendo incontri con le associazioni che ormai da 20 anni chiedono la compartecipazione alle scelte e ci troviamo a ogni campagna elettorale le promesse dei soliti (centro sinistra e centro destra) che poi, appena eletti, ignorano le decisioni condivise perché scalfiscono il loro potere. Non condanno la politica per questo, perché la politica siamo tutti noi, con le nostre scelte e le nostre partecipazioni alla vita di comunità.

Occorrerebbe preferire persone che non scelgono la politica come lavoro, ma come servizio, non perché chi la sceglie come lavoro è meno intelligente, ma perché mirando meramente al consenso perde di vista le decisioni condivise e punta l’attenzione solo sulla ricerca di consensi.

Le associazioni hanno una responsabilità importante in queste dinamiche distorte, perché sono spesso slegate tra loro e a volte lontane dalla condivisione degli obbiettivi. Spaccarle ed imperare è molto facile per la politica ed è una pratica diffusa, anche a Macerata.

Le associazioni che per vicinanza politica a chi governa ricevono incarichi, troppo spesso non notano che ci sono associazioni eccezionali che non ricevono incarichi solo perché non filo-governative. L’esempio recente del Chiosco del Sasso d’ Italia, il cui acquisto è stato da noi votato, è l’esempio più chiaro. Sono un uomo di associazionismo e vivo dentro varie associazioni. L’invito all’assegnazione temporanea di quel luogo non è stato fatto a tutti come richiederebbe una “co-governance”, ma solo ad alcuni, i soliti.

Con tutta probabilità sono associazioni encomiabili ed attive, ma non è così che io penso ad una città che decida insieme. Un’amministrazione che abbia la partecipazione come obbiettivo dovrebbe mandare una comunicazione a tutte le associazioni perché queste possano partecipare all’assegnazione temporanea.

Se invece ne chiami solo alcune e sempre le stesse non puoi evitare che le persone pensino che sia l’ennesimo “taglio del nastro elettorale”…che segue il Matt inaugurato ma che partirà tra vari mesi, che segue vari altri nastri molto simili a quello di Valleverde di qualche anno fa: una “politica che inaugura ma non costruisce insieme”.

Ma, ripeto, le responsabilità dei politici sono sempre minime perché sono le persone che dovrebbero scegliere per il bene comune piuttosto che per il vantaggio personale.

Roberto Cherubini, candidato Sindaco a Macerata per le elezioni 2020

3 agosto 2020

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