Camerino vuole tornare a essere un polo tessile di eccellenza come nei secoli passati

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Tavolo di lavoro, a Camerino, per la realizzazione del progetto che vede al centro l’attivazione di un nuovo corso di formazione nel settore tessile, con la collaborazione dell’Istituto professionale Gilberto Ercoli e di docenti e collaboratori dell’Università di Camerino.

Fortemente sostenuto dal sindaco Sandro Sborgia, proprio ieri si è tenuto il primo incontro al quale hanno partecipato la vice sindaco Lucia Jajani, la professoressa Emanuela Di Stefano, storica dell’economia e delle società appenniniche e collaboratrice Unicam, il dirigente scolastico Claudio Falistocco, gli ingegneri e docenti prof. Mariano Marzola, prof. Paolo Marchetti, prof. Paolo Gentili. Ha affermato il Sindaco Sborgia: “L’obiettivo è passare dall’aspetto formativo a quello operativo, quindi dal laboratorio al creare dei posti di lavoro attraverso professionalità specializzate nel settore tessile. Così si riavvierebbe quella che per Camerino è stata un’attività che nella sua storia ha rappresentato una delle principali eccellenze. Da tanti studi, infatti, si può risalire a come la città fosse punto di riferimento nel settore tessile: all’Archivio di Stato della sezione di Camerino e nei maggiori Archivi italiani si può approfondire l’importanza di questa che può rappresentare una nuova possibilità. Come sempre detto è fondamentale guardare al futuro e creare nuove possibilità, anche ripartendo dalla nostra storia e dalle nostre peculiarità. Un ringraziamento a tutte le parti interessate per il lavoro che stanno portando avanti”.

La tradizione dei secoli passati – “Tutto nasce – spiega la professoressa Di Stefano – dalla certezza che Camerino ha avuto una tradizione manifatturiera che è stata la sua ricchezza per quasi un millennio, dal 1200 a fine 1800. È stato per secoli il maggiore centro tessile dello Stato Pontificio: fino al ‘500 per quanto riguarda i tessuti lanieri per poi convertire la produzione nel settore serico e divenire un polo di eccellenza per la seta, veli, damaschi, amuerri, tanto da essere, fra Seicento e Ottocento, seconda produttrice solo dopo Bologna, stando agli studi più recenti. Ecco, da questo è emersa la nostra volontà di tornare alla vocazione originaria. È un primo passo, intanto, partendo dalla formazione e dalla specializzazione”. Fissato il prossimo incontro per fine ottobre.

7 ottobre 2020

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