Una storia vera nella riviera maceratese: “Simone, l’ancora di salvezza dal buio”

Non è il primo libro di Domenico Bernetti che abbiamo recensito e nemmeno sarà l’ultimo ma è quello che fin da subito ci ha lasciato perplessi. In “Simone, l’ancora di salvezza dal buio”, Edizioni Simple di Macerata, lo stile di scrittura non è il solito e nemmeno l’impostazione generale ma l’arcano lo svela Bernetti nelle ultime pagine.

È il racconto vero di una storia di droga, con forti implicazioni di   analisi   psicologiche, che coinvolge tanti personaggi di una città marinara della nostra riviera. Comincia da una felicità di coppia immensa che viene stroncata prima dalla morte di una figlia, poi dalla morte in mare dell’uomo, che lascia a terra una donna inconsolabile che per lungo tempo si macera nel suo dolore, isolandosi da tutto e da tutti. Poi c’è l’incontro. E come sempre avviene è dall’incontro tra persone che si muovono le situazioni.

Lungo la spiaggia una vedova e un bambino si prendono per mano, un po’ per volta si raccontano e la vita prende lentamente, con sussulti, a rifiorire per entrambi, che finora avevano tenuto stretto in sé il proprio dolore. Da qui, come in tutti i libri del Luogotenente dei Carabinieri Domenico Bernetti, s’innesta la vicenda criminosa irrisolta da anni pur dopo le doverose indagini.

Ora citiamo una frase di Bernetti: “Eppure Maria (la protagonista) non aveva titolo e qualifiche investigative; tante volte, per capire certe situazioni non occorrono ‘cervelloni’ di alte capacità; spesso basta una semplice riflessione, guardarsi e girarsi intorno e porsi qualche domanda semplice”.

Giusto per capire la piega che prende il racconto, con la protagonista che diventa parte attiva per rimettere in ordine le cose. Un modo per ricompensare il bambino che l’ha stimolata a riprendere in mano pienamente la sua vita.

Fernando Pallocchini

12 ottobre 2020

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