Vittime della setta di Mario Pianesi oggi rischiano di essere vittime della Giustizia

Print Friendly, PDF & Email

«Le oltre 40 vittime che hanno denunciato Mario Pianesi e i vertici di ‘Un Punto Macrobiotico’ (UPM) ovvero l’organizzazione che è passata agli onori della cronaca come ‘setta dei macrobiotici’, potrebbero ora restare nuovamente vittime, ma stavolta della giustizia». È questo il grido d’allarme e di disperazione lanciato dalle vittime di Upm dopo che, con una notizia-lampo e inaspettata, sono venuti a sapere che il guru della macrobiotica ha scelto la strada più facile per defilarsi dal processo, decidendo di patteggiare».

Prospettata l’archiviazione di parte dei reati – «La cosa curiosa – spiegano le vittime – è che sono ormai anni che aspettiamo che si faccia giustizia. E invece già più di un anno fa il pm aveva prospettato l’archiviazione di parte dei reati contestati ai vertici di Un Punto Macrobiotico, ossia associazione a delinquere ed evasione fiscale, a cui si erano prontamente opposti gli avvocati dell’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici, a nome delle vittime di UPM. Su questa opposizione, incredibilmente, ancora non c’è stato un confronto in aula, prima previsto per maggio scorso poi rinviato causa Covid-19 a novembre prossimo. Di cosa si sta parlando?».

Derubricato il reato di riduzione in schiavitù – «Nel frattempo – continuano le vittime – le notizie di stampa ci dicono che lo stesso Pm, senza mettere neanche al corrente le vittime, avrebbe derubricato il reato di riduzione in schiavitù in un più lieve reato di violenza privata. Perché non ne abbiamo saputo nulla?»

Mauro Garbuglia, una delle principali vittime di UPM, ex segretario di Pianesi, e autore del libro “Dentro la Psico-setta macrobiotica” (Nisroch Editore), intervistato sui nuovi sviluppi, commenta: «Abbiamo letto quali siano state le esigenze di Pianesi e Volpi di patteggiare: la mancanza di risorse e conomiche e l’esigenza di evitare un processo lungo. Ma forse la verità è un’altra: i due indagati hanno paura delle testimonianze di coloro che hanno denunciato e di coloro che verrebbero a testimoniare? Hanno paura della verità? Di conoscere gli effetti e i danni fisici e psichici che le filosofie, le regole e le diete di Pianesi, hanno provocato in ognuno di noi? Dapprima Pianesi, Volpi ed i loro più fidati e stretti collaboratori, hanno tolto a noi la possibilità di vivere dignitosamente, mentre oggi ci viene tolta la dignità e il diritto di raccontare la verità. Ci è stato negato il diritto di avere un processo nel quale i fatti denunciati avrebbero potuto trovare conferma e finalmente Giustizia».

È tutto scritto nel libro… «Nel mio libro – continua Garbuglia – racconto non solo gli abusi commessi all’interno di Upm, ma anche le modalità tramite le quali la setta manipolava sistematicamente anche i mezzi di comunicazione per avere consensi. Non è possibile che dopo oltre due anni dalla notizia delle indagini ancora non sia accaduto nulla, ma nel frattempo la setta si è riorganizzata, come se niente fosse accaduto. La giustizia dovrebbe difendere le vittime di crimini, riconoscere il coraggio di chi ha subito abusi e mettere nelle condizioni di raccontare ognuno la propria storia alle autorità competenti affinché altri non subiscano gli stessi abusi. Non uno, non dieci, ma oltre quaranta persone hanno messo a disposizione degli inquirenti il loro dolore ma anche una enorme quantità di documenti e prove. Lo Stato di diritto deve evitare che i suoi cittadini siano vittime due volte».

27 ottobre 2020

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti