Il mio inseparabile amico Fedor, una bella introduzione per conoscere Dostoevskij

Print Friendly, PDF & Email

Naturalmente si tratta del grande scrittore russo Dostoevskij come certamente avrete capito cari miei 25 lettori, Voi de La Rucola siete infinitamente di più ma io ne avrò di meno all’inizio naturalmente.

Poiché conoscendoVi so per certo che possedete un cospicuo senso ironico, del resto tutto il target del giornale ha questo pregio, quale infallibile marchio di fabbrica per la gioia di Macerata e di ben altri siti, io Vi proporrei due paroline sul mio amico, paroline è una parola che Lui ama molto, e quando usa il termine c’è da drizzare le antenne, come del resto di fronte a tutto quello che ha scritto, che io ho letto e riletto tutto.

Voi mi direte che esagero e invece è proprio vero e Ve lo dimostrerò. Andiamo al fatto, Vi cito un aneddoto divertente, tanto che, visto il personaggio uno non se lo sognerebbe nemmeno, in verità Lui è serio, nel senso di profondità di sguardo, ma non serioso, dicevo che Vi allego un ricordo brevissimo di un Suo amico, un certo Konstantin Trutovskij: “È successo, non ricordo come, che Dostoevskij, nel 1849, ha dormito qualche volta da me e, in quelle occasioni, ogni volta che andava a letto mi pregava, se fosse andato in letargo, di non seppellirlo prima di tre giorni. L’idea che fosse possibile andare in letargo lo terrorizzava”.

Nemmeno fosse un ghiro aggiungo io, ma la natura umana talvolta paradossale rimane sempre un grande mistero, persino a se stessa come diceva Padre Pio, un altro genio smisurato del cristianesimo; perché il mio amico lo è anche se nei suoi romanzi non nomina quasi mai Gesù Cristo, non nominare il nome di Dio invano recita un comandamento, di cui non ricordo il numero nel decalogo, che Dostoevskij conosceva molto bene, come del resto il Vangelo che lo affascinò leggendolo di straforo mentre era nelle prigioni dello Zar, non proprio un albergo a 5 stelle, e questo gli cambiò la vita definitivamente.

Da lì iniziò a scrivere il Suoi capolavori come Memorie dal sottosuolo, Delitto e castigo, L’Idiota, in cui il principe Myskin rappresenta proprio la Persona di Gesù, uno strano modo di raccontarlo converrete amici miei; e poi, citando solo le opere più importanti, ma soprattutto belle da leggere, altrimenti a Noi che importerebbero, ancora l’Adolescente, I demoni e infine, prima di morire il Suo capolavoro I Fratelli Karamazov, con infinite riduzioni teatrali e cinematografiche, contenente la leggenda del grande inquisitore, un libro che per gli ortodossi ha la dignità di un libro sacro come la Bibbia, in quanto contiene tutto il dramma dell’umano intrecciato nel divino, la descrizione come in un giallo in cui non si scoprirà mai definitivamente l’assassino di un parricidio, con un livello di profondità che solo la tragedia greca aveva toccato.

In Dostoevskij ciò che colpisce, che Ti afferra senza più mollare la presa su di Te è la profondità dell’osservazione del pozzo tremendo, direi dell’abisso della natura umana, del suo insondabile mistero, tanto da farti venire le vertigini. Non esiste in Dostoevskij una virgola di accento moralistico, e non solo in questo fa la differenza di accento con Tolstoj, Tu mai troverai un giudizio sul peccatore, semmai come nella grande tradizione della civiltà cristiana c’è la condanna del peccato.

Se leggi Lui hai un problema, non riesci a leggere niente altro, il resto Ti sembra acqua fresca, di fronte al Suo vino. Ma se lo leggi abitualmente, se entri nella Sua scrittura semplice, nella vita Tu fai la differenza, persino sul lavoro. Ti aiuta persino a rimorchiare le ragazze con il suo linguaggio profondo e intelligente, e so che questo interessa molto i miei lettori.

Infine ecco per Voi due citazioni: “Dostoevskij è immortale”,  Bulgakov. E per non prenderci troppo sul serio come Voi mi richiamate la celeberrima espressione di Thomas Mann: “Dostoevskij? Prendetelo a piccole dosi”. Ma oggi perché i ragazzi dovrebbero leggerLo? Visto che io non ci sono riuscito di sicuro a convincerli, ma non era il mio scopo, solo quello di rendergli onore, pagando in parte il mio debito nei Suoi riguardi, io lascio la parola alla studiosa del mio amico Fedor più importante che ci sia al mondo, la russa Kasatkina: “Ragazzi miei, se volete uno sballo totale, leggete Dostoevskij!” Più economico, non dannoso, anzi utile.

Giovanni Santachiara

Dostoevskij

18 agosto 2021  

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti