Sant’Andrea Avellino, il culto e la chiesina a lui dedicata a Consalvi di Macerata

Print Friendly, PDF & Email

Lo studio del territorio in  cui si vive – della natura ma anche di ciò che la storia vi ha aggiunto – oltre che una operazione di memoria, è un gesto di attenzione di cui oggi più che mai si avverte il bisogno: la vita di corsa ci rende sempre più distratti, meno attenti alle ricchezze e ai valori che il passato ha seminato.

Lo studio condotto da Claudio Caproli, insegnante di Scienze Agrarie e già autore di pubblicazioni scientifiche e letterarie, sulla chiesina intitolata a Sant’Andrea Avellino nella zona di Consalvi, ha ora il suo documento in  un bel libro recante il nome del Santo, uscito recentemente sul culto e la pietà popolare nel Maceratese, per ricordarne il V centenario della sua nascita e onorare quella virtuosa attenzione a cui si faceva riferimento (“Culti e pietà popolare nel maceratese – Sant’Andrea Avellino nel V centenario della nascita – 1521/2021”).

Le motivazioni che l’autore espone così bene nella Premessa del libro ne rendono conto, sia dal punto di vista storico-scientifico, sia da un punto di vista più personale di tipo affettivo e devozionale. La presenza di una chiesa dedicata al Santo patrono del paese originario della moglie defunta, nella realtà maceratese dove insieme hanno creato la famiglia, “si è reso capace di richiamare i più cari sentimenti e ricordi”.

Il libro, ricco di notizie sulla vita del Santo e sulla sua terra natale, Castronuovo di Sant’Andrea in provincia di Potenza, illustra le ragioni  che ne hanno originato la devozione nella nostra regione e che portarono alla costruzione e alla intitolazione della chiesina nella proprietà dei Consalvi. Il culto nel Maceratese di Sant’Avellino, protettore della buona morte, si ritiene dovuto alla presenza di nobili famiglie di origine meridionale e ai legati apostolici dello Stato Pontificio della famiglia di Paolo IV.

La religiosità popolare fece sì che la piccola chiesa di Consalvi fosse adibita per molti anni al culto nell’intera zona sino a quando non vi fu costruita l’attuale moderna chiesa che tutti conosciamo. Particolarmente dettagliata è la ricerca sulla iconografia relativa al Santo, a cui si è aggiunta un’analisi iconografica e iconologica riguardante opere d’arte disseminate in un vasto ambito, a opera della professoressa nonché artista maceratese Isabella Crucianelli.

La sua lettura va alla radice dell’abbondante iconografia esistente in regione spiegandone le ragioni devozionali, non limitandosi a una visione meramente formale. Il libro si chiude con una serie di proposte tese a recuperare la piccola chiesa lesionata  dal sisma del 2016 e al restauro e alla riunificazione dei dipinti e dei numerosi arredi ora custoditi fuori Diocesi e ad Assisi. Un atto dai risvolti anche civili, tendente a conservare il nostro patrimonio storico-culturale per le generazioni che verranno.

L.D.G.

8 ottobre 2021

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti