Macerata non deve dimenticare i suoi figli famosi nel mondo, come Giuseppe Tucci

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Un secolo è il divario che separa due importanti personaggi della cultura maceratese: lo scenografo Dante Ferretti e l’esploratore Giuseppe Tucci.

A Dante Ferretti sono state riconosciute indiscusse capacità artistiche premiate con l’Oscar, il top dei riconoscimenti; Giuseppe Tucci ha lasciato un segno indelebile e universale nel mondo della cultura come storico, esploratore, esperto conoscitore delle culture asiatiche presenti nei territori dove lui ha percorso 50mila chilometri a piedi, interagendo con la natura e con le persone; ha valicato in pieno inverno i passi himalayani, superando i 5mila metri con i suoi sherpa; è stato archeologo, poliglotta (parlava correttamente oltre una decina dei dialetti e delle lingue dei luoghi dove operava; è celebrato in tutto il mondo della cultura come più grande orientalista del ventesimo secolo, accomunato con un altro grande orientalista maceratese, Padre Matteo Ricci.

Nel 1933 Tucci fondò l’Ismeo (istituto italiano per il medio ed estremo oriente) che ebbe sede in Palazzo Brancaccio di Roma sull’Esquilino. Questo Ente successivamente venne rinominato in “Isiao” e nel 2013 la ignavia (per non usare termini peggiori) del Governo allora insediato dichiarò il Museo di Palazzo Brancaccio “Ente inutile” (gente che non sa dove sta di casa la cultura) e l’immenso e prezioso patrimonio, dato in mano a un commissario liquidatore, fu disperso in mille rivoli ai migliori offerenti. Tucci aveva raccolto nel museo oltre 200mila testimonianze della dottrina buddhista raccolte in Tibet, Nepal, Iran, Afghanistan, India e Pakistan, nonché una immensa raccolta fotografica dei territori esplorati in cinquant’anni.

Nella circostanza il Comune di Macerata avanzò la propria candidatura per acquisire tanto patrimonio o, almeno, parte di esso. Cosa è riuscito a ottenere? Nulla, e non se ne parla più come se Tucci non fosse mai esistito. Per Dante Ferretti invece c’è chi ha proposto una sistemazione niente meno che nella ex sede della Banca d’Italia. Per Tucci si è fatta solo una modesta mostra e pure molti discorsi, incontri e conferenze che, chiacchiere a parte, non hanno condotto a nulla di concreto.

Era l’aprile del 2016, doveva prendere il via il progetto “Macerata Oriente” dedicato alla figura del celebre orientalista.  Recentemente è stata pubblicata una monografia in due volumi su Tucci, a opera della scrittrice Enrica Garlizi, dal titolo “L’Esploratore del Duce”… il disinteresse per Tucci non avrà motivazioni politiche? Le sue spedizioni furono finanziate dal Ministero degli Esteri, altrimenti con quali fondi ci sarebbe potuto riuscire? Nemmeno bisogna dimenticare i maceratesi Scipione, i fratelli Peschi e i tanti che sono stati autori della cultura maceratese.   

Umberto Migliorelli

24 dicembre 2021

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