Anna Menghi la dice chiara e tonda al burocrate Filisetti: “Lei, da che parte sta?”

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Lettera di Anna Menghi al burocrate Filisetti (sempre lui!) nella quale la Consigliera regionale della Lega in modo chiaro e diretto chiede a costui se è interessato alla educazione scolastica dei bambini oppure approfitta del suo ruolo per fare politica di parte. 

“Egregio dottor Filisetti, ho sempre creduto che la scuola fosse tra le istituzioni più importanti del nostro Paese, un luogo essenziale a realizzare il libero pensiero dei cittadini, la loro formazione, il loro benessere. Per questo, e forse anche per la correlazione diretta che esiste tra il grado di sviluppo di una democrazia e lo stato di salute del suo sistema di istruzione pubblico, ho sempre pensato che la politica dovesse occuparsene ad ogni livello.

Chiarisco subito che la politica di cui mi occupo non assegna poltrone. La politica di cui mi occupo cerca di trovare soluzioni che migliorino la vita dei cittadini, creando sviluppo nei territori. Ed è per questo che in effetti le scrivo.

Per capire cosa l’ha spinta a bocciare con tanta determinazione l’iniziativa della Preside della scuola “Natali” di Sforzacosta Catia Scattolini dopo che, avvalendosi dell’autonomia che la legge concede ai dirigenti scolastici, aveva trovato una lodevole soluzione al problema del taglio della classe prima di Sforzacosta per l’anno scolastico 2022/2023.

Per capirci, l’Ufficio Scolastico Regionale che lei dirige decide il taglio di alcune classi e, per quanto riguarda l’Istituto Comprensivo “Natali” di Pollenza, di cui la scuola di Sforzacosta fa parte, dà indicazione di organizzare due classi da 15 alunni circa a Casette Verdini (frazione di Pollenza), orientando i genitori di Sforzacosta (frazione di Macerata) a portare lì i loro figli. Avvalendosi di un diritto concessole dalla legge e mostrando una rara capacità di problem solving, la dottoressa Scattolini trova una soluzione che accontenta tutti e mette al riparo la scuola di Sforzacosta da una menomazione che avrebbe avuto conseguenze gravi nel lungo periodo. In pratica propone ai genitori di Casette Verdini che hanno accettato di avere una classe più numerosa di venire incontro alle esigenze dei genitori di Sforzacosta e crea un vero e proprio patto di comunità. Un atto bellissimo, che esprime la maturità di una comunità di cittadini capaci di abbracciare un orizzonte più ampio di quello tracciato dai tecnicismi burocratici. Dopo una serie di incontri che hanno visto collaborare Comune e Provincia, la consigliera con delega alla rete scolastica Laura Sestili si esprime a favore della trovata soluzione da parte della Preside Scattolini e, con grande felicitazione da parte di tante famiglie di Sforzacosta, si dichiara scongiurato il pericolo della soppressione della classe. A questo punto lei, senza troppi giri di parole, fa sapere che “nessuna classe prima alla scuola Natali di Sforzacosta si farà”, negando l’autorizzazione a procedere secondo quanto proposto dalla preside Scattolini.

Come mai tutto questo accanimento nei confronti della scuola di Sforzacosta? Come mai non ha invece pensato di lavorare con la politica per trovare una soluzione che andasse incontro alla volontà dei genitori? Non mi dica che sta applicando la legge, perché la soluzione proposta non sconfessava la regola generale, al contrario!

È evidente che c’è più di una semplice applicazione pedissequa della legge. C’è una volontà chiara, decisa, quasi assoluta a determinare un obiettivo che la politica, quando agisce per il bene del territorio, non può accettare. E sorrido se penso che, mentre il Sindaco Sandro Parcaroli e l’attuale amministrazione politica da lui guidata cercava soluzioni per non perdere la prima classe della scuola elementare di Sforzacosta, lei decideva di stroncare qualunque soluzione e allora mi chiedo… “ma lei da che parte sta?”, dalla parte di quelli che lottano per cambiare le cose quando sono sbagliate o dalla parte di quelli che oggi, approfittando del vantaggio da lei offerto, hanno l’occasione di accusare chi lotta di inadeguatezza?

Mi riferisco, in questo caso, al consigliere comunale del Pd Narciso Ricotta, che pure conosce bene, il quale, a seguito della dichiarata volontà dell’Ufficio Scolastico Regionale di non concedere l’autorizzazione a creare la prima classe di Sforzacosta, ha pensato bene di accusare, gongolandoci un po’ su, l’attuale compagine amministrativa di inadeguatezza. Ma chi in questa storia ha avuto un approccio davvero inadeguato?

Per lei forse si tratta di mettere “croci” su un foglio, per noi è molto di più. Privare la scuola di Sforzacosta della prima classe significa metterne a rischio il futuro e Macerata questo non può permetterlo. Il campanilismo in questo caso è voluto. Perché la politica che pianificava il dimensionamento del capoluogo a favore dei comuni vicini è finita quando il centro-destra ha vinto le elezioni, due anni fa, ed è tempo che tutti se ne facciano una ragione!

La soluzione, quando c’è la volontà di trovarne una, è una conseguenza della collaborazione tra enti, funzioni, uffici. E chi si ostina a non volerla trovare esprime un valore nel merito che è anche un fatto politico. Per questo ho sentito l’urgenza di fare la mia parte in questa storia. Per dirle che se a guidarla è la rigorosa applicazione della legge, la politica è il mezzo per cambiare la legge stessa. Ma che se a guidarla è altro, la politica stessa, allora il senso del suo gesto assume contorni inquietanti, per i quali urge una presa di posizione forte e decisiva.

Mi auguro possa ritrovare il senso civico del suo ruolo, approfittando di questo tempo per appianare le divergenze (se ci sono!) e trovare il giusto rimedio ad una questione che va ben oltre la scelta di favorire un plesso piuttosto che un altro. La scuola è risorsa essenziale per un territorio e lo è ancora di più in questa epoca di passaggio tra un “prima” che sapevamo nostro e un “dopo” che non ci appartiene. Occorre riportarla al centro del nostro divenire sociale, facendola essere luogo di formazione dei cittadini del futuro e perno intorno al quale costruire nuove certezze.

E allora lei, dottor Filisetti, ci faccia sapere presto cosa intende fare con quella di Sforzacosta, che è patrimonio della città di Macerata e non può essere altrimenti considerata se non di valore inestimabile per la sua comunità.

Anna Menghi

25 giugno 2022

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