Raid Pechino-Parigi: 100 anni dopo Itala ci riprova ed è ancora leggenda (5^ puntata)

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Seconda parte – In Germania – L’Olanda ci saluta con un cielo coperto e un tempo uggioso, il classico tempo del nord. Una veloce autostrada ci porta fino al confine tedesco che attraversiamo solo sulla carta grazie alla meravigliosa invenzione che è l’Europa Unita. In Olanda le autostrade sono gratuite. Dal confine tedesco seguiamo invece le strade normali per poter osservare meglio il paesaggio e la natura circostante.

Questo non ci penalizza nella media perché le strade tedesche, in questa regione sono molto belle e scorrevoli. Intorno a noi boschi e campi con mucche al pascolo e pecore, tante, più di quante ci aspettassimo. Scavalchiamo canali sui quali navigano chiatte che trasportano di tutto, ma in prevalenza minerali e carbone. Una conferma che il trasporto fluviale è molto sviluppato nel Nord Europa. Le chiatte nella parte posteriore hanno l’abitazione del padrone e della sua famiglia e sul tetto l’auto per quando si scende a terra.

Da tempo osserviamo le biciclette locali, come in Olanda anche in Germania le bici sono diverse dalle nostre, il manubrio è molto più alto, la persona sta in sella con il busto più eretto. Inoltre vi sono manubri con due posizioni, una più alta e una più bassa. Corriamo sempre tra boschi e campi, siamo nella grande pianura del Nord Europa. Vediamo anche dei pozzi di petrolio, con le caratteristiche pompe a giraffa. Le strade nel bosco sono stupende, quasi sempre a lato una pista ciclabile. Sempre più numerose ci appaiono all’orizzonte le torri delle centrali eoliche. Il vento che spira costantemente nella grande pianura ha fatto sviluppare lo sfruttamento di questa forma di energia rinnovabile e assolutamente gratuita. Vi passiamo vicino ma non sentiamo il rumore che alcuni sostengono queste centrali emettano. Sono assolutamente silenziose.

Berlino – sosta per una messa a punto

Seguiamo la strada N° 1 che attraversa praticamente tutta la Germania da Ovest a Est. Usiamo l’autostrada solo per aggirare le città più grandi, Baumschweig e Magdeburg e, nell’ultimo tratto, per arrivare a Berlino. Scavalchiamo l’Elba uno dei grandi fiumi della Germania. Qui nel 1945 si incontrarono Americani e Russi e divenne il confine tra le linee di demarcazione dei territori di occupazione della Germania da parte degli Alleati. Poi segnò il confine tra le due Germanie fino alla riunificazione del 1990. L’area della ex DDR ha ancora un aspetto diverso, che i tedeschi cercano di cancellare, di uniformare agli altri territori. Le fattorie hanno una estensione maggiore, che deriva dalle fattorie collettive di ispirazione sovietica, in pratica una nuova forma di latifondo, si vedono meno case unifamiliari, quelle presenti sono di costruzione recente, dopo il 1990; in compenso osserviamo più condomini, architettonicamente discutibili, nel classico stile dell’Est.

La temperatura sale e fa di nuovo caldo. Arrivati a Berlino guardiamo l’orologio e ci rifacciamo alla cronaca del viaggio dell’Itala del 1907, raccontata da Barzini. Dopo cento anni, tra semafori, traffico e altro abbiamo impiegato nel tratto Hannover-Berlino più tempo di Borghese. Berlino entusiasma ogni volta il visitatore, non solo per le sue bellezze ma per la trasformazione evidente di interi quartieri a distanza di pochi anni, a volte di pochi mesi. L’Itala compie il suo giro per la città, dall’Opera per viale Bismark e viale 17 giugno, a ricordo della prima rivolta degli operai tedeschi contro il regime comunista, attraverso il Tiergarden, la riserva di caccia reale, alla Porta di Brandeburgo, la vecchia porta di accesso alla città. Poi la Unter Den Linden, il viale delle passeggiate dei berlinesi, il Reichstag, ora Bundestag, sede del Parlamento e il famoso “muro” del quale esistono ora solo pochi metri ma del quale è rimasta la traccia sulle strade di tutto il suo sviluppo.

Berlino – il Muro

C’è ancora il Check Point Charlie, il famoso punto di transito tra i due settori della città, attore in tante storie e film di spionaggio. Sorprendono il Monumento al Soldato Sovietico, eretto incomprensibilmente nell’ex settore occidentale e le persone che affollano il Monumento a ricordo delle Vittime dell’Olocausto. Ma quello che più sorprende è l’Alexander Platz, con i suoi splendidi edifici eretti dai migliori architetti, e la trasformazione architettonica di tutta la parte est della città, segno tangibile del desiderio di una totale rottura con un triste passato. Desiderio che traspare anche dalle parole dei berlinesi, soprattutto dei più giovani, per loro la DDR è come se non fosse mai esistita, cancellata. Non esiste neanche più la Cancelleria e il famoso bunker di Hitler, demoliti e cancellati.

Berlino

Aria di festa sul fiume Sprea con i battelli carichi di turisti e berlinesi. Incontriamo molti turisti italiani in giro per Berlino, ci riconoscono come “Quelli di Overland” ed è sempre una grande festa. I tedeschi sono invece più interessati all’Itala. La parte ufficiale della nostra sosta a Berlino è al Meilenwerk, un misto tra museo, officina, garage e centro di scambi. Vi sono vetture d’epoca e moderne, di privati che qui le tengono tra una manifestazione e l’altra, vetture esposte per la vendita e vetture storiche esposte al pubblico. Una officina per le riparazioni e la messa a punto delle vetture. Un bel complesso ricavato in una vecchia fabbrica modernamente ristrutturata. Non mancano il bar e il ristorante.

Berlino – Meilenwerk

Alla conferenza stampa c’è la presenza dell’Ambasciatore d’Italia che ci saluta augurandoci “Buon viaggio!”. Lasciamo la Germania sotto un cielo plumbeo che dopo poco si trasforma in una pioggia incessante che ci accompagnerà fino a Poznan. Perdiamo molto tempo per acquistare il biglietto del pagamento del pedaggio autostradale per i nostri due camion, l’Eurocargo e il Trakker dell’Iveco. Il sistema di pagamento del pedaggio autostradale per i camion in Germania è laborioso e seccante. In questo il nostro sistema dei caselli è molto più semplice. Chi percorre frequentemente tratte tedesche installa a bordo un “Gobox”, una specie di Telepass che viene caricato come una scheda prepagata. Lungo il percorso sono installati dei sensori che scaricano dal Gobox l’importo della tratta percorsa. Se invece l’uso delle autostrade è saltuario, come nel nostro caso, non è conveniente acquistare il Gobox, che è vincolato alla targa del veicolo, bisogna acquistare nelle stazioni di servizio da macchinette tipo “bancomat” il biglietto per la tratta che si vuol percorrere. E qui cominciano i guai.

Il nome delle stazioni spesso non coincide con quello segnato sulla carta, la classe del veicolo è incomprensibile, l’apparecchio spesso non legge la carta di credito, è molto lento nelle operazioni, se si cambia percorso bisogna modificare il biglietto. Il sistema ricorda quello primitivo della Torino-Milano. È vero che è impensabile costruire oggi caselli a tutte le uscite delle autostrade, ma da una nazione tecnicamente all’avanguardia ci saremmo aspettati un sistema più semplice. Come conseguenza in alcuni tratti abbiamo viaggiato da irregolari. 

Gianni Carnevale

18 luglio 2022

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