Il piacevole ricordo di un personaggio che c’era tanti anni fa: il gelataio col carretto

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Mi è passata per le mani la foto di un gelataio elpidiense degli anni 20 e sarebbe bene ricostruirne la storia. Io povero vecchietto ricordo non il personaggio di quella foto casualmente apparsa ma quel gelataio degli anni ‘50, che sudato veniva su dalla marina, spingendo un carretto/bicicletta fin sulla collina. Poi, col passare degli anni la bicicletta fu sostituita da una Lambretta a tre ruote.

Non ricordo il nome di questi venditori. Il gelataio appariva a giugno e con il suo arrivo decretava l’inizio dell’estate, quando non lo vedevi più sapevi che l’estate era finita, almeno fino all’anno dopo, quando lui sarebbe tornato. Ci son venuto grande con il suono della sua trombetta, anno dopo anno. L’arrivo del desiderato carretto era una esperienza mistica perché… e quando lo vedevi un gelato, specialmente nelle frazioncine?!

Il gelataio ambulante te lo portava fino a casa; poteva anche essere fatto di acqua ma per noi era il migliore del mondo. I nostri genitori ci davano dieci lire, non di più… un gelato da venti era già un lusso, e se a volte ti capitava, obbligava i ragazzini che ti vedevano a dirti, sgranando gli occhi: “Da ventiii?!” E così era una benedizione quel soldo di gelato che l’uomo distribuiva a noi bimbetti. E bisognava vederci… tutti precisi e senza scalpitare né litigare, ci si metteva in fila davanti a lui rispettosi…

Ci chiedeva: “Tu come lo vòi bimbo?” Io mi attaccavo quasi al carretto, ci arrivavo appena con le mani e allungavo il soldo… lui sapeva che erano piccoli i nostri gelati e, in fondo, lo sapevamo anche noi, eppure non si resisteva alla fatidica frase: “Ammé fammelo grosso”.

Poi c’era la scelta, limitata, non infinita come è oggi. Come lo volevi il gelato? Ebbene… quello c’era: tre gusti in tutto, alternati a giorni. Un giorno si poteva scegliere tra cioccolato, crema  e torrone, mentre il giorno successivo i gusti erano limone, pistacchio e nocciola. Tutti ci adattavamo e ce lo mangiavamo tranquillamente quel sospirato gelato, anche nei gusti meno piacevoli, imparando già a non essere tanto schifiltosi, perché poteva esserci di peggio: non toccarci nulla!

Alberto Maria Marziali

3 ottobre 2022

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