“La seduzione delle forme”, un bel libro d’arte con le opere di Tonino Maurizi

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Edito da Edizioni Simple di Macerata è uscito il volume “La seduzione delle forme, tra armonia e innovazione”, una galleria fotografica con le opere di Tonino Maurizi, arricchito dagli interventi di Lena Kelekian, Presidente Maedows Europe, di Hagop Sulahian, Presidente Meadows Middle East & Gulf Countries e di Aldo Grassini, Presidente Museo Tattile Statale Omero e dai testi critici di Francesca Maurizi (Tonino Maurizi, Corde tese verso l’infinito) e di Alvaro Valentini (La seduzione delle forme, tra armonia e innovazione).

Le parole, i testi critici, aiutano nella comprensione delle opere d’arte ma sono pur sempre delle interpretazioni personali che non possono rifuggere dalla formazione culturale di chi le sottoscrive. Invece le immagini fotografiche, pur offrendo una visione priva della spazialità tridimensionale delle opere, specialmente quando si tratta di scultura, permettono all’osservatore la indagine diretta dei lavori, quindi una propria analisi per oltrepassare la materialità e, dopo aver giudicata e assorbita la forma esteriore, andare alla comprensione del messaggio che l’artista ha voluto comunicare, alla consapevolezza dell’epoca di cui l’artista sta lasciando testimonianza. Per i più l’analisi è facile in caso di opere figurative, ma diviene difficile quando il fruitore ha davanti a sé un lavoro che, in toto o in parte, si svincola dalla forma per giungere all’astrazione.

Un chiaro esempio viene dalla fotografia sottostante, dove da un unico pezzo di legno, Maurizi, applicando l’arte dello scultore che è il “togliere”, crea un vuoto e ottiene un amalgama tra la forma esterna e la non-forma interna. Si ottiene così una plusvalenza di significati che nascono dalla unione di due esseri. Una scultura notevole!

Tonino Maurizi

Artista e imprenditore, Tonino Maurizi nasce a Montecosaro nel 1940. Frequenta l’Istituto di Belle Arti di Macerata, vera fucina di artisti, in compagnia di personaggi del calibro di Dante Ferretti, Valeriano Trubbiani, Francesco Bonanotte, Giorgio Cegna, Guido e Carlo Bruzzesi. A Milano è nell’Accademia di Brera. Il contatto con Ivo Pannaggi cambia il corso della sua vita, lo por-ta a condurre esperienze oltre l’Italia, assimila le semplici geometrie del Bauhaus. Sconfina nella scenografia, nel disegno d’interni e arredi, nella moda e non è per caso che farà esperienza parigina con Dior, dove unisce bello a funzionalità. Le esperienze del passato si riverseranno nelle sue sculture, nella sua pittura, nei suoi disegni e nella progettazione dei mobili che ha realizzato e continuerà a creare.

Fernando Pallocchini

15 marzo 2023  

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