Museo Archeologico di Cingoli: reperti preistorici, dell’Età del Bronzo e romani

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Come accaduto in tempi abbastanza recenti nella piana di Colfiorito, dove grazie agli scavi effettuati per la costruzione della superstrada si è scoperto un importante sito piceno ricco di tombe e dei relativi reperti, anche a Cingoli negli anni ’80, per i lavori di scavo preparatori per la realizzazione della diga di Castreccioni, si è scoperto un importante giacimento archeologico in località Moscosi-Piano del Monte. Il materiale rinvenuto è stato di tale portata che nel 1994 si è reso necessario istituire all’interno del Palazzo Comunale, il cinquecentesco Palazzo Raffaelli che si affaccia sulla principale piazza di Cingoli, un Museo dove esporre i rinvenimenti archeologici che sono la testimonianza di un insediamento abitativo dove c’è stata continuità di vita almeno dalla età del Bronzo Medio (1700-1365 a.C.) fino al periodo imperiale romano (I sec. d.C.). Il percorso museale offre ai visitatori un ampio quadro conoscitivo dell’evoluzione storica delle vicende del territorio cingolano in campo insediativo, commerciale e culturale. Tutto questo caratterizza il Museo di Cingoli come museo del territorio. L’esposizione dei reperti si sviluppa in due piani: a livello seminterrato troviamo oggetti risalenti alla Età del Bronzo; nel piano terra sono visibili i ritrovamenti di età romana e preistorici.

Preistoria – La sezione preistorica presenta manufatti e tracce relativi ai gruppi umani che hanno frequentato queste zone fin dal Paleolitico Inferiore (2.600.000 – 3.500 a.C.) e a quelli che qui si sono stanziati stabilmente durante le successive fasi del Neolitico (7.500 – 3.500 a.C.) e dell’Eneolitico (3.500 – 2.300 a.C.), coltivando la terra, allevando animali e iniziando le prime attività economiche, artigianali e commerciali. Reperto di assoluto interesse riguarda la tipologia insediativa di tipo palafitticolo. Infatti vi è esposto l’unico esempio nelle Marche di reticolato di travi lignee relative alla pavimentazione di un’abitazione.

Età del Bronzo – La sezione riguardante l’Età del Bronzo è interamente dedicata al sito di Moscosi-Piano di Fonte Marcosa, dove il dato più significativo è rappresentato dalla lavorazione locale del bronzo, testimoniata da una forma di fusione in arenaria per punte di frecce e dalla presenza, tra i vari oggetti, di un’ascia ad aletta, spilloni con testa a riccio, quadrangolare e con perforazione ad asola, di pugnali a codolo e a lingua di presa, di fibule e di attrezzi da lavoro come, a esempio, di sgorbie per la lavorazione del corno. Sono di rara bellezza, infatti, gli oggetti in corno di cervo esposti, in particolare vanghette, zappette e vomeri di aratro. Non mancano realizzazioni in osso quali manici di lesina con le caratteristiche decorazioni a cerchielli incisi e gambo con espansione a losanga, nonché spilloni a rotella con sei raggi e pendagli. Insieme con questi reperti c’è una notevole varietà di frammenti ceramici: ciotole con carena bassa, anse ad apici revoluti, anse ad ascia con faccia interna sfaccettata presenti solo nelle Marche.  

Età Romana – Alle fasi della romanizzazione e dell’età imperiale romana si riferiscono, infine, i reperti provenienti da Pian della Pieve, probabile prefettura romana e da Borgo San Lorenzo, sede quest’ultima del municipio romano di Cingulum. La sezione romana oltre ai reperti ceramici, bronzei, vitrei e numismatici, comprende una statua in calcare raffigurante il dio frigio Attis e, infine, un corposo insieme di testimonianze epigrafiche di particolare rilevanza documentaria in riferimento al municipio romano. Chi creò le condizioni per la promozione del centro a municipio romano fu Tito Labieno, il luogotenente di Giulio Cesare nelle guerre galliche che organizzò e potenziò le strutture di Cingulum, definita oppidum ossia centro importante. La città romana fu governata da due magistrati superiori (duoviri) e da due edili, di durata annuale.

Aula didattica – Nell’ultima sala si sviluppa il percorso sui siti della valle del Musone e del Potenza che emergono per importanza a partire dall’età orientalizzante. Tra questi l’area santuariale di San Vittore di Cingoli, con continuità di vita a partire dal VI secolo a.C. e fino alla prima età imperiale e probabile sede del pliniano municipio di Planina.

Informazioni Indirizzo: Cingoli, piazza V. Emanuele II, n° 5. Orari: essendo possibili variazioni telefonare allo 0733.603399  o consultare il sito internet www.musei.marche.beniculturali.it . Biglietti: intero 4 euro; ridotto (18-25 anni) 2 euro; gratuito in conformità con la normativa vigente. Accessibilità: Il Museo è accessibile da persone disabili. Il percorso è privo di barriere architettoniche e percorribile nella sua interezza. La sala dedicata al sito di Moscosi, al piano seminterrato, è raggiungibile dalle persone disabili direttamente dall’ingresso posto sul lato dell’edificio.

Fernando Pallocchini

15 aprile 2023

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