Il personaggio – Alvaro Aquili, di Pieve Torina, aviere nel cuore e ambasciatore di Pace

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Correva il 1986, l’Anno Internazionale della Pace. Il segretario generale dell’ONU Javier Pérez de Cuéllar invitò tutti i cittadini del mondo a fare qualcosa per la pace. Alvaro Aquili da Roma accolse quell’invito pensando alla realizzazione di un monumento a Pieve Torina (MC), suo paese di origine. Alvaro è una persona dalle varie sfaccettature: amante della musica, narratore e poeta, è autore di una dozzina di libri di poesie e di tre romanzi. In questa sede racconto di un’altra sua forte passione. È questo un tassello fortemente intrecciato con gli eventi della grande storia, anche dolorosi.

Alvaro Aquili

Da giovane aveva svolto servizio nell’Aeronautica Militare per trenta mesi come marconista meccanico di bordo. I primi nove mesi nella scuola di Caserta, all’interno della famosa Reggia del Vanvitelli: 2.200 allievi divisi in due battaglioni. Poi, in attesa della preparazione di un corso di radarista a Borgo Piave di Latina fu mandato in licenza. Con la nazionalizzazione del canale di Suez (26 luglio 1956) da parte di Nasser e la crisi che ne seguì furono richiamati dalla lunga licenza e inviati al CTADAT (Centro Tecnico Addestrativo Difesa Aerea Territoriale), una scuola Nato. In quella scuola della difesa aerea territoriale di Borgo Piave di Latina non erano ancora pronte né le aule, né gl’insegnanti… così per un paio di settimane gli avieri furono impiegati a fare del giardinaggio! Ebbe anche amici, i più simpatici erano i portoghesi; finito il corso, la settantina di allievi, ormai specialisti, furono destinati alle varie sedi italiane.

Alvaro e un altro restarono nella scuola, addetti dapprima alla sa la “Tracce fittizie” e poi alla sala “Esperienze” diretta dall’ing. Enrico Sportoletti. Alvaro era istruttore nella sala dedicata alle esercitazioni radar, senza decollo degli apparecchi. Elettronicamente si creavano delle tracce fittizie, quindi gli allievi analizzavano sullo schermo rotondo chiamato PPI quelle tracce come se fossero degli aerei in volo. Le visite ufficiali e le Commissioni passavano sempre per quella sala, all’epoca molto innovativa. Terminato il periodo di leva, il 12 maggio del 1958 Alvaro non si raffermò: riteneva di fare il suo meglio nella vita civile. Tuttavia, quel periodo doveva restare ben impresso nel suo cuore e nella sua memoria per tutta la vita.

Amava riportare al suo paese ciò che aveva appreso fuori. Si sposò e si trasferì a Roma avviando un’attività nel settore elettronico ma, spesso, il suo pensiero ritornava agli anni trascorsi in Aeronautica Militare; restò così in contatto coi vecchi amici. Quando Alvaro sapeva che ci sarebbero stati dei corsi di aggiornamento nella scuola si recava a cena con il personale che conosceva. Qualcuno gli chiedeva: “In quale reparto sei ora?” e lui rispondeva: “Sono nella vita civile, ma il mio cuore è tra voi”.

Dopo l’invito del segretario dell’ONU Alvaro ripensò ai contatti che aveva con il mondo del volo. Negli anni aveva fatto significative conoscenze, cito due donne. La contessa Maria Fede Caproni di Taliedo, figlia di Gianni Caproni, pioniere dell’Aeronautica. La sua famiglia era rimasta sempre collegata con l’Aeronautica e lei era la madrina alle inaugurazioni. Fiorenza De Bernardi, figlia di Mario, pilota dell’Aeronautica Militare, e prima donna pilota dell’aviazione civile. Prima del 1986 Alvaro aveva iniziato a organizzare i meeting aeronautici a Pieve Torina, in tutto una decina e un paio di lanci coi paracadutisti. Il compianto generale Marcello Pedretti (1915-2010) nel suo libro “Il volo, l’Aviazione, gli Aviatori a Macerata e Provincia” ha inserito foto e notizie degli eventi organizzati a Pieve Torina. Alle manifestazioni intervenivano i velivoli leggeri dell’Aereo Club di Roma-Urbe, si simulavano duelli aerei, con uso di fumogeni e lancio di paracadutisti del medesimo Aero Club romano. Il 7 agosto 1988 vi fu inaugurato il nucleo “Alto Maceratese” dell’Associazione Arma Aeronautica (A.A.A.) con la stampa di un manifesto 56 x 76 cm in 438 copie, per tutte le sezioni dell’Arma azzurra, con tutti gli ufficiali e sottufficiali caduti a Kindu.

Il monumento ai Martiri di Kindu

La mattina del 10 agosto 1986 a Pieve Torina si tenne la cerimonia di inaugurazione del monumento ai Martiri di Kindu. Un’aquila posata su una base di pietra rosa che stringe tredici spighe di grano, opera dello scultore romano Giorgio Fiordelli. Il monumento si trova sulla costa delle Mandorle che sovrasta una pista adibita a ippodromo, dove nel giorno della inaugurazione atterrarono degli elicotteri. Faceva parte del comitato d’onore e presidiò l’evento l’on. Arnaldo Forlani, marchigiano, all’epoca Vice Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Comune di Pieve Torina offrì un pranzo nell’ex convento di Sant’Agostino. Lì Alvaro ebbe una sorpresa davvero commovente. A sua insaputa il Municipio aveva invitato i familiari dei caduti in Congo. Quando la segretaria Marina Parisi lo introdusse nella sala dov’erano i familiari degli aviatori Alvaro si emozionò e scoppiò a piangere.

Nelle prime ore del pomeriggio si tenne il IV meeting aeronautico, al quale partecipò personale della 46ª Aero Brigata di Pisa (reparto dei tredici aviatori caduti) Alpi Eagle, una pattuglia acrobatica civile composta da ex aviatori delle Frecce Tricolori, che svolgevano emozionanti figure acrobatiche, ma con aerei ad elica. Ci fu la gara tra gli aerei partecipanti decollati dall’aeroporto di Foligno che raggiungevano Camerino e ritornavano a Pieve Torina, proiettando ombre fugaci sui monti Sibillini. Lo spettacolo riunì migliaia di persone con il naso all’insù, lungo la vallata dove scorre  il ramo destro del fiume Chienti. Durante quell’inaugurazione le Poste Italiane concessero un annullo speciale: un bozzetto che riproduceva il monumento; all’autobus delle Poste affluirono molti collezionisti. Partecipò anche una colorata mongolfiera da Roma che si sollevava e poi scendeva, consentendo ai non addetti di ammirare il panorama dall’alto. Alcune cartoline furono spedite simbolicamente con la mongolfiera, altre con l’elicottero. Fu presente anche il dott. Giorgio Pagnanelli (1929-2004), funzionario maceratese delle Nazione Unite che era stato inviato in missione umanitaria a cercare gli ufficiali e i sottufficiali della nostra Aeronautica Militare trucidati a Kindu in Congo.

Il sindaco che credette di più in tali eventi fu Edoardo Cristallini, coadiuvato dalla segretaria comunale Marina Parisi, e dal dottor Ugo Cristallini, medico condotto e fratello del sindaco, il quale scrisse ad Alvaro una lettera commovente. Intervennero troupe televisive di Rai Tre Marche e una TV dell’Anconitano che ripresero l’evento.  Furono stampati il volumetto “Messaggio da Pieve Torina” e diversi tipi di  cartoline, anche rilegate.  Fu realizzata una rete di monitor nei paesi vicini che attingevano notizie da un database posto a Pieve Torina. Il più entusiasta di questa piccola rete  telematica ante litteram fu il sindaco di Muccia Fabio Barboni. Domenica 28 agosto 1988, a Ramstein in Germania nella base aerea della NATO, durante una esibizione acrobatica si verificò una collisione in volo tra le “Frecce Tricolori”: due aerei precipitarono e un terzo cadde sulla folla causando 67 vittime e 346 feriti. Per dodici anni erano state organizzate annualmente manifestazioni aeronautiche a Pieve Torina, ma il nostro aviere nel cuore, sconvolto da quella tragedia, decise di smettere.

Alvaro Aquili aveva fatto tutto per l’amore della Pace, rispondendo all’appello. Non smise di essere un idealista e di credere fermamente nella Pace, mettendo in pratica le sue idee non certo comuni! Era caduto da meno di un mese il muro di Berlino (9 novembre) quando a Malta il 2-3 dicembre 1989 si svolse il summit tra George H. W. Bush e Michail Gorbaciov, un incontro che viene indicato come la fine della guerra fredda. Alvaro fece incidere e coniare una medaglia su quell’incontro in 4 esemplari d’oro e 482 di bronzo. Ne inviò una d’oro al presidente USA Bush senior e l’altra al segretario del partito comunista URSS Gorbaciov. Da Bush padre ricevette una bella lettera datata 15 maggio 1990: la medaglia fu custodita presso la biblioteca-museo della Casa Bianca. Dal Cremlino non giunse alcun ringraziamento. Dopo pochi lustri da quel summit furono interrati i semi di nuovi conflitti che ora sono cresciuti fino a diventare devastanti. Con l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 e il ritorno di una guerra rovente e distruttiva in Europa, quel sogno è andato infranto, anzi il mondo sta andando verso la direzione opposta! Il riconoscimento più gratificante Alvaro l’ha ricevuto dall’associazione interreligiosa con sede a Seul e riconosciuta dall’ONU “Federazione universale per la Pace, una rete globale di costruttori di pace” che lo nominò ambasciatore di pace.

Eno Santecchia

4 giugno 2023

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