A Macerata le recenti sculture oscillano tra il falso storico e problemi qualitativi

Print Friendly, PDF & Email

Ci scrive lo scultore maceratese nonché artista di fama internazionale, Sandro Piermarini, sulle recenti installazioni di sculture a Macerata, analizzando le problematiche connesse.

“Sono le 16. Percorro Corso della Repubblica, in lontananza due punti bianchi verso piazza San Giovanni. Mi avvicino e vedo due statue nelle nicchie laterali all’ingresso della cattedrale di San Giovanni fresca di restauro. Sono Matteo Ricci e Xu Guanxi mandarino cinese convertitosi al cristianesimo con il nome di Paolo. Le statue bianchissime e lucenti non trasmettono emozione per la loro freddezza e meccanicità di esecuzione, tanto da supporre l’uso di un robot. Mi chiedo: una donazione cinese? Chi è il donatore? Chi è l’autore delle opere? Chi ha deciso la collocazione?

San Giovanni restaurata con l’intento di fedeltà alla originaria architettura gesuita del 1600, dichiarazione esplicita degli architetti restauratori e Sovraintendenza ai beni artistici delle Marche, è stata la motivazione della rimozione di un bassorilievo dello scultore Fedele Bianchini, allievo e aiuto del maestro Canova, realizzato in memoria del padre. Il bassorilievo è attualmente conservato in un deposito. Si collocano invece nella facciata due statue contemporanee! Santificando il cinese Guanxi fattosi cristiano.

A memoria ricordo, durante le celebrazioni ricciane, la volontà di onorare la figura del gesuita maceratese con la realizzazione di un monumento da collocare in piazza San Giovanni. Venne presentato un bozzetto dello scultore Mezzanotte subito scartato per le polemiche riguardo al costo per l’esecuzione e alla modalità di scelta diretta di affidamento di incarico, anziché scegliere la via di un concorso pubblico. Presentai al presidente del comitato per le celebrazioni ricciane, l’avvocato Adriano Ciaffi, il progetto di un simposio internazionale di scultura dove dieci artisti lavorando dal vivo per una ventina di giorni avrebbero realizzato, e lasciate alla città, opere a tema. La proposta non venne accolta, perché ritenuta onerosa nonostante i cospicui finanziamenti statali e regionali!

Dico questo per sottolineare come progetti culturali interessanti, per incompetenza degli amministratori pubblici e per prassi delle istituzioni nel negare suggerimenti esterni di singoli soggetti o associazioni culturali vengano con automatismo rigettati. Un esempio: la recente mostra di scultura promossa dalla Accademia di Belle Arti al centro della città dimostra come le istituzioni interagiscono tra di loro senza porsi il problema qualitativo di quanto vanno a proporre.

Non è sufficiente un istituto come l’assessorato alla cultura che opera senza strumenti di competenze, occorre avvalersi di una rete professionale di saperi che superi il procedere secondo regole politiche di spartizione, la cultura è in primo luogo dialogo e una programmazione non può che scaturire dal confronto di idee, sul piano pratico porterebbe anche a individuare spazi inediti per mostre di arti visive e altro, visto la carenza esistente. Più si allarga il giro di soggetti coinvolti, penso all’università e alla diocesi di Macerata, più cresce la qualità culturale. E smettiamola di enfatizzare tutto ciò che è storicizzato per riproporlo in varie salse, vedi il futurismo. Spingiamo invece la vista nella realtà attuale, per riconoscere i nuovi talenti e uscire così dalle secche di un provincialismo autoreferente”.

Sandro Piermarini

30 agosto 2023

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti