Il ritorno del Padre e dell’allievo convertito nelle nicchie della chiesa di San Giovanni

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È tornato a casa, il Padre, nella sua Macerata, della quale conservava vivo il ricordo e il rimpianto per la lontananza, come scriveva nelle sue lettere dalla Cina ai parenti. Questa volta, con la Via della Seta, non sono venuti vestiti a poco prezzo (a volte con la scritta Made in Italy), o giocattoli in gran quantità destinati a maxi sequestri, o pericolosi fuochi pirotecnici. Da Pechino e da Shangai i cattolici cinesi hanno voluto farci dono delle statue raffiguranti Padre Matteo Ricci e il suo allievo convertito cinese Paolo Xu Guangqi, subito collocate nelle due nicchie laterali presenti nella facciata della Cattedrale di San Giovanni, da poco tempo riaperta al culto dopo un lungo e complesso restauro.

L’improvvisa presenza delle due statue non ha mancato di suscitare sorpresa, giudizi non del tutto favorevoli, a volte negativi. Padre Matteo Ricci è stato riprodotto così come Egli voleva per adeguarsi completamente al modo di vivere e di essere della società cinese: l’abbigliamento infatti è quello che il Padre descriveva nelle sue lettere: “Una lunga veste, con maniche molto larghe e aperte, con una lista turchina ai fianchi e una berretta molto simile a quella dei nostri vescovi”. Le critiche però non si rivolgono all’abbigliamento ma all’opera stessa: per gli addetti ai lavori la statua dovrebbe essere stata realizzata con un sistema di riproduzione meccanica (e non a mano con lo scalpello) e su un materiale che non è marmo ma resina o qualcosa di simile.

Certamente il bianco abbagliante del materiale con il quale sono state realizzate le statue contrasta fortemente con il colore delicato della facciata della chiesa per cui  ci vorrà molto tempo perché la città si abitui alle due statue; comunque grazie alla generosità della Comunità Cattolica Cinese abbiamo finalmente in città una seconda statua di Padre Matteo Ricci a figura intera (l’altra è al seminario Redentoris Mater), mentre le due precedenti statue del Ricci (una è di Virgì) sono a mezzo busto, il che per un grande viaggiatore come è stato il Padre è un fatto certamente riduttivo.

Non è comunque la prima volta che le nicchie della chiesa di San Giovanni vengono occupate da statue. Mi raccontava il Maestro Sesto Americo Luchetti, le cui numerose opere sacre sono presenti non solo a Macerata ma in molte altre città da Ancona in giù e si fanno ammirare per la loro classica bellezza, che alla fine dell’800 da Ferrara venne lo scultore Angelo Lana, con un buon curriculum professionale alle spalle. Ebbe varie commesse: le più importanti furono la decorazione dell’esterno della chiesa di Santa Croce (1884) e il monumento a Vittorio Emanuele II sulla torre civica (1882). I risultati non furono però all’altezza delle aspettative; secondo i giornali del tempo, la facciata di Santa Croce venne considerata una “bambocciata” mentre per la lapide del re si parlò di un caminetto con sopra una moneta da 5 lire.

Sorte migliore non ebbe la commessa per una statua di un San Giovannino da collocare in una nicchia della omonima Chiesa con l’avvertenza che il Santo doveva reggere in braccio un piccolo agnello. Purtroppo il risultato fu che l’agnellino sembrò un montone che sovrastava completamente con la sua mole la piccola figura del Santo. La statua fu fortemente criticata dall’opinione pubblica; presa a sassate dai monelli e rimossa subito, per cui la nicchia ritornò a essere vuota fino ad oggi. Lo scultore Lana se ne andò a San Severino Marche poi a Roma dove se ne sono perse le tracce.

La storia delle statue di Padre Matteo Ricci e del suo allievo non finisce qui. C’è stato infatti un precedente italiano in terra cinese: una specie di Via della Seta ma al contrario quella che ha percorso nel 2012 un nostro concittadino, il Maestro Sandro Piermarini (a Macerata due sue opere sono ben visibili in piazza Mazzini: la testa dell’Esule genovese e il lumacone della fontanella é [sempre all’asciutto] sono un piccolo ma splendido esempio della sua arte). A Tainan, nella regione cinese sud-occidentale di Taiwan nell’arco di tempo di tre mesi il Maestro Piermarini con i soli strumenti degli antichi scultori e con tanta fatica manuale ha realizzato un complesso monumentale con le statue di Padre Matteo Ricci, di Paolo Xu Guangqi e di Candida Xu, collocato sul sagrato della Chiesa dell’Assunzione. Il complesso per la sua armoniosa e classica bellezza è stato accolto con ammirazione dalla Comunità Cinese. A questo punto, la Via della Seta al contrario è stata percorsa dal Maestro Piermarini e può essere più giustamente chiamata la Via dell’Arte Italiana.

Siriano Evangelisti

Bozzetto del gruppo marmoreo realizzato per una chiesa di Tainan a Taiwan inaugurato nel 2011. L’insieme scolpito da Sandro Piermarini rappresenta Padre Matteo Ricci, Paolo Xu Guangqi e Candida Xu; l’opera finale, realizzata in marmo vitnamita bianco, ha la base di 2×2 metri, è alta 2,40 metri.

29 dicembre 2023

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