San Giorgio, uccisore del drago e il 2024, anno del positivo Drago Verde di Legno

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Nell’anno che sta per arrivare, i cinesi, lasciandosi alle spalle l’Anno del Coniglio d’Acqua, ovvero il 2023, che si è concluso, entreranno nell’Anno del Drago Verde di Legno. Qualcuno forse dirà: “E che ce freca?” Eh no! Cari amici: “Ce freca, ce freca. Sémo pieni de cinesi!” Percorrendo le vie dei nostri borghi, oramai c’è da chiedere se le cittadine sono diventate cinesi o pachistane. Alle prossime votazioni comunali, potreste trovarvi anche un sindaco cinese o di altra origine extra europea. Capito signori sindaci? Cerchiamo quindi di capire cos’è  ‘sto animalaccio che ci condizionerà.

Secondo l’astrologia cinese il 2024, a partire dal 4 febbraio (e non dal 10 che segna invece l’inizio del Capodanno lunare), sarà l’anno del Drago di Legno, un animale immaginario molto energico, vitale e al tempo stesso misterioso. Si tratta del quinto animale dello zodiaco cinese: l’ultimo anno del drago prima del 2024 è stato il 2012 e il prossimo si ripresenterà nel 2036, ma in quel caso avremo il Drago di Fuoco. Per quelli di religione cinese, il Drago in generale è un segno ambizioso, un leader visionario dall’indole romantica che desidera il successo e non fatica a ottenerlo, anche nelle imprese più difficili. Stiamo vedendo tutti quanto sono dinamici  commercialmente i cinesi, anche quelli nati in terra marchigiana, no? Addè ce se mette pure il drago a daji ‘na mà!

In Cina, nelle zone rurali, dove le tradizioni sono più sentite, per festeggiare il drago, faranno ritorno le persone che lavorano in città e, viceversa, molti quartieri delle grandi metropoli si svuoteranno per qualche giorno. Un drago che è “benefico” per loro, ma per noi cristianucci? Il drago nella Bibbia simboleggia il Male supremo, il diavolo, ma è presentato anche come guardiano e difensore di antichi tesori e luoghi magici, portatore di grandissimo sapere e conoscenza.

A Porto San Giorgio festeggiano il Santo (secondo me farlocco) che uccise il drago malefico. La sua vicenda è suggestiva, come e più di una favola, ma rivela profondi significati simbolici nella lotta tra bene e male. Dove nasce la leggenda del drago? Non è chiaro quando o dove abbiano avuto origine per la prima volta le storie con protagonisti i draghi, ma le prime testimonianze scritte, di enormi rettili volanti e sputafuoco, sono riconducibili all’epoca degli antichi greci e dei Sumeri. In certe comunità si pensa che San Giorgio protegga anche i mariti… capito care mogli? Il prossimo anno pensateci prima di abbandonare le vostre metà! Il prossimo anno andateci calme con gli avvocati e le separazioni.

Oggi un mucchietto di resti, che dicono siano il corpo di San Giorgio, riposano a Lidda (Israele) nel santuario a lui dedicato. Spieghiamo ancora: San Giorgio e il drago. Fin dal momento in cui il Cristianesimo divenne religione di stato nel 380 d.C., venne utilizzato il simbolismo del drago o serpente per rappresentare il Male. Dalla tentazione di Eva alla guerra apocalittica dell’Arcangelo Michele presente nell’Antico e nel Nuovo Testamento, per l’esattezza nella Genesi e nell’Apocalisse, il serpente compare come elemento disturbatore, incarnando l’alfa e l’omega, proprio come l‘ouruboro, il serpente che si morde la coda. Nel momento in cui il paganesimo e l’eresia persistettero all’avanzata della religione monoteista, nonostante lo stato di inquisizione e terrore che ne derivò con l’avvento di Agostino nel 396, tale simbolo fu utilizzato come incarnazione del Maligno, in quanto nella Genesi esso appare come un animale astuto che perverte la ragione e fa dubitare della bontà di Dio. Giorgio, soldato originario della Cappadocia, era intento a trafiggere un uomo, simbolo del persecutore pagano e dell’eresia. A partire dall’11 secolo, l’immagine (dell’uomo cattivo trafitto) cambiò divenendo il mostro, e Giorgio assorbì del tutto il tema figurativo. Da questo momento la storia di San Giorgio destò l’attenzione dei crociati che si identificarono facilmente nel santo vittorioso che aveva liberato una terra in mano agli “infedeli”.

A questo punto, facendo un sommario bilancio, si direbbe che il drago è positivo per i cinesi e fortemente negativo per i cristiani, ma ho scoperto una notizia che poi, in fondo, rimette armonia tra noi e loro. Eccola. Vi stupirete di sapere che alle origini del Cristianesimo, il crocefisso non veniva rappresentato con il Cristo inchiodato, ma con un serpente, simbolo della vita, della conoscenza e del fuoco trasmutatore che permetteva di rinnovare la vita. L’acronimo che lo accompagnava era I.N.R.I “Igne Nature Renovatur Integra”, ossia “Il Fuoco Rinnova Tutta la Natura”. Non a caso vi furono molti filoni gnostici cristiani che rappresentavano il serpente come il benefattore dell’umanità, un messaggero di luce fonte del potere spirituale. Infatti per i cristiani gnostici dei primi secoli il serpente era simbolo del Messia e il centro della religione, nonché il simbolo dello spirito fondamentale di Dio.

Detto ciò faccio una aggiunta: consideriamo che il 2024 sarà anno bisestile, anno con un febbraio di 29 giorni, molto temuto da molti. Per tutto questo io avrei una proposta da fare: perché invece di festeggiare il 2024 non festeggiamo il 2023 Bis? In fondo questo terminato è stato l’anno cinese del coniglio e noi, che tanto coraggiosi non siamo, mi sembra che risultiamo ben rappresentati da questo simbolo. No?

(in foto un crocefisso secondo gli Gnostici)

Alberto Maria Marziali

18 aprile 2024

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