È ora di avviare, gradualmente, la ripartenza dell’Italia

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In molti parlano della necessità di avere un uomo solo al comando come nelle dittature, ma non si deve temere per la tenuta della nostra democrazia che è fortemente radicata nel popolo, bensì che attraverso questa pandemia si possa instaurare una oligarchia che nega nei fatti la partecipazione dei cittadini. Comunque, detto questo, ritengo giusto in questa tragica situazione sanitaria che  non si faccia alcuna polemica, ma si facciano solo precisazioni e proposte.  

Cattiva comunicazione – In una condizione di cattiva comunicazione: circolari (Ministro Interni su uscita giornaliera dei bambini piccoli), prese di posizione, smentite, conferenze stampa del Presidente del Consiglio che proroga il periodo per cui è obbligatorio stare in casa, dichiarazioni aggiuntive del capo della Protezione Civile, compendio delle disposizioni decretizie per combattere questa pandemia che superano di gran lunga i 140 articoli… è doveroso dire in modo chiaro ciò che si pensa, perchè sta montando la rabbia (anche per le difficoltà riscontrate con l’Inps per l’assegno agli autonomi, ai lavoratori per la cassa integrazione, con alcune banche per i mutui) e l’insicurezza tra le persone, le famiglie, le aziende.

Sanità regionale – Nei prossimi incontri con le Regioni sarà difficile ritrovare il consenso, perché il Vicesegretario di un grande partito della maggioranza in un momento sbagliato – dimenticandosi che già un governo ha applicato il titolo V della Costituzione e che i cittadini, attraverso specifici referendum, avevano chiesto il passaggio alle Regioni di agricultura e turismo – ha dichiarato che le Regioni potranno non avere più potere nella Sanità: intanto le Regioni ritengono responsabile il Governo per la lentezza con la quale hanno distribuito mascherine, respiratori, materiali per la sicurezza degli operatori sanitari.

Federalismo – “Sono un convinto assertore del federalismo (le indicazioni storiche di Carlo Cattaneo (Unità nella diversità) sono il mio riferimento) perlomeno per due motivi: l’intervento immediato nel territorio e la creazione di un nuovi presidi di democrazia e partecipazione”.

Gli errori nella Sanità – Il governo centrale ha tanto tanto spazio per rimediare ai guasti nella Sanità (taglio dei letti in generale e di quelli attrezzati, degli operatori sanitari e non), come pure le Regioni (chiusura di presidi ospedalieri, l’inesistente intervento strutturale nel territorio, accentramento verso i capoluoghi regionali di personale medico, isolando sempre di più le aree interne e il territorio), poi è necessario esaminare se vi sono stati (sono fondalmentamente contrario alle Commissioni d’inchiesta per la fine che purtroppo hanno sempre fatto) errori nella fase acuta della pandemia, in particolare nelle case di “riposo” per gli anziani dove si sono verificate molte morti.

Temere la Germania sul piano economico – L’Italia è molto brava nell’emergenza (se fosse stata capace d’investire in prevenzione si sarebbe speso di meno) e meno nella ricostruzione, ma non deve  rincorrere la Germania (ha il quadruplo delle nostre strutture sanitarie, ha sposato la conoscenza e la scienza, ospita con altri paesi europei i nostri giovani professionalizzati e tecnici che non trovano lavoro in Italia, tiene aperte le sue fabbriche, ha un sindacato che aiuta e consiglia il governo anche durate il coronavirus) piuttosto  deve temerla come concorrente, assieme agli altri paesi europei ed extra europei, sul piano economico.

È ora di ricominciare, gradualmente – L’Italia ha fatto sul piano finanziario il proprio dovere per superare l’emergenza, dare liquidità alle aziende e alle famiglie, ma ora bisogna riaprire il Paese, le strutture aziendali, chiaramente sentite le autorità sanitarie e con tutte le cautele e la gradualità del caso, con le misure di sicurezza sanitare necessarie. Il covis19 non può sconfiggerci!  Ora attendiamo dall’Europa un piano di intervento finanziario comune e solidale per tutto il territorio Europeo, perché non si fermano le pandemie con la chiusura delle frontiere.  

Giulio Lattanzi

19 aprile 2020

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