Il dominio del prepotere

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Dall’inedito “Caravaggio e le ombre dell’anima”

di Matteo Ricucci

 

Nel 1600, folle di poveri sbandati vanificando ogni forma di sicurezza, esponevano i cittadini alla persecuzione, anche e soprattutto, da parte di quelle forze dell’ordine che avrebbero dovuto proteggerli. Una tale inversione di ruoli generava un angosciante senso di precarietà che disorientava tanto i ricchi quanto i poveri.

 

Il Tribunale della Santa Inquisizione

A questo punto conviene analizzare anche il peso di un fattore d’instabilità politica e religiosa di portata globale tra le mura dell’inquieta Europa: l’occhio diabolico del Tribunale della Santa Inquisizione! Esso riusciva a spiare anche tra le pieghe più intime d’una coscienza umana, a caccia di invisibili e spesso inesistenti tracce di eresia. Quanti innocenti furono costretti da atroci torture a confessare colpe inesistenti!? Tutto ciò era figlio adulterino di un “mostro dagli occhi verdi” dell’umana Società: il dubbio, a cui mai nulla sfuggiva per segreto che fosse! Esso sconvolgeva e scardinava l’assetto sociale, generando sfiducia nei confronti dell’altro da sé, per cui il parente, l’amico, il vicino di casa erano sospettati come nemici da snidare e distruggere, e non come il prossimo da amare e rispettare, secondo l’insegnamento di Gesù.

 

L’analisi del Manzoni

Il nostro grande Alessandro Manzoni, scrivendo mirabilmente i suoi “Promessi Sposi”, analizzò e descrisse, da par suo, un tale tipo di società italiana che imperava agli inizi del XVII secolo, presentando magistralmente nobili e “Bravi”, atei e credenti come schegge sociali impazzite, che, ignorando leggi, usi e costumi taglieggiavano, perseguitavano, assassinavano coloro che non accettavano il loro prepotere. A causa di tutto ciò, la certezza del diritto fu trasformata in un ectoplasma per cui nessuno più riusciva a percepirne la reale consistenza. Più grande era la città, più macroscopiche tali storture.

 

Roma, città caotica

Di tutte le città dell’Europa del tempo, Roma era la più caotica, la più babelica, la più letale per la vita dei cittadini che la popolavano e per i poveri che vi giungevano in pellegrinaggio. I potenti Farnese parteggiavano per gli spagnoli, gli strapotenti Colonna per i francesi, condizione questa che portava alla formazione di bande di partigiani dell’uno e dell’altro partito che si scontravano a mano armata, a volte anche per banali motivi, e sempre, durante i conclavi per l’elezione di un nuovo papa, con lo scopo di avere, nel nuovo eletto, uno che facesse soltanto gli interessi di questo o di quel partito.

 

I clan degli artisti

Il clan dei Tomassoni, costituito da reduci di mille battaglie, era al soldo dei Farnese. Caravaggio, protetto dai Colonna, anche se indirettamente, faceva anche lui gli interessi del partito dei francesi. Per quanto riguarda questo specifico aspetto di organizzazione criminale di gruppi di interesse, lo stesso fenomeno accadeva tra i pittori della nuova estetica naturalistica, capeggiato dal Caravaggio, coadiuvato da Orazio Gentileschi, da Prospero Orsi, da Antiveduto Gramatica, da Mario Minniti, da Ottavio Leoni, da Onorio Longhi e da tanti altri i quali, tutti insieme, affrontavano i pittori dell’Accademia, i Tomassoni e tutti coloro che, per un motivo o per un altro, intralciando il loro cammino, erano costretti a snudare le spade e a battersi con ferocia.

 

L’impero dei vizi

I Papi, dal canto loro, nel vano tentativo di mantenere l’ordine, inasprirono leggi, controlli e condanne, seminando il terrore. E il terrore si poteva affermare che si tagliasse a fette come pane stantio. Essendo la Caput Mundi un covo per uomini soli, a causa dell’apparente celibato vocazionale dei religiosi, era una sorte di eldorado della prostituzione femminile e anche maschile per cui eserciti di prostitute, di omosessuali, di pedofili, piovevano da ogni lato dell’Europa tutta, per non dire del mondo intero. Nella città di Roma, la sodomia infatti era punita addirittura con il rogo! Tra le mura di quella moderna Babele accadeva di tutto e chiunque si accingesse a uscire dalla propria abitazione non era assolutamente certo di farvi ritorno, sano e salvo. Infatti rapine, assassini e ratti fulminei erano all’ordine del giorno. Gli “Avvisi”, una sorta di proto giornalismo di quei tempi, erano zeppi di tali luttuose notizie.

continua

 

 

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