C’erano una volta i “Pistacoppi”

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Trasformazione etnica di una città

tommaso golini

 

C’era una volta Macerata, una tranquilla città marchigiana, italiana ed europea. Sembrerebbe l’inizio di una favola, in realtà il finale è tutt’altro che rassicurante e non c’è un lieto fine. Perché oggi Macerata non c’è più. Basta fare un giro in Piazza Mazzini, in Corso Cairoli, in piazza Garibaldi o alle Fosse per rendersi conto che questa simpatica città del Centro-Italia assume ogni giorno di più le sembianze di una casbah. Nel giro di un decennio gli extracomunitari regolari residenti in città sono triplicati, senza tener conto dell’imponente flusso dei clandestini, arrivando a rappresentare oltre il 10% della popolazione. E’ in atto una vera e propria sostituzione etnica: dove prima c’erano negozi storici, oggi stanno aprendo attività cinesi; dove prima c’era l’alimentari di fiducia, oggi proliferano bazar e kebab; ogni giorno ci arrivano segnalazioni di cittadini, diventati “ospiti sgraditi” nella propria città, costretti a subire angherie e soprusi da parte di immigrati senza che l’autorità politica/poliziesca locale muova un dito per risolvere la faccenda e senza che loro stessi possano reagire (se “osassero” farlo rischierebbero ritorsioni o magari la galera per eccesso di legittima difesa). Si continuano a promuovere costose politiche di accoglienza pur mancando ogni giorno di più il lavoro per gli stessi italiani, con le nostre imprese che stanno delocalizzando all’estero e pur sapendo che nelle condizioni in cui è ridotto il Paese gli immigrati non potranno che andare ad arricchire le file del lavoro nero e della criminalità. Infatti negli ultimi due anni lo spaccio di droga è triplicato, i furti sono raddoppiati e in provincia iniziamo ad assistere a episodi che fino a poco tempo fa guardavamo lontani in televisione, come il duplice omicidio dei coniugi di Montelupone. Insomma, le manie di integrazione a tutti i costi della nostra classe politica, locale e nazionale, stanno trasformando Macerata in una città di frontiera. E certo non sarà la sola, né tantomeno la prima: è già stata preceduta in queste situazioni e si trova in buona compagnia. E’ la sorte che toccherà a tutta l’Europa se non ci sarà una inversione di rotta.

Tommaso Golini

 

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