Povero Silvio!

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Le serpi in seno

  povero Silvio

Ci siamo fatti ispirare dalle parole del comico Cornacchione che tra i singhiozzi diceva: “Povero Silvio!”. La simulata disperazione del comico potrebbe nascondere qualche piccola verità. Il declino di un uomo di potere è dovuto anche alle persone di cui questi si circonda e dal contesto in cui va ad agire. Certo, Silvio B. e il suo trono non hanno avuto vita breve, ma i suoi venti anni di governo rischiano di lasciare una macchia indelebile nella storia della politica italiana. Nella disfatta di Silvio ha una consistente responsabilità il popolo italiano che non ha stimolato il suo premier a dare il meglio, ma solo a prendersi il meglio! Non si dice forse che ogni popolo ha il governo che merita? Per lungo tempo gli italiani non si sono preoccupati di scegliere (votando) una strada alternativa e di opporsi a iperboliche promesse. La maggior parte di essi si è crogiolata nell’ignoranza confondendo leggi ad personam col principio “La legge è uguale per tutti”! Se il popolo è credulone e accetta a suo danno palesi brogli, perché difenderlo? Alla faciloneria si aggiunge l’ipocrisia dei tanti “sapientoni dell’ultima ora” che non ammettono di aver votato per anni Berlusconi, che ha così fat-to incetta di milioni di consensi da ogni parte d’Italia. E poi, quale uomo di potere, vedendosi appoggiato nella sua inarrestabile scalata al successo, direbbe agli elettori: “Non votatemi, potrei deludervi”? L’ex premier ha avuto anche la sventura di coltivarsi delle serpi in seno. Negli anni, i suoi più fidi seguaci e persone a lui vicine lo hanno abbandonato. Qualche anno fa, gli ha voltato le spalle Gianfranco Fini per reinventarsi una propria leadership politica, ora Angelino Alfano, illuminato dalla frenesia di potere, ha reso adepti del suo Nuovo Centro Destra i transfughi di FI. La signora Veronica Lario ha divorziato da “mister B.” togliendogli, oltre a una cospicua somma per gli alimenti, l’equilibrio che una donna importante tiene ben saldo accanto al suo uomo. Nella zona di mezzo, ci son quelli che gli hanno fatto il tira e molla come Casini e pure chi gli è rimasto fedele accelerandone la sconfitta: le mine vaganti Brunetta e Santanché, l’incommentabile senatore ed ex tessitore Razzi, gli esponenti della linea più dura della Lega e, non da ultimo (ma è l’ultimo), il giornalista Giovanni Toti che, per il ruolo di consigliere politico di FI, ha rinunciato alla direzione del tg4. Ma che deve fare di più un leader politico? Lavare da solo persino l’onta per i tanti errori commessi con l’aiuto di altri?

Raffaella D’Adderio

 

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