La fiaba e il terremoto: “Il paese al contrario”

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Le fiabe sono racconti di storie vere, dove la realtà viene trasformata con immagini e parole a misura di bambino. Iniziano con uno scenario di routine dei protagonisti, la cui normalità viene all’improvviso sconvolta da un imprevisto, una calamità, una disgrazia, qualcosa di cattivo, un orco, una matrigna, e cambia tutto. Poi, dopo un faticoso percorso, la risalita,  il riscatto e quasi sempre la storia termina con il lieto fine.

 

La micetta Margò

Il libriccino di Giulia Grilli, “il Paese al contrario” trasforma in fiaba il terremoto, che viene raccontato con gli occhi di una gattina, sopravvissuta allo spavento e alla distruzione. La micetta Margò viene estratta dalle macerie dai soccorritori, ma scappa e si nasconde in un rifugio di fortuna per restare nel suo paesino di montagna.

 

C’è tutto del sisma…

C’è tutto: le persone impolverate e in pantofole che vengono portate via verso il mare, la nonnina che vorrebbe restare ma non ha più la casa, e dopo il trambusto, quel gran silenzio, spezzato dal vento che fa volare via la polvere, cappelli, calendari, tende di pizzo, e poi la pioggia che trascina tutto verso il fiume, e poi la neve che copre tutto! E tutto per colpa di quell’omone dormiglione, il gigante di pietra che dorme nelle profondità della terra e ogni tanto si gira, e fa tremare anche gli alberi.

 

Torna il sole

Le sensazioni, i ricordi, le cose che non stanno più al loro posto, tutto viene raccontato con una delicatezza che rende il lettore bambino empatico, ma allo stesso tempo allontana la paura, anche grazie alle colorate illustrazioni di Giordana Grilli. Il lieto fine c’è, ed è soprattutto un pensiero: torna il sole, torna la luna, torna la primavera con i suoi profumi e colori, allora possono tornare anche le persone.

 

Il posto dove…

Ci vorrà forse molto tempo, ma Margò attende, con i suoi neonati gattini e il suo nuovo fidanzato il micio Emilio, attende che torni la nonnina, con la sua calda stufa, il suo orto, e magari una ciotola nuova per le crocchette; che torni la parrucchiera, che torni il barista. Perché per tutti loro, non solo per Margò, malgrado l’omone dormiglione, quello è il posto dove sono nati, e dove vogliono continuare a respirare, a lavorare, a vivere, a sognare…                    

Simonetta Borgiani

2 luglio 2018

 

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