Treia, “Nuove frontiere del turismo culturale e creativo”

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Mercoledì 4 luglio, nell’ambito del festival della Soft Economy organizzato a Treia dall’Associazione Symbola, si è parlato di “Nuove Frontiere del turismo culturale e creativo”. Da un lavoro di ricerca dell’Università Roma Tre, è nato un libro: “Master’s Narratives in Tourism” a cura di Cinzia Pierantonelli. In questa pubblicazione, esperti accademici e specialisti del settore descrivono come stia cambiando nella cultura occidentale il concetto di viaggio e di turismo, con saggi di Cinzia Pierantonelli, Barbara Antonucci, Giuli Liebman Parrinello, Mario Panizza, Francesca Cantù, Tamara Rátz, Maria Lucia Sancassano, June Di Schino, Claudio Bocci, Alfredo Morrone, Marco Provvidera, Federico Lax, Pietro Alberto Lucchetti, Dorit Kluge, Lucia Cataldo, Pietro Tamburini, Marta Paraventi, Antonella Micaletti, Roberto Vecchiarelli, Edi Castellani, Elisabeth Dann, Graham Dann, Raffaella Leproni, Fabio Luppi, Renzo Mocini.

Ma ecco, in sintesi, le esperienze delle relatrici presenti.

Cinzia Pierantonelli, curatrice del volume 

Il 30 giugno è stato giornata record per l’aeronautica mondiale: secondo i monitoraggi della nota applicazione Flightradar24, i cieli sono stati attraversati da oltre 200.000 voli. Negli ultimi 10 anni i passeggeri che utilizzano gli aerei sono aumentati del 75%, grazie al fenomeno dei low cost nato a partire dagli anni ’90 del 1900, che ha visto nascere anche nuove destinazioni, nuove figure professionali. Le statistiche confermano che il turismo è un settore in salute, con molti addetti, non è un fenomeno puramente economico ma riguarda altri ambiti come quello culturale, che rende il “prodotto” più elevato. Eppure in Italia, il turismo non è un settore protagonista, sia nell’economia che nelle priorità delle Regioni, che ne hanno la competenza dopo l’avvenuta abolizione del Ministero del Turismo.

Con un sostegno diverso, si potrebbero sviluppare molte idee innovative, organizzare un turismo duraturo, sostenibile, in linea con nuove forme di comunicazione, di fruizione museale, con l’utilizzo di nuove tecnologie, e integrando i contesti culturali con gli eventi locali.

Daniela Tisi, direttrice della Rete Museale dei Sibillini

Ha sottolineato l’importanza di “mettersi in rete”, intesa come fare rete fra Comuni, e mettersi  insieme in rete internet. La sua esperienza di gestione museale a Montefortino e di promozione della rete museale dei Sibillini: mettere al centro il museo, che conserva il patrimonio culturale, e dal museo stesso interagire con l’esterno e sviluppare la logistica, creare sinergie con gli operatori economici. Fondamentale creare una immagine comune, che renda riconoscibile il “gruppo”. La validità del progetto è stata dimostrata dall’aumento dei visitatori, soprattutto turismo scolastico, ma un’altro forte “test” è stato il sisma, malgrado l’inagibilità di molti siti, la sinergia è continuata a funzionare, con iniziative che hanno consentito comunque di poter accogliere e fare turismo.

Considerando il gran numero di musei sparsi nei tanti piccoli Comuni dei Sibillini, quello della Rete Museale dei Sibillini è un modello che varrebbe la pena di allargare e replicare. Un dettaglio da sottolineare è la gestione professionale: tutto il personale addetto è stato selezionato in base alle competenze, i volontari sono stati adeguatamente formati.

Stefania Monteverde, assessore alla cultura del Comune di Macerata

In questa sede rappresenta Federculture, una federazione delle Aziende e degli Enti di gestione di cultura, turismo, sport e tempo libero. La Federculture opera per cercare modelli di gestione sostenibili, per tutelare, conservare, e valorizzare il patrimonio culturale. Sono i primi ad avere ottenuto il CCNL dell’operatore culturale, per una adeguata tutela degli addetti. Il problema è che gli Enti pubblici fanno fatica ad applicare il CCNL, non hanno adeguate risorse per assumere personale e garantire le aperture continuative dei musei e rendere operative le cosiddette aree vaste della cultura, le strutture culturali integrate. Purtroppo senza un sistema economico che consenta una continuità, si deve ricorrere alla relazione con il privato, con particolare attenzione al terzo settore.

Lucia Cataldo, docente Accademia Belle Arti Macerata

Come in tutti i settori, anche in ambito museale nascono nuove “tendenze” sull’immagine, l’organizzazione, la gestione. Il problema è che nella museologia aderire alle mode spesso significa improvvisare, e l’improvvisazione non paga, non funziona. É necessaria una struttura, studiare la reazione dei turisti, sia locali che non locali, verificare la soddisfazione. Fare museo non è da tutti, è necessario il coinvolgimento di varie professionalità: esperti di comunicazione, grafici, operatori museali qualificati che, soprattutto, devono essere formati nel territorio, coinvolti nella identità del luogo, conoscitori del patrimonio immateriale e capaci di coinvolgere gli ospiti e saper loro trasmettere il senso di trovarsi in un luogo unico al mondo. La capacità dell’operatore e delle altre professionalità deve essere anche quella di osservare il visitatore, per una verifica continua della validità dell’organizzazione della visita o evento. La Sovrintendenza consente la gestione dei Musei a società di servizi, queste società hanno preso possesso di molti luoghi di cultura purtroppo gestendoli male, là dove mancano preparazione e autovalutazione.

Edi Castellani, Assessore alla Cultura Comune di Treia

Ogni comune del Piceno pur avendo molte attrattive, uniche e particolari, non consente un turismo che coinvolga il visitatore per più di due-tre giorni, specie ora che molti luoghi sono inagibili, a meno che non si crei una rete che coinvolga più comuni, anche non limitrofi. I progetti di percorsi a tema che si stanno ideando dovrebbero offrire al turista motivo per rimanere più giorni nel territorio. Ma cercare di far venire i turisti è poco efficace se noi stessi, tutti, non diventiamo profondi conoscitori della nostra città, della sua storia e delle sue bellezze. Alla base di ogni progetto di sviluppo turistico culturale ci deve essere, quindi, la conoscenza del territorio, a partire dal proprio comune e da quelli limitrofi. Poi dobbiamo trasmettere questo messaggio ai ragazzi delle scuole, creando una rete di turismo scolastico a livello locale, che tra l’altro può portare un indotto di amici e familiari dello studente. Ovviamente è necessario che gli insegnanti siano appassionati loro stessi per appassionare gli studenti, e siano disponibili a dare una collaborazione costante nel tempo, in progetti che abbiamo inizio in forma di gioco dalle elementari e proseguano in modo più complesso e impegnato fino all’ultimo anno delle scuole dell’obbligo. L’esperienza treiese, con percorsi teatrali e sportivi progettati in classe da insegnanti e studenti, poi sviluppate all’esterno per le vie del Borgo, hanno di fatto coinvolto molto i giovani avvicinandoli al museo, al teatro, al palazzo, alle piazze, in performance che sono proponibili ad altre città.

Simonetta Borgiani

5 luglio 2018

 

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