A Loreto in esposizione “I collage” di Valeria Ciccotti Ricci

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Scoprirsi artisti a una età matura, quando si è oltre gli “enta” e da vari anni negli “anta”, è una emozione di non poco conto; meritevole certamente di attenzione e risalto anche da parte di chi la vive. È quel che è capitato ad Anna Valeria Ciccotti Ricci, moglie di Luigi e cognata di Nino, entrambi noti artisti, che, forse sollecitata dalla atmosfera di creatività vissuta in famiglia, da alcuni anni  è stata presa dal desiderio di cimentarsi anch’essa con l’arte, scegliendo tra i linguaggi possibili uno che sembra aver  affiancato degnamente altri più tradizionali e antichi: il collage. Ricordiamo una sua esposizione di esordio risalente a qualche tempo fa alla Galleria Mirionima a Macerata, con il patrocinio della Accademia di BB. AA., ed ora è a Loreto, alla Galleria di Porta Romana, dove espone un buon numero di opere realizzate di recente, riscuotendo  notevole consenso. Che cosa ha attratto e convertito Valeria a questo genere artistico relativamente nuovo? Varie sono le ragioni: il valore del frammento in una diversa ricomposizione di una forma; l’emozione di una messa a confronto di tecniche diverse; la comodità di disporre del cosiddetto “un oggetto trovato” (in tal caso l’immagine) a fini espressivi; l’unione dialogante di più storie e circostanze al di sopra del tempo e delle geografie di origine; l’acquisizione di modi e mode che si armonizzano o configgono creando presupposti dialogici nuovi e interessanti. Tutto può aver avuto un suo peso. La consuetudine di vedere, scrutare e valutare in senso estetico e concettuale, alla lunga oltre che gioco divertente e fascinoso si è dimostrato intrigante sotto un profilo creativo. Ma non è tutto! Fondamentale in arte è anche quel che non s’immagina: la necessità di far apparire, decantato dalle abitudini e dal caso, l’inspiegabile; una “somma” astratta che può corrispondere all’immagine intima di se stessi; l’immagine non spiegata che si fa rivelatrice di pensieri, di suggestioni e di capacità estetiche presenti o sopite: tali capacità Valeria le esprime nel colore e nella forma attraverso il collage, che non è soliloquio, ma dialogo con più parti, oltre che con se stessi. Non può essere questa la migliore compagnia dell’arte? Per Valeria lo è; anche in questa circostanza ne dà assoluta convincente e gradevole dimostrazione.

Lucio Del Gobbo

3 agosto 2018

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