Il grido della montagna: “Le parole sono finite!”

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Non è possibile non essere d’accordo con Mauro Falcucci, Sindaco di Castelsantangelo sul Nera, quando parla di grido della montagna, di norme certe per l’attuazione della legge speciale, di stallo e perenne attesa dopo il sisma. Purtroppo la stampa, i giornali, non arrivano a Castello, e pochi leggono i “social”, io compreso.

 

Gli stanziamenti

È vero che i ritardi sono molti (cimiteri, lo spopolamento, le seconde case…) e per la crescita dell’area montana non esistono progetti, non si è trovata una soluzione “ponte” per le seconde case che erano lo strumento fondamentale della nostra economia. Eppure, se non ho letto male o sognato, sono stati stanziati dalla Regione nell’ottobre del 2017 alcuni milioni di euro per Castelsantangelo sul Nera: 4milioni di euro per la casa di Riposo; 3milioni e 315mila euro per gl’impianti scioviari e per la strada di Monte Prata; 1milione e259mila euro per la sistemazione del Cimitero e 1milione e 498mila euro per il Museo del Cervo. Spero di sbagliare ma ancora nessun investimento si è visto e sono già passati otto mesi! I fondi europei per gli investimenti nella green economy possono essere una ulteriore occasione per sviluppare servizi e occupazione nei paesi più colpiti del cratere.

 

Alto Nera dimenticato da Conte

Il nuovo Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, visitando Arquata del Tronto nelle Marche (si è dimenticato l’Alto Nera), Amatrice nel Lazio e altri luoghi del cratere sismico, ha dimostrato, se ancora ve ne fosse stato bisogno, che non tutti i territori terremotati sono uguali: il suo gesto, generico come quello di tutti i suoi predecessori, è stato di attenzione, ma non ha lasciato spazio a svolte o promesse. Mi auguro che non si ricominci da capo e che anche questa volta non si dimentichi la montagna e la sua crescita. Molti dicono che c’è in corso un cambiamento, ma se è necessario e se si vuol vincere la paura degli anziani di non fare in tempo a rientrare nelle loro case bisogna prendere degli impegni seri e non continuare a fare della mera  propaganda.

 

Contenere la burocrazia

Per contenere la burocrazia (abbiamo detto più volte che è troppo facile per la politica dare ogni colpa a chi scrive le leggi e ai “funzionari” che ritardano la loro applicazione, perché sono loro dipendenti) e rendere i livelli decisionali più efficienti e celeri, bisogna – nelle prossime settimane il Parlamento discuterà l’ennesimo decreto sulla ricostruzione post-terremoto – procedere all’abolizione di ogni accentramento e dare potere e responsabilità agli Enti locali perché i problemi veri stanno vicino alle persone, al popolo. Le Regioni non devono e non possono essere il luogo di un nuovo accentramento: pure per il terremoto bisogna offrire ai cittadini il federalismo.

 

Cosa occorre alle imprese locali

A Castello il paesaggio che ci circonda è di continuo stupore e rabbia per le distruzioni che la natura è riuscita a fare, e c’è l’attesa per la ricostruzione di un mondo (nulla sarà più come prima) che sogniamo torni a essere uguale a quando l’abbiamo forzatamente lasciato, con i tempi scanditi dalla speranza… Capisco il “lamento politico” del Sindaco di Castello, ma è il momento di stringere ancora i denti e di ricostruire, tutti assieme, una montagna moderna, popolata, e non più isolata com’era prima dei tragici eventi sismici. L’industria (piccola, grande, cooperativa, artigianale…) è fondamentale per lo sviluppo, per la crescita di una montagna oggi fiaccata. Le imprese hanno bisogno di aree franche credibili e non come quelle previste dall’attuale legislazione sul terremoto, di incentivi permanenti, di un credito che sostenga i progetti e non chi già detiene i capitali, c’è bisogno di un oculato investimento dei fondi Europei e della continuità dei flussi finanziari, per costruire nuove aziende e nuova occupazione.  

Giulio Lattanzi

21 agosto 2018

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