Un libro di Maurizio Angeletti: “Oltre l’immagine”

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Dedicato alle nuove generazioni, affinché possano comprendere, per sopravvivere in questo mondo ostile, la differenza tra immagine (conformità), immagini (rappresentazione del reale) e immaginazione (senso dello spirito). Così ha inizio il volumetto “Oltre l’immagine” di Maurizio Angeletti (Edizioni Simple), secondo volume della trilogia “La maschera delle Ombre”. Poesia e prosa, e riferimenti a personaggi e opere letterarie, che in risonanza con il pensiero e il sentire dell’autore fanno anche da filo conduttore in questo vero e proprio diario-percorso di consapevolezza, che ogni volta si affina e si eleva. Una consapevolezza data dalla comprensione dei concetti degli antichi pensatori, sempre attuali, e dalla capacità di osservazione del mondo in cui viviamo, dove siamo indotti a vivere di apparenza e competizione, inclini a dimostrare l’altrui stupidità piuttosto che dimostrare la propria intelligenza. Ma uscire dal coro comporta il diventare un Guitto, una sorta di randagio che paga lo scotto del libero e critico pensiero, al quale non può più rinunciare: la meraviglia dell’universo e del far-parte-del-tutto è superiore allo squallore delle ingiustizie e delle infinite brutture quotidiane. Annota l’autore: Solo chi ha imparato ad accettare dolore e sofferenza, può liberarsi in aria per volar come farfalla. Gli altri, restano a camminare… come bruchi sulla terra. Ode quindi all’arte, in tutte le sue forme, perché essa attraverso i sensi nutre l’anima, e per questo percepita come inutile dall’uomo carnale. L’arte è un cilicio, un tormento che prende alla gola e allo stomaco, uno strumento che costringe a guardare oltre: o ti rapisce e l’amerai per sempre, o la rifiuterai e mai la capirai. Ma il rifiuto dell’arte e della bellezza è a sua volta nutrimento, per il “velo di Maya”, quell’inganno di percepire solo il mondo che riusciamo a vedere con i nostri occhi, toccare con mano; è scacciare il dubbio che si possa conoscere di più, è accettare che il corpo non è solo espressione del mondo terreno, ma limite, prigione immersa in infiniti mondi paralleli dove tempo, spazio e denaro, non hanno alcuna importanza.

Simonetta Borgiani

24 ottobre 2018

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