La storia attraverso le costruzioni simboliche: le torri… e dintorni

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La storia può essere raccontata anche attraverso le sue costruzioni simboliche e mitologiche: le torri. Dalla Turris Eburnea per isolarsi a quella dello stilita per meditare, dal Cassero per difendersi alla torre campanaria per scandire il tempo. Insomma ci sono infiniti tipi di torri con funzioni diverse. Dalla Torre di Babele alle Torri gemelle, questi edifici hanno rappresentato per l’uomo un luogo per salire in alto a vedere le stelle, attraverso le altane come quella di Palazzo Marefoschi e, soprattutto, per restare nel tempo come accade per le caratteristiche Torri di San Gimignano. Comunque le torri, variamente merlate, aldilà della forma e dei materiali con cui sono realizzate, si contraddistinguono per il forte sviluppo verticale. Naturalmente nel corso dei secoli, specie dopo l’avvento delle armi da fuoco, sono variate le funzioni. Infatti una volta le fortificazioni venivano erette a difesa delle piccole comunità e dei miseri beni indispensabili per la sopravvivenza, come il grano. Il fiume Potenza era disseminato di mulini fortificati, turriti, di cui permangono per lo più le tracce storiche. Il comune di Montelupone aveva il suo mulino fortificato a San Firmano, Recanati a Sambucheto, Montecassiano a Sant’Egidio, Macerata a Villa Potenza,  Treja e Pollenza a Passo di Treja e così via. Nel 1444, quando il fiume Potenza era navigabile, il Piccinino lo usò per far risalire uno dei più potenti strumenti di offesa del tempo: la bombarda. Anche il Comune di Recanati aveva pensato bene di difendere la costa da eventuali sbarchi dei saraceni con tanto di Castello Svevo, allineandone il cassero a due torri di avvistamento: la torre Aspida a nord, nei pressi della foce del fiume Musone, e la Torre nuova a sud, ai confini con Montesanto; lo scacchiere fortificato inoltre comprendeva il Castello di Montefiore a difesa delle incursioni degli Osimani. Ora le torri sono scomparse così pure i bunker che vennero installati lungo la piana di Scossici durante l’ultima guerra. Le torri di avvistamento  con funzione di  segnalazione, fumo  o fuoco a seconda se l’allarme avveniva di giorno o di notte, persero la loro funzione militare e, agli inizi del ‘900, vennero sostituite dalle romantiche torri belvedere sovrastanti i villini liberty, come a esempio la Villa costruita nel 1912 da Alceo Volpini o la terrazza belvedere della Palazzina Azzurra costruita dai Lanari nel 1924. La costa è sempre più erosa e cementificata da una edilizia di rapina, il Potenza sempre più in secca e in stato d’abbandono. Ora che la costa non è più offesa dal mare, da sbarchi di Turchi verso il tesoro di Loreto, Porto Recanati è molto cambiata non solo dal punto di vista urbanistico ma anche sotto l’aspetto ambientale. Le caratteristiche e autoctone tamerici, una volta molto diffuse lungo tutta la riviera, sono state sostituite dalle poco sontuose palme San Pietro che richiamano la Florida. Anche la marina è cambiata. È stato messo sotto assedio il capannone Nervi, sono scomparsi i caratteristici argani e i variopinti casotti degli stabilimenti balneari per lasciar posto a costruzioni più stabili e moderni ristorantini. Ma questa sarà un’altra storia da raccontare, solo per ricordare di quando, questa splendida riviera all’ombra del Conero, era un romantico e variopinto villaggio di pescatori. Un vero borgo marinaro. In ultima analisi non più torri d’avvistamento ma solo belvedere, almeno fino a quando ci sarà qualcosa di bello da vedere.

Gabor Bonifazi

27 gennaio 2019

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