Chi preferisce dimenticare e chi ricorda il 28 febbraio 2002

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Era il fatidico 28 febbraio 2002. Quello era il giorno in cui bisognava cambiare la valuta e avevo raccolto tutte le lire lasciate in giro nei vari cassetti e nascondigli (per la mia inveterata abitudine di conservare qualcosa per i tempi peggiori) aveva perciò raggranellato una bella cifretta di un centinaio di mila lire: carte da 20, da 10, da 5, da due, da mille, da cinquecento, monete da 200, da 100, da 50 ed altri spiccetti… carico così del mio tesoretto ero andato all’ufficio postale, armato della macchinetta convertitrice che il Berlusconi aveva regalato a tutti gli italiani, per fare i conti giusti sul cambio.

Ricordo l’impiegata postale tutta presa dalla sua funzione di cambiavalute che contava le lire, faceva i conti mi chiedeva di controllare e poi mi metteva davanti agli occhi alcune cartine piccole piccole, sembravano i soldi del monopoli, e una manciatina di monetine quasi invisibili…

Rimasi di sasso… e capii subito che ero stato fregato!

Io avevo dato un mucchio abnorme di lire, sufficienti per vari giorni di sopravvivenza e lei mi restituiva i soldini per il caffè…

Infatti di lì a poco scoprii che il cambio ufficiale non significava un fico secco, la macchinetta di Berlusconi era una specie di “giochetto” per ragazzini scemi, in realtà i cinque euro erano diventati come le cinquecento lire di qualche anno prima…

Poi nel corso degli anni continuai a scovare in varie saccocce di vestiti vecchi o in libri o in mezzo alle carte delle fatture pagate o da pagare diversi biglietti da mille dimenticati, ma che potevo farci ormai? Sarei dovuto andare alla sede della Banca d’Italia e costava più l’impresa che la resa…

Con questi pensieri che mi frullavano mi sono fatto il conto di quanto andavo spendendo…(facendo il conto in vecchie lire) duemila qua, tremila là, e poi al supermercatino: duemila e ottocento per 120 grammi di orzo in polvere, duemilaquattrocento per 2 paninetti all’olio, etc. etc. debbo dire che sono rimasto un po’ scocciato e mi son detto “ma chi ce l’ha fatto fare di diventare ‘ricchi’ con l’Euro (come aveva annunciato Prodi)  se la ricchezza  serve a essere più poveri?”

Paolo D’Arpini

1 marzo 2019

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