Esibizione dei figuranti ginesini di “Furia et Gratia” a Capodistria

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Dopo l’incontro formale dell’anno scorso a Capodistria tra l’allora Vice Sindaco Scheriani e l’attuale Sindaco di San Ginesio Giuliano Ciabocco, con cui è stato suggellato l’avvio di un patto di amicizia tra i due Comuni, è proseguito l’iter con la nuova amministrazione comunale da poco insediatasi nel Comune sloveno, in occasione dei festeggiamenti da parte della Comunità Italiana di Crevatini della ricorrenza di Santa Brigida dal 19 al 21 luglio scorsi.

All’incontro hanno presenziato il Vice Sindaco di Capodistria Mario Steffé delegato dal sindaco Aleš Bržan, il Vice Sindaco di San Ginesio Daris Belli delegato dal Sindaco Giuliano Ciabocco, il deputato al seggio specifico del Parlamento Sloveno Felice Ziza, i presidenti della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana nella Repubblica di Slovenia di Capodistria e di Pirano, rispettivamente Alberto Scheriani e Andrea Bartole.

Al termine della celebrazione religiosa e dopo i saluti della presidente della Comunità Italiana di Crevatini, Maria Pia Casagrande, si sono succedute le esibizioni dei gruppi le “Valmarinke”, il “Castrum veneris” della Comunità Italiana di Castelvenere, e i figuranti tamburini, danzatrici e sbandieratori “Furia et Gratia” del Comune di San Ginesio, in una vera e propria atmosfera medioevale e a sigillo di una collaborazione culturale tra il borgo marchigiano e Crevatini che dura da oltre vent’anni, anche grazie all’impegno e alla collaborazione della famiglia dell’amato e compianto giardiniere comunale ginesino Nazzareno Casagrande.

La ricorrenza è stata l’occasione per condividere spunti progettuali in ambito socio-culturale e di accoglienza e offerta turistica e per pianificare tempi e modalità della formalizzazione dell’atto di amicizia e di collaborazione istituzionale tra i Comuni di San Ginesio e Capodistria e per la visita a San Ginesio di una rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Capodistria e della Comunità Italiana di Crevatini.

Al tempo stesso la comunità ginesina è voluta essere presente in uno dei momenti più importanti per la Comunità degli Italiani di Crevatini, a ricordo del pellegrinaggio delle donne sino all’omonima chiesa della loro protettrice avvenuto negli anni precedenti al 1940, ossia della storia comune di due metà oggi appartenenti a paesi diversi.

L’efficacia degli eventi del pregevole “Salotto del libro italiano” in Capodistria, la valorizzazione della sede della Comunità Italiana di Crevatini con il materiale fotografico donato dalle famiglie autoctone e riguardante la popolazione ritratta dalla fine dell’Ottocento alla seconda guerra mondiale, la presenza di molteplici istituzioni scolastiche statali volute e create dalla Comunità Italiana e in cui si insegna la lingua italiana e frequentate in maggioranza da cittadini di altre nazionalità, sono memorie e testimonianza di quel senso di appartenenza e di quel senso di identità che hanno resistito alle persecuzioni anti-italiane del regime dalle forze comuniste jugoslave di Tito che alla fine della seconda guerra mondiale amministrarono la zona B del “Territorio Libero di Trieste”, e che costituiscono le fondamenta del vivere odierno e futuro come cittadini europei e cittadini del mondo.

24 luglio 2019

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