L’immigrazione è cosa seria e non si può usare a fini elettorali

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Dedicato a Pier Giorgio Lorenzetti – Continuando ad attaccare la Magistratura (le sentenze si possono criticare, anche se sarebbe meglio che chi ricopre cariche istituzionali non lo facesse) si minano le basi della democrazia.

È vero che il passo di ogni libera democrazia è lento anche perché porta in sé le contromisure necessarie a difendere il cittadino dagli eventuali eccessi del potere dello Stato e della politica: chi vuole trovare scorciatoie sbatte contro le barriere erette dalla nostra Costituzione e dalle leggi internazionali da noi liberamente sottoscritte.

Ne sono esempi lampanti la sentenza accusatoria nei confronti del Ministro degli interni per la Diciotti e quella di liberazione della Comandante di un veliero Ong (non esiste nessuna prova di connivenza delle Ong con i trafficanti di esseri umani), Carola Rackete, che salvava in mare (il dovere della solidarità) acuni immigrati e li trasportava nel porto sicuro dell’isola di Lampedusa, perché in Libia c’è una guerra (uno Stato di diritto non è una prigione) in corso e la Tunisia non applica le norme per l’asilo politico.

L’immigrazione nei prossimi anni sarà un fenomeno di grandi dimensioni e non potrà essere affrontato solleticando le paure o la rabbia della gente, o chiudendo un occhio, se non tutti e due, per fornire manodopera a basso costo, quando è necessario a “imprenditori” poco scrupolosi: in tempi di globalizzazione dei mercati credo che le aziende (la formazione, quella vera e non assistenziale, si può fare sia all’esterno che all’interno delle imprese per i lavoratori di tutte le razze)  abbiano bisogno di specializzazione per esportare ed immettere nel mercato interno prodotti di qualità.

Un paese che non fa più figli ha bisogno di braccia fresche e qualificate e non di generici respingimenti degli immigrati, ma di regole per entrare nel nostro Paese come in tutta Europa: le politiche dell’attuale governo, sono congeniali a una Europa che non vuol cambiare.

È ovvio che l’Europa, la Ue, (l’Europa è formata anche dall’Italia – ne conosciamo obblighi e limiti perché li abbiamo sottoscritti compreso l’euro e non dobbiamo contrabbandarla come una entità estranea al nostro Paese) debba intervenire massicciamente sull’immigrazione (la Presidente della  Ue e il Presidente del Parlamento europeo hanno dichiarato, è un primo passo, che sono disponibili a cambiare i regolamenti, firmati da Berlusconi, di Dublino: il carico dell’immigrato è del paese di primo sbarco) anche perché l’immigrazione sarà la cartina di tornasole dell’Europa per integrarsi e battere i sovranismi.

Tutti gli stati a partire dall’Europa debbono essere coscienti che il movimento dei popoli è una cosa seria (assurdo affermare che le migrazioni portano insicurezza; gl’immigrati non solo in mare vanno salvati, e anche Carola Rackete ha affermato che l’Europa deve occuparsi maggiormente delle migrazioni).

Continuo a sostenere che se l’attuale Bossi-Fini è debole l’immigrazione vada ulteriormente regolamentata da tutti e non può essere lasciata a una strumentalizzazione elettorale di parte: è vile prendere i voti mostrandosi forte con i deboli, i diversi, gli immigrati… e agitare in modo non vero le paure reali o presunte delle persone.

Oggi non è possibile parlare seriamente di immigrazioni, anche se abbiamo il 4% (in Europa la situazione è più contenuta) di calo delle nascite, ma domani forse sì, perché siamo convinti che tornino la politica, la mediazione, il dialogo, il rispetto, e non le bugie, le strumentalizzazioni di una situazione che c’è sempre stata e che in prospettiva si mostrerà con maggior virulenza, perché non si vuole  il dialogo e il rispetto di tutti.

Giulio Lattanzi

24 luglio 2019

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