I tecnici della ricostruzione post sisma entrano in sciopero

Print Friendly, PDF & Email

Si è svolto il 23 luglio a Caldarola l’incontro tra i tecnici che lavorano ai progetti della ricostruzione del Sisma del 2016 e le Associazioni di categoria e sindacali delle Marche.

All’incontro, organizzato da INARSIND, (Sindacato Architetti e Ingegneri) erano presenti anche i presidenti degli Ordini professionali e l’ALPA ( Associazione Liberi professionisti Architetti) oltre a moltissimi tecnici.

Argomento della riunione il perdurare dell’assoluta indifferenza delle Istituzioni e principalmente del Commissario Straordinario alla Ricostruzione Geol. Piero Farabollini alle problematiche inerenti le complicate e contraddittorie ordinanze, ma principalmente alla mancanza dell’ordinanza attuativa del Decreto “Genova” in cui si prevedeva un’anticipazione dei compensi per le progettazioni già eseguite ai tecnici impegnati nella ricostruzione.

La lungaggine burocratica nell’istruttoria delle pratiche presentate va oltre l’anno e per i ottenere i giusti compensi si va ancora oltre di altri mesi, i tecnici sono stremati e non ricevono compensi, per altro assolutamente iniqui e forzatamente al di sotto del minimo assoluto, da anni: il nostro compenso orario è diventato minore del compenso che percepisce un bracciante agricolo non in regola!

La ricostruzione la stanno pagando i tecnici che hanno messo a disposizione il proprio tempo e anticipato le spese di redazione dei progetti ( compensi ai collaboratori, spese vive di studio, viaggi, rilievi, saggi e prove di laboratorio ) indebitandosi con le banche e non riuscendo più a pagare iva, tasse, contributi e principalmente a non dare il necessario a figli e famiglie.

Per tutto questo, visto il perdurare della situazione e non avendo avuto da nessuno alcuna risposta (il commissario era stato invitato e non si è fatto neanche vedere) i tecnici non hanno altra scelta che mettere in atto uno sciopero consistente nel non consegnare i progetti per altro già redatti e completati all’ufficio speciale ricostruzione fino a quando non si andrà a una risoluzione della controversia.

Siamo consapevoli che in questo modo ci rimetteranno le famiglie dei terremotati che sono state delocalizzate e non aspettano altro che di rientrare nelle proprie case e lasciare le SAE, ma la nostra categoria ha solo questo mezzo per scuotere le coscienze e porre fine a questa penosa e assurda situazione.

Fino ad oggi i “politici” hanno tentato di scaricare la responsabilità della mancata ricostruzione sulle nostre spalle, ma la verità è che ai tecnici non vengono concesse le anticipazioni dei compensi perché al contrario se venissero pagati per le loro prestazioni professionali già svolte questo fatto metterebbe in moto una grande quantità di cantieri che costerebbero ancora di più allo Stato quando manca completamente la copertura economica (vero motivo di inerzia delle Istituzioni affermato da un esponente di rilevo a capo della fantomatica “ricostruzione”). Ai lettori i giudizi e la consapevolezza di sapere come sta messa veramente la ricostruzione.

Arch. Claudio Canullo – coordinatore dell’ALPA

25 luglio 2019  

A 3 persone piace questo articolo.

Commenti

commenti