Quella che segue è la sintesi delle informazioni e delle riflessioni maturate in anni di studi intensi e molto approfonditi orientati in tutte le direzioni, dalla spiritualità, alla scienza, all’archeologia, all’ufologia, alla vita di tutti i giorni, soprattutto di questo strano periodo che stiamo vivendo in cui l’umanità è attanagliata da una finta crisi economica, forse una crisi dell’Uomo stesso, che probabilmente sta per imbarcarsi in un nuovo livello di coscienza.
Religioni, essenza spirituale di popoli e civiltà
Sono concetti inaccettabili per il benpensante, e rifiutati a priori dagli atei irriducibili, ma fondamentali per chi voglia intraprendere un percorso di ricerca personale e di confronto, mirata alla crescita della propria consapevolezza e ricerca della Verità. Perché la Verità è che le cose in questo mondo non stanno come ce le raccontano e molti di noi hanno già la sensazione di essere in viaggio verso quella luce. Storicamente parlando, le religioni, nel bene e nel male, hanno marcatamente guidato gli eventi e la storia di tutti i popoli. Soprattutto sono state le conseguenze di divisioni, attriti e guerre seguite da grandi dolori, sofferenze e ingiustizie. Esse, chi più, chi meno, raccolgono l’essenza spirituale di popoli e delle loro civiltà, hanno ognuna un nocciolo duro di verità, quasi un messaggio archetipico che le accomuna e che, attraverso strade diverse, portano tutte allo stesso traguardo culminante in una dimensione di luce, di pace, di serenità, fuori dallo spazio e dal tempo, dove “Tutto è”.
Gli “Esseni”
Analizzando i fondamenti del Cristianesimo, questa religione, impostata inizialmente dai poteri di Roma e del suo impero (concilio di Nicea 325 d.C.), e di seguito plasmata fino ai tempi attuali, la vediamo imperniata intorno alla figura di Gesù, il Cristo. Ma la figura del Gesù storico, quello ricostruito dallo studio dei testi sacri originali, delle ricerche archeologiche e dagli scritti dei cronisti dell’epoca (Giuseppe Flavio in primis ed altri) non è la stessa di quella narrata nei 4 Vangeli riconosciuti. Se il Gesù dei Vangeli appare molto legato a Giovanni il Battista, da questi studi moderni emerge una particolare ipotesi: che Gesù e Giovanni Battista potrebbero essere la stessa persona, facente parte di quel gruppo spirituale e allo stesso tempo contrario al dominio di Roma, che erano gli “Esseni”.
Il “Christos”
In questo contesto, il Gesù/Giovanni Battista riesce a trovare il suo spazio di figura storica, individuata in uno dei molti figli di Giuda il Galileo, il fautore di ideali per uno stato di Israele libero e sovrano sotto la guida di un suo capo, il così detto “Christos”, il prescelto, l’Unto del Signore. La religione Cristiana, fondata quindi sull’epica di questo personaggio rivoluzionario ebreo, è stata rimodellata, creando una figura di Gesù, figlio di Dio e venuto sulla terra quale Salvatore degli uomini, attingendo un po’ qua un po’ là, dal culto Egizio, quello Ebreo, ma in particolare da quello Mitraico.
Il Dio Mitra
Il 25 dicembre nel culto Mitraico era la ricorrenza del “sole invitto”, il sole che risorge a nuova vita. Questa stessa data è stata usata per assegnare e ricordare la natività di Gesù, facendo scomparire nell’oblio dei tempi, la ricorrenza del culto di Mitra, divenuto ora un mero ricordo storico di cultura di 2000 anni fa (per il futuro che verrà, se verrà, sarà assegnata una stessa sorte al Cristianesimo, visto che ogni periodo storico deve essere cavalcato con culture manipolatrici delle masse su misura dei tempi che corrono?).
L’atto di fede
Questo Cristianesimo, fondato sulla vita di un Gesù la cui analisi storica e documentale non risulta proprio da come la Chiesa Cattolica ce la vuole raccontare, deve essere accettato attraverso un atto di fede, che implica un grande sforzo mentale o un annullamento della propria ragione. Ma oggi chi ha quella spinta a capire il significato della vita e il suo fine, difficilmente digerisce questo Cristianesimo, come già fecero gli Gnostici e gli Esseni stessi. Ora, ritornando sul concetto di questa figura di Gesù quale Figlio di Dio, venuto sulla terra a salvare gli uomini, liberandoli attraverso la remissione dei loro peccati di cui si è fatto carico per amore loro (ma quali peccati? Quello così detto originale?) attraverso il sacrificio della sua vita, è proprio il caso, ragionevolmente, di fare delle riflessioni molto serie, così come serie riflessioni bisogna farle un po’ su tutte le religioni, ognuna delle quali si reputa l’unica illuminante e portatrice di Verità.
La favola di Pinocchio
La comprensione del senso della esistenza è un concetto espresso in metafora, non a caso, nella favola di “Pinocchio” che Carlo Lorenzini, alias Collodi, massone di altissimo grado (della massoneria non deviata), ha voluto donarci. Così come Pinocchio da uno stato originale di semplice burattino di legno, dopo tante peripezie, alla fine diventa bambino in carne e ossa, così è la storia dell’uomo, in cui la Scintilla Divina racchiusa nella sua carne, in uno stato iniziale di inconsapevolezza, alla fine, dopo un percorso di tante vite, ricolmo di una infinità di esperienze, ritorna a essere quella Scintilla Divina che è sempre stata, ricolma però, di questo vissuto nella materia.
Nome emblematico: pin-occhio
Nella favola di Collodi, è emblematico anche il nome del protagonista, Pinocchio, il cui nome, guarda caso, richiama la ghiandola pineale e il “terzo occhio” (pin-occhio), da cui si sprigionano, se attivate, le potenzialità latenti dei sensi superiori a quelli ordinari. Nell’essere umano, gli strumenti che operano questa maturazione attraverso il corpo, sono la Coscienza, lo Spirito, e l’Anima, che nella favola di Pinocchio sono rispettivamente rappresentati dal Grillo parlante, da Geppetto e dalla Fata Turchina.
Il Corpo di Luce
Il bravo bambino di carne che alla fine Pinocchio diverrà, siamo noi umani che, dopo un percorso di molte vite terrene, ritorneremo a essere il Corpo di Luce, nella completezza della esperienza della materia. Quel Corpo di Luce che è parte integrante della totalità della Coscienza Divina, allo stesso modo di come un atomo di un determinato corpo umano è parte integrante di quel corpo.
“Divide et impera”
L’evidenza dei fatti storici, ci fa comprendere come le religioni, per come le conosciamo, siano sempre state il movente molto determinante che ha generato e causato la divisione dei popoli, contraddistinta da feroci lotte per il predominio dei propri ideali, seguite dall’egoismo dei propri interessi materiali a discapito degli altri. Tutto ciò è molto riduttivo, e delinea una civiltà umana complessiva ancora molto bassa. È cosa oramai risaputa che da sempre la gestione del potere per il dominio e lo sfruttamento delle masse da parte delle caste dominanti, costituite sempre da pochissime persone (il famoso e attuale 1%), è stato sempre imperniato sul fattore della divisione “Divide et impera”, per l’appunto. Sulla non coesione e divisione delle masse, poste costantemente in contrapposizione, è incentrato il segreto principale per dominarle da parte dei pochi senza scrupoli, senza cuore e ricolmi di un ego spaventoso, concentrati esclusivamente sulla gloria terrena, la materia, che è semplicemente “Maya”, ovvero pura illusione, il nulla. Sono del tutto ignari che la vita eterna, nella luce, è il vero motivo della nostra esperienza terrena nella carne.
Una figura strumentalizzata
Le parole del Vangelo, sono certamente illuminanti sotto il profilo della spiritualità; la cosa che stona è che gli insegnamenti di questo vangelo, fondati sostanzialmente sull’Amore reciproco e il bene comune fra gli uomini, sono uno strumento vuoto. I vertici di chi lo ha predicato nel corso dei secoli e ha sempre gestito il potere, in realtà, nulla ha fatto per centrare gli obiettivi che esso (il Vangelo), si prefiggeva: la crescita dell’Uomo. Un raccolto mai prodotto e neanche cercato, da 2000 anni a questa parte, a dimostrazione che la figura di questo Gesù, che tanto ha predicato l’amore, la giustizia, la pace, è stata strumentalizzata per la creazione di una illusoria speranza costruita a tavolino, non per fini spirituali, ma materiali.
Dominio sulla materia e sull’uomo
A volte Gesù è uno specchio per allodole dietro al quale si nasconde il volto diabolico del male, l’Anticristo se vogliamo, per l’esclusivo dominio della materia e dell’Uomo stesso tenendolo addormentato con falsi ideali al fine di non farlo crescere, per non perdere per sempre l’animale da sfruttare. I ministri del culto hanno spesso dimostrato di essere i primi a non credere in Dio, in questa forza misteriosa superiore, con la quale non si scherza. Quel Dio che i potenti della Chiesa Cattolica non hanno ancora saputo definire, ritenendolo come una cosa staccata dall’Uomo, quando invece ne è parte integrante.
La casta
Ora, dietro la delusione di questa parola, di un Gesù che storicamente non ha prodotto finora nulla di quanto proposto nei suoi Vangeli, come si può riuscire a trovare la forza, anche di fede, per crederlo il Salvatore dell’Umanità inviato da Dio stesso, realmente esistito nei principi che ci sono stati insegnati a parole, ma non a fatti? L’uomo deve ribellarsi alla casta, che altro non è che la peggior parte di sé stesso. La devastazione giornaliera che l’uomo causa determinando grande sofferenza e angoscia, lo sta riportando a tempi non remoti in cui guerre mondiali distruggevano interi popoli.
La Coscienza Divina
Comprendendo che la morte non esiste, che senso ha illudersi nella materia, quando, comunque sia, arriva sempre il momento di lasciare tutto? È molto difficile per l’Uomo comprendere che la vita fisica è solo una piccolissima parentesi, che il corpo è solamente un veicolo momentaneo per sperimentare la vita tridimensionale che ci offre questo pianeta, sul quale, tranne per alcuni, non vale comunque la pena di restarci più di tanto. Però la Coscienza Divina, ha voluto fare questa esperienza tramite noi, probabilmente proprio per farci scoprire la vera realtà del Gesù: in realtà il Cristo del Vangelo, siamo noi, il Cristo appeso sulla croce siamo noi. La sua sofferenza, è la nostra sofferenza, la sua morte sulla croce è la nostra morte fisica, perché la croce simbolo di sofferenza altro non è che la esperienza della vita qui sulla terra tutti i giorni.
Le Scintille Divine
Nel Vangelo è scritto che Gesù, il Cristo è il figlio del Dio Vivente. Ebbene noi, non solo siamo i figli di Dio, ma siamo sua parte integrante, siamo la sua espressione, siamo semplicemente “LUI”. Noi siamo delle Scintille Divine che stanno facendo l’esperienza della vita nella materia. Siamo Dio che vuole fare l’esperienza della vita e della morte. In questo, Egli, tramite noi che siamo la sua emanazione, si rispecchia nel suo “Creato”, volendolo vivere direttamente nella dualità del bene e del male in un percorso di tante vite, attraverso le quali da uno stato iniziale di annullamento della Coscienza, deve imparare a riscoprirsi e da semplice Uomo, da carne, ritornare a quella Essenza, a quella Energia pensante, a quella Luce che lo rende “Creatore di tutto ciò che è” e alla determinazione del concetto che “Tutti siamo Uno”. Siamo DIO.
Tratto da uno scritto di Enzo Michetti
Nota della redazione
La reincarnazione non è un concetto o scoperta recente, già nel cristianesimo primitivo faceva parte del culto, ne abbiamo testimonianza negli scritti di alcuni Padri della Chiesa (San Girolamo, San Giustino, Sant’Agostino, Origene, San Gregorio Nisseno, Sinesio Vescovo); fu bandita dall’imperatore Giustiniano nel 553 ma sopravvisse fino all’eresia Catara. Ancora oggi, nel mondo cristiano, è sostenuta da alcuni gruppi cristiani minoritari, ed è comunque una delle credenze principali nella maggior parte delle altre religioni e sette, come nei culti antichi.
17 novembre 2019