Sanità Marche: la grave situazione delle famiglie con disabile

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Dopo la pubblicazione dei dati ISTAT riguardanti la situazione dei disabili in Italia è arrivato in redazione il commento di Nicola Di Matteo, coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia: “I primi esperti dei bisogni dei disabili sono i loro familiari, ma lo Stato spesso non li aiuta. Nel 2018 sono quasi  13 milioni le persone tra i 18 e i 64 anni che si prendono cura dei figli minori di 15 anni o di parenti malati, disabili e anziani, in base ai recenti dati forniti da Istat”.

 

La grave situazione nelle Marche

Aggiunge Cristiana Di Stefano, dirigente regionale del Popolo della Famiglia e disabile: “Anche nelle Marche la situazione è grave. Occorre fare un quadro della qualità dei servizi erogati in ambito ospedaliero, nei Centri Residenziali e Semiresidenziali, ma soprattutto riguardo l’assistenza domiciliare, per attuare almeno in parte la Legge 104/92, riguardo il diritto del malato e/o disabile, a essere curato e assistito presso il proprio domicilio, affinché possa essergli garantita la vita piena,  dignitosa e autonoma per quanto possibile, come recitano varie Leggi, Diritti Umani e Costituzione. La quasi totalità dei fondi destinati alla non autosufficienza vengono da alcuni anni devoluti alle strutture anziché direttamente ai disabili e/o alle loro famiglie, come avveniva prima con ‘l’assistenza indiretta’ L.162/98. Con l’entrata in vigore del DM. 28/09/2016 istituito dal Governo Renzi, i disabili sono stati scissi in due categorie: ‘gravi’ e ‘gravissimi’. In teoria lo scopo  era di potenziare contributi e servizi ai malati e/o disabili in base all’aumentare della gravità e dei bisogni, ma nella pratica non fu così, a causa dell’autonomia delle regioni.

La Giunta Marchigiana con una delibera ha subito depennato l’art. 2 del D.M. stesso, modificandone le finalità e contemporaneamente, escludendo la L. 104, ha cambiato i criteri di valutazione della condizione dei malati e/o disabili, da socio-sanitari a sanitari.

Così i ‘gravi’ si sono trovati esclusi da ogni forma di aiuto, in molti casi costretti dall’indigenza a lasciare la loro casa per finire in una delle strutture che hanno beneficiato dei fondi per la non autosufficienza.

Da qualche tempo la Regione Marche ha aderito al progetto ‘vita indipendente’, al quale, solo se modificato, potrebbe avere accesso anche chi vive da solo senza altre risorse oltre la pensione d’invalidità.

Se fossero eliminati gli ‘sprechi’ di denaro fatti per istituire ulteriori Commissioni, per cancelleria, burocrazia, ecc., per valutare se un malato disabile sia ‘grave’ o ‘gravissimo’ (quando per saperlo basterebbe richiedere il certificato della L. 104/92 in situazione di gravità permanente, dato che si ottiene dopo la valutazione di ben due diverse commissioni mediche, previa visita e visione di referti medici) ci sarebbero molti più fondi disponibili per gli aventi diritto.

Se poi in Italia si utilizzasse tale certificato per assegnare la pensione d’invalidità, probabilmente scomparirebbero anche i falsi invalidi. C’è soprattutto bisogno di un valido programma nazionale, per attuare a pieno la L. 104/92, per garantire l’assistenza in tutta Italia e mettere fine alle gravi disparità di trattamento tra una regione e l’altra”.

 

La situazione delle famiglie con disabile

Puntualizza Nicola Di Matteo: “Il tema delle persone con disabilità e la Famiglia deve essere centrale nelle politiche del Governo ed è per questo che il Popolo della Famiglia chiede che nella Legge Finanziaria ora in discussione, vengano stanziati e aumentati i fondi per sostenere realmente le persone in difficoltà e le loro famiglie. Basti pensare alla mobilità che in tante realtà locali si traduce troppo spesso ‘in percorso a ostacoli’ per le persone con disabilità. Ora ci attendiamo finalmente che nella legge finanziaria, secondo  quanto annunciato nel programma del Governo Conte-bis, l’aiuto ai non autosufficienti, la mobilità, l’accessibilità e i servizi di trasporto pubblico per le persone con disabilità siano riconosciute non solo a parole, ma anche stanziando i fondi opportuni. Sono le famiglie le prime a soffrire di carenze nei servizi a favore dei propri congiunti. Sono le famiglie le prime che si incaricano di supplire al mancato aiuto delle amministrazioni locali che si lamentano per la mancanza di fondi. Sono le famiglie che troppo spesso si trovano a combattere contro burocrazia e disservizi pubblici e maleducazione privata.

Bene ha fatto recentemente la Corte di Cassazione a stabilire che parcheggiare in un posto riservato ai disabili è reato penale, ma dal Governo ci aspettiamo l’impegno concreto di aiutare e sostenere economicamente quanti portatori di diritti e di dignità non possono essere lasciati indietro. Occorre sensibilizzare i cittadini, sulla cultura del rispetto e della dignità dei disabili. Ricordo con amarezza le tante promesse disattese, finanziamenti inadeguati o rinviati nel tempo a favore di malati e disabili. Perché nel dibattito pubblico, politico e parlamentare questo tema, come quello della Famiglia viene spesso citato, sbandierato, proclamato e utilizzato, ma raramente e seriamente affrontato in termini legislativi ed economici. Non basta l’istituzione di un fondo denominato ‘Fondo per la disabilità e non autosufficienza’, con una dotazione di 50 milioni di euro, perché senza ‘appositi provvedimenti normativi’ queste risorse sono allocate ma non realmente spendibili. Milioni di persone con disabilità, malati non autosufficienti e le loro famiglie aspettano risposte certe, in termini di politiche e servizi”.

30 novembre 2019

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