Centralità della scuola, fonte di ogni sviluppo reale

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Il Ministro della Pubblica Istruzione, Fioramonti, l’aveva detto prima della “finanziaria” che la scuola, l’istruzione, la cultura, dovevano funzionare modernamente o si sarebbe dimesso, e l’ha fatto tra lo stupore generale (Fioramonti chiese tre miliardi di euro per la scuola e indicò come trovarli: tasse di scopo a principiare dalle merendine…): il confronto civile, la solidarietà, il rispetto, la soluzione dei problemi collettivi si possono ottenere solo attraverso la istruzione oppure il Paese è destinato a “ragionare” con la pancia, con i propri problemi presunti o veri, con il suo egoismo.

Strumenti qualunquistici – Le polemiche infuriano a seguito delle dimissioni di Fioramonti (è una sceneggiata), in modo particolare da parte del Movimento 5Stelle: “il Ministro non ha versato una parte dello stipendio da deputato al Movimento” (l’85% dei Parlamentari del “Movimento” non versa i contributi: i 5Stelle la smettano di usare questi e altri strumenti qualunquistici per illudere la gente). Si presenti invece una legge per il finanziamento pubblico dei Partiti controllato, anche attraverso servizi Parlamentari, e poi si definiscano i contrappesi per la diminuzione dei deputati. Non si agisca in modo strumentale e populistico.

Lorenzo Fioramonti

La scuola affonda – Subito dopo le dimissioni di Fioramonti ho sentito un insegnante il quale mi ha detto che con le tante circolari, cui è difficile stare dietro tanto sono contraddittorie, la scuola affonda. Ho letto che l’università ha bisogno di fondi (un miliardo di euro) per guardare con speranza al futuro. Senza alcun dibattito approfondito si è proceduto immediatamente alla sostituzione (lo spacchettamento era un’esigenza sostenuta da molti politici, operatori e dirigenti del settore) del Ministro dimissionario, che comunque ha lanciato un monito: serve alla scuola, e non solo, la ricerca in generale e applicata.

Servono ricercatori – Le strutture statali e private hanno bisogno di ricercatori ora, e non domani, ed è facile reperire le risorse se veramente si vuole. La nostra scuola è al di sotto di circa due punti alla media Europea (3% a 5%) per investimenti nel settore, gli edifici scolastici, in maggioranza, non rispettano sia le norme di sicurezza che quelle sismiche, c’è un forte abbandono scolastico. Non sappiamo utilizzare o trattenere in Italia i nostri giovani, ma continuiamo a dire, senza affrontare il problema, che sicuramente dietro le dimissioni del Ministro c’è qualcuno ed è politicamente strumentale. Invece la verità, al di là di ogni sospetto, è che è stata messa al centro del dibattito l’educazione, che è la fonte di ogni sviluppo reale. 

Giulio Lattanzi

19 marzo 2020

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