“Il canto dell’erba”: una storia maceratese, quella di Serena e dei suoi genitori

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“Il canto dell’erba” è un libro scritto da Lidia Appignanesi ed è una storia. La storia vera di Serena e dei suoi genitori. Il racconto del girovagare tra ospedali, professori, dell’assunzione di medicinali per combattere una male sconosciuto.

Sorretti dalla speranza, dalla fede, da quell’amore incondizionato che solo i genitori sono in grado di portare con sé, nel cuore e nell’anima. Siamo voraci lettori, ne recensiamo in continuo, di libri, a volte ci coinvolgono ma mai siamo stati toccati così intimamente.

Non vogliamo entrare nella “cronologia” del racconto, preferiamo scrivere del luogo dell’infanzia di Serena, una favola… una casetta rossa a ridosso di una strada bianca di campagna, una vecchia siepe di bosso, una piccola aiuola, un ippocastano, una panchina verde, un gatto e Serena che rincorre farfalle, lucciole, camminando s’un prato di margherite e ranuncoli. Così, evolvendo, dovrebbe continuare la strada della vita, per tutti.

Ma sorgono troppo spesso le difficoltà, non tutte uguali e toccano i vari aspetti della esistenza, coinvolgendo le persone vicine quando c’è conoscenza, o affetto, o amore. Qui la tastiera s’impunta… cosa scrivere di genitori che hanno lottato, che nei momenti di disperazione si sono rivolti a Dio, anche con parole dure: “Perché..?”

A loro solo le grandi gioie dei piccoli miglioramenti. A loro l’ammirazione per l’adattabilità a una situazione estrema.

Non sono soli in questo. Ci sono tante situazioni nel chiuso delle case, nella intimità familiare fatte di convivenza con il male, fisico, psichico. Oggi la società si è organizzata, non sempre e non ovunque, per alleviare queste situazioni di sofferenza ma è sempre sulle spalle dei familiari che l’aiuto si fonda. E a loro… chi ci pensa? Non tutti sono forti, non tutti reggono, a volte con il male le famiglie si sfasciano.

Un tempo c’era il reciproco aiuto tra vicini, oggi anche quello sta scomparendo. Forse è arrivato il momento di ripensare la nostra vita.

Fernando Pallocchini

19 agosto 2020    

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