Una storia che va avanti da secoli: il castellano, l’ortolano, la plebe e il menestrello 

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Il dilemma è il fascismo: è nato in Italia perché siamo geneticamente propensi a questa forma “politica” e siamo ancora succubi del fatto che sia nato qui? Incredibilmente (secondo me) si evoca ancora il fascismo per difendersi dal malaffare che è imperversato in Italia e tenta in tutti i modi di mantenere lo status quo che garantisce ad alcuni vantaggi economici sfacciatamente importanti.

Ora vi racconto una storia metaforica… Ognuno cerca di difendere il proprio castello da dove domina la plebaglia da mungere, o difendere il proprio orticello che produce frutti facili e succulenti, con poca fatica, per cui a quest’ultimo basta solo garantire, mentendo spudoratamente, più o meno consapevolmente a favore del castellano. Il dramma è che la plebe ancora si fa mungere tranquillamente dal castellano, grazie al megafono dell’ortolano che si erge a paladino di libertà e giustizia (secondo questa mia metafora medievale).

Allora, sempre su consiglio dell’ortolano menzognero, la plebe, non tutta certamente ma buona parte, troppa “buona” parte, invoca il castellano spremitore di difenderla da lui stesso. In pratica la plebe vorrebbe, in una sorta di delirio di libertà che non la fa rendere conto della sua cecità, chiedere aiuto al suo carnefice, aguzzino e sfruttatore, affinché venga a liberarla.

Ma la storia non finisce qui perché devono ancora entrare in scena altri personaggi. Probabilmente è stata la mia presunzione a farmi pensare che il problema fosse da ricercare nella poca istruzione del popolo, ma ho preso coscienza che così non è: c’è bisogno d’invocare l’aiuto di qualche psicologo, sperando di non incappare in un facsimile dell’ortolano di cui sopra.

E sì… perché tra i refoli di vento che agitano le piantine (dell’orto) si muovono i parassiti imbroglioni (un sottoprodotto dell’ortolano) che si spacciano per quello che non sono. Naturalmente sempre con il beneplacito di castellani senza scrupoli che lautamente li ricompensano. Di fronte alla situazione sin qui descritta, con il castellano rassicurante, l’ortolano garante della bontà e della onestà del castellano, la plebe comincia a dubitare della buona fede dei due, visto che alla fine della giornata ha sempre più fame, che giorno dopo giorno dimagrisce mentre gli altri due personaggi diventano sempre più pasciutelli.

A questo punto un menestrello si affaccia sulla scena, ascolta le lamentele del popolo, comprende la situazione e comincia a provare ad aprire gli occhi a questi  poveri tapini dicendo: “Tu, o popolo stai sbagliando tutto. Il castellano è un farabutto truffatore. L’ortolano è un imbroglione traditore che si è venduto al castellano per garantirsi un posto al sole a tue spese, tenendo a te nascosta nel buio la verità!”

La storia finisce qui. Quale sarà la conclusione? Le domande rimarranno senza risposte? Credo che toccherà accettare la più ovvia, quella che causerà più sofferenza: il castellano è tale perché è più furbo dell’ortolano che, a sua volta, è più furbo della plebe che, come ha insegnato Platone ormai da più di 2.500 anni, mai si fiderà del menestrello. Questa è una storia eterna.

Giorgio Ranieri

9 settembre 2020

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