Ludvina Cinti, terremotata, candidata alle regionali per dare voce a chi non ce l’ha

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Ludvina Cinti, candidata di Pieve Torina al consiglio regionale con “Movimento per le Marche” a sostegno di Francesco Acquaroli, annuncia battaglia sull’ultima “beffa” scoperta dall’associazione di cui è fondatrice: “Tre milioni e 469mila euro saranno versati dalla Regione ad Arcale, per un accordo raggiunto dopo la battaglia legale avviata per i problemi riscontrati alle casette. “Pagheranno sino all’ultimo centesimo di danni”, aveva detto l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, invece a pagare è la Regione Marche con i nostri soldi. Così, dopo il danno la beffa: ci sentiamo presi in giro.

Come associazione “La terra trema noi no” abbiamo scoperto e reso pubblica la questione ma siamo stati completamente ignorati, non ci fermeremo, andremo avanti e stiamo approfondendo quali azioni sia possibile intraprendere»

Aggiunge Ludvina Cinti: «Va vigilato che i fondi destinati a ricostruzione e sostegno ad attività economiche siano spesi principalmente nei centri del cratere; va riconosciuto il danno indiretto anche a chi non ha più potuto riaprire l’attività e mi batterò in Regione per questo. Anche esaminando i dati sulle richieste di contributo per la ricostruzione la maggior parte dei fondi sono andati a diverse decine di chilometri dall’epicentro delle scosse di ottobre, a essere più indietro nel processo di ricostruzione sono i centri maggiormente devastati, tranne poche eccezioni. I comuni maggiormente danneggiati riconosciuti nella specifica ordinanza di Legnini, vanno messi in condizioni pari di ricostruire come gli altri. Per evitare lo spopolamento fondamentale sarà la salvaguardia dei servizi sanitari e degli ospedali esistenti, incrementando i servizi di prevenzione e medicina territoriale, per garantire ai residenti nell’entroterra gli stessi servizi della costa».

Un altro problema mai affrontato, ricorda Ludvina Cinti, riguarda le attività che pur essendo rimaste aperte, si trovano a dover lasciare l’edificio che le ospita a causa dei lavori: «A oggi risulta esserci un buco normativo, riguardo l’accesso ai contributi per la delocalizzazione temporanea causata dai lavori di ristrutturazione per i danni dovuti al terremoto sugli stabili dove risiedono le attività commerciali. Infatti oggi se un’attività si trova in uno stabile dove si devono effettuare i lavori per la ristrutturazione dei danni, dovuti al terremoto del 2016 e gli viene chiesto obbligatoriamente che per effettuare detti interventi la chiusura temporanea per 2 o più mesi, 6 mesi ed oltre, non può accedere a nessun tipo di aiuto da parte dello Stato, né per un eventuale delocalizzazione temporanea in altro luogo, né un aiuto economico dovuto al mancato incasso per il tempo dei lavori».

Conclude Ludvina Cinti: «Ho scelto di fare una campagna elettorale tra la gente, incontrandola di persona, girando in camper tra i nostri bellissimi paesi. Ho trovato persone che si sentono abbandonate, anziani rassegnati che fanno tenerezza e attendono solo di sapere quando potranno rientrare, riscoprendo anche la bellezza dei nostri territori. Mi sono resa conto delle fragilità, delle necessità ma anche delle speranze della gente, siamo trentamila terremotati, ognuno da solo non ha voce, ma insieme possiamo fare la differenza. Dobbiamo guardare al futuro, questa terra ha numerose potenzialità, si deve accelerare sulla ricostruzione, puntando sul miglioramento dei servizi sanitari e il loro ampliamento, investendo sul turismo, attività agricole e manifatturiere sostenibili. Mi sono messa in gioco per dare voce a chi non ha voce».

18 settembre 2020

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