Federico Barbarossa in Germania? Ma documenti e atti notarili lo danno in Italia…

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Negli ambienti fermano /maceratesi, gli avvenimenti dell’Eremo di Fonte Avellana sembrano di un mondo lontano, non interessante. La consuetudine di tanti storici di scrivere sulla piccola e limitata storia del proprio paesello, del proprio orticello, è assolutamente impropria per l’alto medioevo, questa visione è ammissibile solo successivamente, dopo la piena evoluzione delle vicende comunali.  Prima di questa evoluzione dobbiamo necessariamente trattare la Storia in altro modo, prima delle vicende comunali c’è il Sacro Romano Impero, e tutte le vicende sono espressioni locali del S. R. I..

Le carte 152 e 153 di Fonte Avellana – Mi riallaccio al precedente scritto (La Rucola 269) riprendendo il racconto su Phredericus, il personaggio che compare su un documento del 1125 nelle Carte di Fonte Avellana. A dimostrazione della coerenza della mia teoria che Phredericus sia identificabile con Il Guercio padre di Barbarossa, metterò in relazione le vicende storiche note che lo riguardano con alcuni documenti dove questo nome compare. Ripartendo dal documento “152” del 1125 di Fonte Avellana a firma di Phredericus dux et marchio, la storiografia dice che in quell’anno moriva il re d’Italia e l’imperatore del S. R. I. Enrico V (1081-1125), e tra i successori papabili c’era il nipote Federico il Guercio.

Ma nel frattempo, prima della elezione, deve essere successo qualcosa di importante: il padre di Barbarossa è indicato come l’Orbo, o il Guercio, perché aveva perso un occhio, e questa pare sia stata una delle cause della mancata successione a Enrico V: la mancanza di integrità corporale, infatti, ne pregiudicava l’eleggibilità a re.

Ma questo deve essere accaduto DOPO la morte di Enrico V, se Federico fosse stato orbo già prima, non sarebbe stato indicato come successore dallo zio. In internet lo sostengono anche altri, ma non ho trovato la fonte, c’è in questa ipotesi comunque una logica.

Viene eletto dunque nel 1125 re di Germania e rex romanorum Lotario di Supplimburgo, ma Federico non lo accetta, e in contrapposizione a Lotario fa eleggere re d’Italia, nel dicembre 1127, il proprio fratello minore, Corrado. Ora, curioso che sul documento successivo al “152” di Fonte Avellana, e cioè il “153” del gennaio, il notaio certifichi la donazione di un terreno di Cagli “Corrado regnante”, in anticipo alla sua nomina ufficiale a re d’Italia nel 1127 e rex Romanorum nel 1128.

Mancando altri elementi, possiamo ipotizzare che Federico perse l’occhio poco tempo dopo la morte dello zio, e il fratello Corrado ne prese subito il posto come aspirante regnante, venendo quindi indicato “regnante” nei documenti notarili, già prima di essere eletto.

Cagli è uno dei fondi che erano stati soggetti a Matilde di Canossa, l’antenata di Federico e Corrado, ai quali il notaio fa riferimento come massime autorità del luogo, a prescindere da nomine o elezioni ufficiali: ovviamente li conosce! Eppure vari autori sostengono che il notaio abbia errato, senza indagare oltre. Ma negli annali di Lucca, troviamo nel 1120 Corrado figlio di Federigo e ora Marchese di Toscana (titolo che era stato di Matilde) a confermare le immunità ai Consoli di Lucca, nel 1126 concede agli stessi Consoli tutte le ragioni del Castello di Nozzano.

Altre numerose attestazioni di presenza di Corrado le troviamo negli stessi anni negli Annali della città di Firenze e nelle Memorie Istoriche della città di Pistoia. Tutto ciò per dimostrare, semplificando, che grazie ai beni di famiglia matildini, troviamo in vari documenti un Corrado che altri non può essere che Corrado III di Svevia e già duca di Toscana (prima ancora che re), perché non ce n’è un altro con quel titolo, nome, potere, in quel tempo e in quei luoghi che hanno a che fare con i possedimenti matildini. Per associazione, dove troviamo un autorevole Phredericus che firma e dispone nelle stesse zone e negli stessi anni, altri non può essere chi ha potere su queste terre al pari di Corrado: il fratello Federico, il Guercio. Ma non solo, anche di Lotario re di Germania è documentata la presenza a Montecassino nel 1125.

Barbarossa in centro Italia prima del 1154 – Molti storici affermano che nell’anno 1152, al fine di ottenere il titolo di re di Germania, Federico cercò l’appoggio di suo zio Guelfo VI, fratello della madre, promettendogli la Sardegna, la Toscana, Spoleto e i beni Matildini: ma come poteva disporre a suo piacimento, con il solo titolo di duca di Svevia, di questi territori in Italia? A che titolo poteva permettersi di decidere sulla attribuzione di quei feudi e soprattutto di quello di Spoleto?

Ufficialmente venne in Italia per la prima volta nel 1154, almeno due anni più tardi. Ma se riprendiamo il racconto da Federico il Guercio, ecco la spiegazione: quando in vecchiaia questi si ritira in convento, affida al fratello minore Corrado gli affari della casata e all’allora adolescente figlio Federico quelle del ducato. Questo apre la possibilità di trovare traccia del giovane Barbarossa nella Marca, in qualcuno dei documenti e nei fatti locali intorno all’anno 1140. Come per esempio nel documento di concessione di terreni in enfiteusi del gennaio 1143, contenuto nel Codice 1030 dell’Archivio storico comunale di Fermo, dove si legge temporibus Guarnerii et Federigo dux et marchione.

A tal proposito è interessante quanto scrive Franco Cardini a p. 164 del libro “Il Barbarossa”, dove l’imperatore afferma che è sua intenzione riappropriarsi dei beni aviti: “(era sceso in Italia) non per adattarsi al passeggero favore di un popolo turbolento,( bensì) in quanto principe ben deciso a rivendicare – al bisogno anche con le armi – l’eredità avita”. Egli stava rivendicando i beni non di qualcuno in genere, ma proprio i beni degli avi.

E tra i suoi avi dobbiamo considerare Agnese sua nonna e il bisnonno imperatore Enrico IV. Il tentativo di non disperdere i possedimenti era già iniziato qualche generazione prima: la nonna di Matilde di Canossa ebbe ben tre mariti, il secondo fu Federico di Lotaringia (995-1026), da cui ebbe due figlie, Sofia e Beatrice. Alla morte di Federico di Lotaringia, le due ragazzine vengono adottate ed educate dalla zia, sorella della madre: l’imperatrice Gisela di Svevia, madre dell’erede al trono Enrico III. La figlia di Beatrice, una delle due ragazze adottate dall’imperatrice, è Matilde di Canossa. Matilde ereditò gran parte dell’Italia ed ebbe un potere immenso.

Fervente sostenitrice del papa e in perenne contrasto con il cugino imperatore Enrico IV (figlio di Enrico III), fa uno sgarbo enorme: non avendo figli fa testamento a favore della Chiesa per una cospicua parte dei suoi beni, dando origine a lunghe dispute fra papi e imperatori; i primi per avvalersi del testamento, i secondi rivendicando il possesso feudale come legittimi discendenti ed eredi. Questi beni saranno rivendicati pure da Barbarossa e successivamente da Federico II, e continueranno a essere al centro di lotte e guerre per almeno due secoli.

Ecco il perché della emissione di ripetuti diplomi per confermare immunità e protezioni imperiali. Tra questi diplomi, ce ne sono diversi emessi tra il 1120 e il 1148 dove troviamo indicato o la firma di Phredericus /Federico duca e marchese, spesso associato a Guarnerio duca e marchese. Facciamo dunque una osservazione: si conoscono molte testimonianze del rapporto tra il Guarnieri e Federico duca e marchese, di quelli tra Guarnieri e Federico Barbarossa, ma non si conosce niente riguardo rapporti tra Federico il Barbarossa e Federico duca e marchese. Fa venire in mente ciò che succede nei film di Zorro o di Superman, dove due personaggi interpretati dallo stesso attore non si incontrano mai, perché non sono due persone distinte ma la stessa persona.

Una clamorosa conferma della identità del Federico duca e marchese viene svelata da un documento del luglio 1153 (le carte dell’abbazia di Chiaravalle di Fiastra vol. 1 pag.142, citato anche da don Otello Gentili a pag. 273 nel suo “L’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra”: “Ab In Dei nomine. Ab incarnatione domini anni sunt MCLIII et dies mens iulii, inditione I, t(em)pore Anastasius papa et regnante Fredericus rex et permanente marchione Guarnerio. Se teniamo conto che nei documenti riferiti a Federico duca e marchese, egli è spesso nominato assieme a Guarniero, dovremo tenere in considerazione il dettaglio che in questo documento Guarniero non è messo in relazione con Federico duca e marchese, anzi di questo non c’è traccia, ma viene nominato un “altro” Federico che è indicato come regnante e cioè Federico detto il Barbarossa, divenuto re di Germania, solo che quella indicazione “permanente” sembra legare i due personaggi in modo molto stretto e cioè indicare che si parla sempre dello stesso Federico, che prima era duca e marchese e che qui ritroviamo diventato re.

Dell’altro personaggio nominato nel documento, Guarniero, già comparso in queste righe, sappiamo che negli anni successivi era infatti al seguito del Barbarossa. Non è difficile capire dove si vuole arrivare con questa lunga dissertazione: ciò che nelle Regioni circostanti le Marche è stato sempre noto, non solo in pergamene tarlate, ma proprio nella tradizione popolare, nella nostra Regione è tabù: se gli antenati di Federico Stupor Mundi scorrazzavano continuamente per le Marche, per gestire e amministrare delle importanti proprietà personali, per quale motivo si continua a leggere nei libri di storia (che dovrebbero derivare dagli stessi documenti che ho consultato io) che questi re e imperatori stavano ad amministrare l’Europa dalla lontana e fredda Germania, residenti in costruzioni di legno?

Come mai i documenti che si trovano in Italia non vengono considerati? Si tratta di documenti notarili, sottoscritti di proprio pugno dai dichiaranti, e sono redatti e firmati IN ITALIA. Come può altresì essere verosimile sostenere che imperatori e importanti membri delle relative famiglie venissero solo di tanto in tanto in Italia, riuscendo a costruire palazzi, monasteri, rivendicare, donare proprietà, produrre tanti documenti? Anche ammettendo che la loro base fosse in Germania, queste presenze nelle località italiane citate implicherebbero ripetuti e veloci viaggi dalla Germania, dei quali dovrebbero esserci tracce e memorie lungo il percorso, ma non le ho ancora trovate! Qualcosa non torna, molte cose suggeriscono, o meglio finiranno per attestare, che le biografie di questi Signori sono da riscrivere.

Massimo Orlandini

Genealogia Matilde-Enrico V-Barbarossa di Simonetta Borgiani

Versione completa e più leggibile in pdf

genealogia Matilde Agnese Federico di Sim.

16 gennaio 2021

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