Dea Bona, antica divinità e prende corpo la fondazione di Roma da parte dei Piceni

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Il sito Culturaitalia.it, emanazione del Ministero per i beni e le attività culturali (MIBAC) riprende la scheda del Touring club, Ente altrettanto autorevole, nel descrivere la chiesa di Santa Maria in Arabona di Manoppello afferma: “Allusiva alla sua salubre posizione”.

Ma quale “aria buona”! – Questa tradizione è ormai superata dalla certezza che si tratti di chiesa costruita sui resti di un tempio dedicato alla Dea Bona, stesso sincretismo della nostra Santa Maria di Rambona. L’aria bona dimostra forse quanto il ministero tenga più alla natura incontaminata in cui si trovano dette chiese, invece che ai beni culturali? Ma tuffiamoci nel passato più remoto, dimenticando per un attimo le brutture del presente più attuale.

Manoppello – Santa Maria Arabona

Il vero nome della Dea Bona – Il vero nome della Dea Bona era Fatua/Fauna, divinizzata in Bona Dea, moglie e sorella di Fauno Re d’Italia (in alcune versioni), figli di Pico re dei Latini e del Piceno. Nocera Umbra secondo la tradizione fu fondata da Giano primo re d’Italia, a sua volta figlio di Giaffet figlio di Noè. Tutte le località che terminano con il suffisso “ano” prendono il nome dalla divinizzazione di Giano, come le località di nome Nocera sono dedicate alla madre di Giano, Nochera. Anche Nocera umbra è perciò di origine picena, e i suoi abitatori Plinio il Vecchio li chiama Nucerini Populi cognomine Fauonienses, cioè adoratori di Favonia-Fauna, anche detta Bona (da: Di Nocera nell’Umbria e sua diocesi, 1653).

Arcaica divinità italico/picena – La dea Bona non sembra proprio essere, all’origine, né egizia, né greca, come si vorrebbe per la maggior parte delle divinità antiche, ma piuttosto una arcaica divinità italico-picena, che verrà assimilata in epoca più tarda a sue simili greco-romane. Si sa poco del suo culto perché misterico, i riti si svolgevano di notte ed erano esclusivi per le donne, gli uomini non potevano parteciparvi. Al suo tempio era sempre annessa una piccola farmacia dove le sacerdotesse preparavano rimedi medicamentosi con le erbe e praticavano il vaticinio, proprio come le Pizie e le Sibille, ma solo alle donne; mentre Fauno prediceva ai soli uomini.

Statua dea Bona con epigrafe

A Roma il primo tempio – A Roma si venerava nel santuario del Piccolo Aventino, in una zona del colle anticamente ricca di grotte e sorgenti: a lei era stato dedicato un tempio prima di ogni altro dio di Roma. Ce n’era un altro a Tivoli. C’erano poi due santuari a Ostia antica, il cui porto è precedente alla fondazione di Roma: nelle pagine de La rucola più volte è stato scritto (Arduino M., Graziosi N.) che fosse stato costruito dai Piceni per raggiungere Sardegna e Corsica, luoghi di approvvigionamento di metalli più prossimi rispetto alla cosiddetta “via dello stagno” che li portava fino in Inghilterra. Ragion per cui è lecito supporre, viste le premesse, che è sempre meno peregrina l’idea che Roma sia stata fondata dai Piceni.

Simonetta Borgiani

16 novembre 2021

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