Luca Sampaolo, volontario delle Nazioni Unite e attivista dei diritti umani

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Con Luca Sampaolo, attivista dei diritti umani, vediamo alcuni aspetti del suo essere volontario delle Nazioni Unite.

Nel momento in cui si intraprende quella carriera internazionale si viene registrato al Ministero degli Affari Esteri per essere impiegato in situazioni di emergenza o per aiuti umanitari. L’ONU è un ente giuridico di diritto internazionale, pertanto, si avvale dell’adempimento e delle regolamentazioni dei trattati internazionali. Il suo obiettivo è quello di garantire la pace nel mondo e di promuovere e tutelare i trenta diritti umani universali.

È importante precisare che, in questo momento, l’impegno dei circa 18.000 volontari (global goals supporter) è orientato a promuovere l’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, che comporta il raggiungimento, a livello mondiale, dei 17 S. D. G. s (Sustainable Development Goal)  https://sdgs.un.org/goals. Quando si parla di questi obiettivi si parla delle 17 piaghe sociali del mondo, quindi debellare la povertà, la fame, risolvere l’inquinamento, eliminare le disuguaglianze, creare comunità sostenibili e garantire istruzione e pace, solo per citarne alcune.

La Società delle Nazioni, attiva dal 1920 al 1946, nata per la risoluzione pacifica delle controversie internazionali e per promuovere la cooperazione tra gli Stati, pur con i suoi meriti, non riuscì a evitare alcuni conflitti e in ultimo la carneficina della seconda guerra mondiale. Sulle ceneri di questo organismo, il 26 giugno del 1945, nacquero le Nazioni Unite (lo statuto entrò in vigore quattro mesi più tardi, il 24 ottobre 1945). L’Italia entrò a far parte di quegli accordi internazionali dieci anni dopo, il 14 dicembre del 1955. Oggi il ruolo delle Nazioni Unite diventa estremamente decisivo in quanto la pandemia, che ci affligge da due anni, ha generato nei vari popoli la necessità di mantenere il rispetto dei diritti umani.

Una nazione fuori dalle attenzioni dei media, probabilmente non essendoci interessi, è lo Yemen. Il sito www.intersos.org “Aiuto in prima linea” riporta in data 26 marzo 2021 un conflitto iniziato a marzo 2015 tra il governo centrale e Ansar Allah (Houthi). Questa emergenza umanitaria che dura da sei anni sta coinvolgendo 24 milioni di persone, le quali hanno bisogno di aiuto, con 4 milioni di sfollati e 2,3 milioni di bambini che soffrono la fame.

Il secondo Paese nella graduatoria di quelli che necessitano di aiuti umanitari è la Repubblica Democratica del Congo che ospita cento gruppi armati, ove ben 16 milioni di persone richiedono assistenza umanitaria, di questi più di 15 milioni soffrono la fame, mentre gli sfollati sono circa 5 milioni.

Al terzo posto abbiamo la Siria, la guerra iniziata nel 2011 ha fatto sì che, oggi, 11 milioni di siriani (65% della popolazione) abbiano bisogno di assistenza umanitaria e circa 6 milioni siano gli sfollati. È risaputo che al momento in cui nascono i conflitti interni i Paesi iniziano a cadere nella povertà e nella fame. Gli impressionanti dati delle emergenze umanitarie di questi tre paesi sono molto più alti rispetto a quelli causati dall’emergenza Covid-19 in tutto il mondo.

Poniamo alcune domande a Luca Sampaolo.

Come mai i mass media non pongono la dovuta attenzione a queste problematiche? – “Rispondo con un interrogativo: quali sono i vincoli d’interesse necessari affinché tutto il mondo intervenga in aiuto e faccia finire  queste discriminazioni?”

Ci parli di ciò che da sempre l’Onu promuove e cerca di garantire: il rispetto dei diritti umani inalienabili. – “Il 10 dicembre 1948 la first lady Eleanor Roosevelt presentò la Dichiarazione universale dei diritti umani a Parigi in una assemblea generale dell’ONU, ove sono elencati i trenta diritti di ogni essere umano. Il preambolo della dichiarazione specifica: Il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità, e dunque considera fondamentale che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche se si vuole evitare che l’uomo sia costretto… alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione”.

I testi scolastici sono sempre greco-centrici per scrivere che tra i precursori del concetto di diritti umani ci fu Ciro il Grande di Persia quando, dopo aver conquistato Babilonia nel 539 a. C., disse agli schiavi che erano liberi di andarsene e alla gente che poteva scegliere la religione (dal cilindro d’argilla di Ciro). Nonostante la Magna Charta Libertatum, una innovativa, per l’epoca, “ricerca della felicità” di Thomas Jefferson (nella dichiarazione d’indipendenza americana), la rivoluzione francese, poi il Mahatma Gandhi, Madre Teresa di Calcutta (oggi santa), Nelson Mandela e Martin Luther King (non per niente Gandhi e M. L. King furono assassinati) perché ancora oggi abbiamo a che fare con queste feroci problematiche? – “La signora Roosevelt rispose a questa domanda dicendo: Dove iniziano i diritti umani universali? In piccoli posti vicino casa, così vicini e così piccoli che essi non possono essere visti su nessuna mappa del mondo. Ma essi sono il mondo di ogni singola persona; il quartiere dove si vive, la scuola frequentata, la fabbrica, la fattoria o ufficio dove si lavora. Questi sono i posti in cui ogni uomo, donna o bambino, cercano uguale giustizia, uguali opportunità, e uguale dignità senza discriminazioni. Se questi diritti non hanno significato lì, hanno poco significato da altre parti. In assenza di interventi organizzati di cittadini per sostenere chi è vicino alla loro casa, guarderemo invano al progresso nel mondo più vasto. Quindi noi crediamo che il destino dei diritti umani è nelle mani di tutti i cittadini in tutte le nostre comunità”.

Vale a dire che, per avere un mondo libero e giusto, come viene indicato al diritto numero 28, ognuno di noi è chiamato a esercitare i diritti umani iniziando già nella sfera privata. Dei 208 paesi del mondo, di cui 196 godono di sovranità, 193 sono membri delle Nazioni Unite, è quindi ipotizzabile che, per la prima volta, si riescano a definire degli accordi internazionali affinché siano unificati gli sforzi collettivi volti al raggiungimento della pace nel mondo.

Eno Santecchia

17 novembre 2021

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