L’inchiesta: “Il fattaccio della sparizione dell’INRCA di Appignano” – 2^ parte

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La fidejussione è sparita – Il 30 novembre del 2020 Luca Buldorini, a seguito di una richiesta fatta al Comune di Appignano, riceve la seguente risposta: “ … (omissis) …  (risposta dell’Ente Falconi) non è possibile consegnare copia della polizza fideiussoria … in quanto non è stata consegnata da INRCA … richiesta più volte dall’Ente a INRCA da ultimo con raccomandata in data 7 settembre 2015”.

Commenta Luca Buldorini – Osservate le date. Perché Messi nel 2015 rilascia l’autorizzazione a costruire sapendo che il contratto era  inficiato  dalla mancanza della garanzia fidejussoria?

La vicenda arriva in Consiglio regionale delle Marche – Cosa è accaduto durante tutti questi anni? Tutto tace ma Luca Buldorini non si ferma e la vicenda il 20 gennaio 2021 è arrivata in Consiglio regionale delle Marche con una Interrogazione presentata dal Consiglieri della Lega (Menghi, Marinelli, Biondi, Cancellieri, Antonini, Marinangeli, Serpilli e Bilò) con la quale si pongono tre domande cui l’INRCA ha dovuto rispondere.

1 – L’attività svolta dal 2009 a oggi da parte dell’INRCA in merito alla struttura P.O.R. INRCA di Appignano;

2 – Coma mai a oggi l’INRCA non ha rilasciato ancora nessuna polizza fideiussoria in ottemperanza dell’atto di vendita di cui sopra;

3 – Come, dal 2009 a oggi, l’I.N.R.C.A. garantisce la continuità assistenziale degli anziani della ex struttura P.O.R. di Appignano, con quali mezzi e con quali risorse.

Le risposte dell’INRCA

Risposta alla domanda n° 1: “…  (omissis) … Nel corso delle indagini preliminari condotte dall’INRCA, considerate le condizioni della vecchia struttura, risultò poco conveniente un intervento di consolidamento  e  si preferì procedere alla demolizione del complesso e alla sua ricostruzione. Nel 2009 (sono già trascorsi 7 anni dal 2002) si approva il progetto di demolizione (avvenuta nel 2010) e il progetto preliminare della nuova struttura. Passano gli anni e nell’agosto del 2016 (sono trascorsi 14 anni dal 2002) c’è il progetto esecutivo, l’anno successivo (febbraio 2017) c’è la gara di appalto, che nel giugno del 2018 viene aggiudicata; poi il contratto tra INRCA e le R.T.I. Costruzioni Giuseppe Montagna s.r.l. – Leoni srl – Ahrcos srl è sottoscritto il 18 dicembre 2018. L’inizio dei lavori è avvenuto l’1 febbraio 2019…”.

Appignano – INRCA inaugurazione del campo vuoto

Infatti  i lavori non possono iniziare perché… manca nel progetto l’adeguamento sismico, per cui leggiamo “… valutazioni sopravvenute a seguito degli eventi sismici che hanno colpito il territorio nel 2016 … si è dovuto decidere di adeguare la nuova struttura … con la conseguente necessità di sospendere i lavori (quali, quelli mai iniziati?) a partire dal giugno 2019 per consentire la redazione di una variante strutturale in corso d’opera, il cui progetto è stato validato in data 18 marzo 2020”. Intanto la Società Montagna Costruzioni di Pesaro, che avrebbe dovuto realizzare l’opera, ha depositato i libri contabili in Tribunale! Infatti l’8 settembre 2020 ha comunicato di non poter riprendere i lavori in quanto fallita. Per cui, leggiamo: “Nel dicembre 2020 si è proceduto al recesso del contratto d’appalto ed è stato di recente attivato formalmente l’appello dell’operatore economico classificatosi al secondo posto di cui si è in attesa di riscontro”.

Appignano – INRCA inaugurazione e passeggiata nel campo vuoto

Risposta alla domanda n° 2: L’INRCA non ha rilasciato nessuna fidejussione in quanto in seguito ad accordi fra le parti la Fondazione deliberò di modificare l’art. 3 del contratto di compravendita escludendo del tutto la garanzia fidejussoria”.

Commenta Luca Buldorini – “Dove sono i documenti che attestano questo? La delibera dell’Ente Falconi dice di cinque anni dal termine dei lavori. I membri dell’Ente Falconi, eletti su  fiducia del Sindaco Calamita, perché non fanno chiarezza documentale sull’affermazione data da INRCA a Regione Marche?

Risposta alla domanda n° 3: “ … (omissis) … Gli ospiti al momento assistiti e autosufficienti furono ricollocati in struttura adiacente sempre nel comune di Appignano e di proprietà della Fondazione, mentre i non autosufficienti, in regime di RSR, furono trasferiti in spazi disponibili presso l’ex ospedale di Treia…”.

L’importanza della fideiussione per gli appignanesi – A questo punto viene da chiedersi: “Che fine farà la polizza fideiussoria? Che fine farà il, quasi, milione di euro risarcitorio? Perché la Polizza è così importante?  Lo spiega Luca Buldorini: “Perché gli appignanesi, specialmente quelli socialmente più fragili, sono stati privati di 900mila euro, una cifra importante considerando che finora sono stati spesi dal Comune più di 345mila euro per i nostri anziani, dimenticando i non autosufficienti, rimasti completamente a carico delle famiglie con tutte le complicazioni di ordine materiale, economico e psicologico annesse e connesse. Se fossimo entrati in possesso di quella fideiussione non sarebbero stati usati fondi pubblici e avremmo ancora denaro in avanzo da destinare ai nostri cittadini che versano in condizione di fragilità”.

Che fine faranno le proprietà Falconi? – Qualche domanda legittima: Dove era la politica? Chi ha controllato? Certi accordi vanno seguiti passo dopo passo e non lasciati andare sulla fiducia: o hai la struttura, oppure hai il risarcimento! Ad Appignano non c’è né l’una né l’altro! Anzi, a questo punto è bene chiedersi, e la domanda è più che lecita: le proprietà Falconi, che fine faranno? Saranno incamerate tra i beni dell’INRCA così, con buona pace degli appignanesi e senza l’esborso di un solo centesimo?

Commenta Luca Buldorini“Non è dato conoscere quali siano i bilanci dell’Ente Falconi, né a noi, come opposizione, ma nemmeno al Sindaco Calamita come dichiarato dallo stesso in data 12 dicembre 2020. Come se non bastasse è grave il fatto di vendere a un’azienda (INRCA) che, davanti al notaio Sabatini, è rappresentata da Elda Melaragno che si qualifica come “Commissario Straordinario”: l’INRCA era sotto amministrazione controllata. A nessuno è venuto in mente di controllare i bilanci dell’INRCA? Eppure sono libera consultazione sul sito internet di questo Ente…

Fin qui il racconto della “Storia infinita” che non è fatto di sole parole in quanto, come avete letto finora, è supportato da documenti e perché il terreno incolto è sotto gli occhi di tutti e, ancora, perché la vecchia struttura è stata demolita.

Una nota: oggi, dopo i terremoti (ce ne fu uno anche nel 2009) e con il 110% la Casa di Riposo sarebbe stata completamente rimessa a nuovo e senza spendere un euro, invece è stata demolita nel 2010 senza che ci fosse già un appalto assegnato per la ricostruzione, avvenuto solo nel 2018, ben 8 anni dopo. Non si sente puzza di bruciato?

Mozione in Consiglio comunale – La questione che, secondo Luca Buldorini, potrebbe anche presentare risvolti penali, passa in Consiglio comunale con una Mozione presentata dal gruppo di minoranza “Su la testa Appignano” il 7 gennaio 2021, in cui si chiede di avviare un’azione risarcitoria a tutela dell’interesse pubblico, con la revoca delle deleghe dell’assessore al bilancio Osvaldo Messi, e del consigliere con delega ai rapporti con la Fondazione Falconi, Danilo Monticelli, ma il Segretario comunale non la ritiene ammissibile e la modifica, di sua iniziativa, in “interrogazione”: La differenza è sostanziale in quanto la Mozione prevede una votazione, quindi una presa d’atto responsabile, mentre l’Interrogazione solo una risposta. In pratica è un escamotage perché nessuno nella maggioranza vuole assumersi la responsabilità di fare chiarezza su una situazione che presenta molti lati oscuri e che vede coinvolti sindaci, assessori e amministratori dell’Ente Falconi, tutti paladini della sfera politica del centrosinistra.

Interpellato il Prefetto di Macerata – Il 29 gennaio 2021 Luca Buldorini torna alla carica con un nuovo comunicato stampa in cui afferma: “In Consiglio comunale il Sindaco Mariano Calamita, a chi vuole avviare un’azione legale civile, amministrativa e penale, anche risarcitoria, ha cercato di tappare la bocca lasciando affermare al Segretario Comunale che la nostra mozione era degradata in interrogazione. Degradata in interrogazione? E su quali basi essendo questo un atto sconosciuto all’attività della Pubblica Amministrazione, perciò palesemente illegittimo? Oltretutto l’intervento non è compito del Segretario Comunale ma sono i Consiglieri comunali ad avere il diritto d’iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del Consiglio comunale e che hanno, inoltre, il diritto di chiedere e di presentare interrogazioni e mozioni. I contratti ci sono per essere rispettati ed è evidentissimo che quello concernente l’INRCA non è stato rispettato! Ci domandiamo: Come si fa ad alienare un bene della Comunità senza pretendere alcuna garanzia? Volete sapere cosa è accaduto? Citiamo un documento della Fondazione Falconi scritto in risposta alla richiesta di atti e informazioni presentata dal capogruppo consiliare Luca Buldorini: “…Non è possibile consegnare copia della polizza fideiussoria di cui all’atto di compravendita tra questa Istituzione e l’Inrca di Ancona in quanto essa non è stata consegnata da Inrca”. Cioè: la polizza fideiussoria non esiste! E noi dovremmo abbassare i toni? In data 29 gennaio 2021 ci siamo ufficialmente rivolti al Prefetto di Macerata, spiegando dettagliatamente al Dottor Flavio Ferdani quanto accaduto in Consiglio comunale, al quale erano presenti i Carabinieri della stazione di Appignano”.

Arriva “Striscia la notizia” – La strana situazione di Appignano e la lungaggine della realizzazione della nuova struttura ha attirato l’attenzione dei media nazionali, con il conseguente arrivo di “Striscia la notizia” che, nel suo servizio, ha ascoltato alcuni cittadini e il Sindaco di Appignano Mariano Calamita. Riportiamo le risposte ottenute dall’inviata di Striscia alle sue domande nel servizio andato in onda il 30 gennaio 2021.

“Amici italiani ve lo giuro, era proprio qua e ora non c’è più niente. In questo enorme spazio vuoto c’era la casa di riposo di Appignano, in provincia di Macerata. Ma che fine ha fatto? (Un cittadino): È stata demolita perché non era più agibile – (un altro cittadino): È arrivati con certe ruspe, o con certe… e in un po’ di giorni… – (l’intervistatrice): Ma lei se la ricorda? – (il cittadino): E come… ci sono stati i miei genitori quando c’era l’Inrca qui – Poi la giornalista racconta brevemente la storia dell’Ente Falconi e cita un documento del 27 settembre 2012 in cui il Sindaco Osvaldo Messi afferma: Mi preoccupa ancora di più che la proprietà è dell’ente, l’ente è l’Inrca, l’Inrca ha demolito e non abbiamo più niente, non abbiamo né immobile, né soldi, né polizza.

Commenta Luca Buldorini – Formulo una domanda  a Osvaldo Messi: A questo punto, presa consapevolezza della storia, lei cosa ha fatto? Come è intervenuto in merito?

L’inviata di Striscia dice che in conseguenza della situazione il Comune di Appignano deve mandare i suoi anziani nelle strutture limitrofe con un costo di 50mila euro al mese. Interviene un cittadino: Ho chiesto al Comune di Montefano… (l’inviata): E quanto le ha chiesto? (il cittadino): Siccome mia mamma non è residente nel comune di Montefano e non è autosufficiente, 1.450 euro al mese! – Il servizio passa a far vedere l’unica struttura presente ad Appignano: “Che può ospitare solo 8 anziani, però autosufficienti. E ci dicono che nel pomeriggio non ci sia neanche il presidio sanitario” – La giornalista si rivolge al Sindaco Calamita: “Per la vicenda della Fondazione Falconi c’è chi stima un danno erariale di 2milioni di euro…”

Il Sindaco Calamita a Striscia la Notizia

(il Sindaco): Faccio solo due numeri, l’atto di compra-vendita parte da 898mila euro nel 2005,  siamo  arrivati a un appalto fatto dall’INRCA di 7milioni di euro a base d’asta, quindi in queste due cifre c’è tutto il lavoro negoziale che è stato fatto dai sindaci che mi hanno preceduto dal 2002 fino a oggi, quindi la notizia bella che posso dare qual è? È che l’INRCA attraverso l’ufficio tecnico ha fatto un sopralluogo con la seconda ditta in graduatoria, dato che la prima ditta è fallita, l’INRCA ha 60 giorni per verificare tutte queste certificazioni, se tutto va come deve andare ed è previsto dal codice degli appalti, fra due mesi, il nostro augurio è che riparta il cantiere dell’Inrca con la seconda ditta arrivata in graduatoria. (La giornalista): Anche perché il prossimo anno si festeggiano i 20 anni dal fattaccio e quindi alcuni protagonisti di questa vicenda a questo punto hanno loro bisogno di una casa di riposo”.

 Commenta Luca Buldorini – “Il lavoro negoziale fatto dai Sindaci?” Qui c’è una contraddizione perché oggi Calamita afferma che… nulla può il Comune!” continua e termina  nella 3^ parte  

16 dicembre 2021  

 

 

 

 

 

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