“Ezio, generale romano”, il secondo libro del romanzo storico di Giuseppe Sabbatini

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Dopo il precedente libro sulla vittoria del generale romano Ezio, contro gli Unni guidati dal terribile Attila, nella battaglia dei Campi Catalaunici, Giuseppe Sabbatini ci riprova con il suo nuovo romanzo storico, “Ezio, generale romano”, ripartendo proprio dal campo di battaglia coperto di cadaveri e di sangue, con i reduci di ambo le parti che rientrano, provati e stravolti dal massacro, negli accampamenti.

I capitoletti del libro ora si susseguono come in un film, con rapide sequenze sui principali interpreti. Si inizia con il protagonista, il Magister utriusque militiae Ezio, anch’egli spossato, che rivede i frame della battaglia, ne analizza lo svolgimento, comprende qual è stato il fattore decisivo. Poi va oltre, da buon stratega pensa al futuro, a come si dovrà comportare con gli alleati e, soprattutto, tornando a Ravenna, con l’Imperatore Valentiniano III.

Poi c’è lo sconfitto Attila che teme un attacco dei romani al suo accampamento per finirlo e, vedendo che ciò non accade, fugge precipitosamente covando pensieri di vendetta. È quindi la volta del “nostro” Terenzio da Ricina, che ha il pensiero rivolto alla sua casa, alla bella moglie Lavinia e medita di chiedere una licenza a Ezio per intraprendere la strada del ritorno verso i suoi cari.

La scena cambia e siamo a Ricina. Qui la vita scorre tranquilla ma c’è preoccupazione per le  traballanti sorti dell’Impero, qui Lavinia e Pertinace, il vecchio padre di Terenzio, attendono quelle notizie che mancano da tempo. Un rapido flash su Lavinia che lava i panni sul fiume osservata da loschi figuri: una immagine che nulla di buono lascia presagire.

Altra inquadratura è riservata a Valentiniano III, figlio di Galla Placidia, incapace di reggere le sorti dell’Impero, più dedito alla lussuria che a una saggia e accorta amministrazione. Il quadro è delineato, i personaggi sono pronti così come le varie scene ma su tutto incombe misteriosa e minacciosa l’ombra di Lupus, il traditore che, sfuggito alla carneficina della battaglia, si dirige verso Massilia, oggi Marsiglia.

Qui ci fermiamo, gli elementi ci sono tutti per il prosieguo del romanzo: il fil rouge è la vera storia di un Impero che sta crollando, con personaggi realmente esistiti e con le loro azioni. Le vicende s’intersecano narrando una società divisa, come è sempre accaduto e ancora oggi accade, tra potenti, malfattori, brave e oneste persone, povera gente.

Può mutare il contesto storico ma l’essere umano resta sempre lo stesso, con i suoi vizi e le sue virtù, forse un po’ più consapevole (ma non troppo) oggi, grazie a una più diffusa cultura.  Questo l’autore lo sa, anche grazie alla sua esperienza di avvocato, e ne fa un ottimo utilizzo per imbastire un racconto che sa molto di storia ed è piacevole da leggere. La copertina e le illustrazioni nelle pagine interne sono a firma di Lorenzo Sabbatini.

Fernando Pallocchini

10 marzo 2022    

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