Raid Pechino-Parigi: 100 anni dopo Itala ci riprova ed è ancora leggenda (3^ puntata)

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Seconda parte – 15mila km da Parigi a Pechino – Parigi, 20 luglio 2007, la nostra avventura, l’avventura dell’Itala di ripercorrere lo storico raid del 1907 inizia. Siamo arrivati a Parigi il 13 luglio dopo una festa augurale in IVECO, sponsor del viaggio, la sera dell’11, con giornalisti, corrispondenti della stampa estera e l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne. C’è una novità tenuta rigorosamente segreta fino all’ultimo: abbiamo con noi una Fiat 500, tutta arancione con il logo Overland, l’ultima nata di casa Fiat. Accompagnerà l’Itala fino a Pechino, quasi un passaggio di testimone tra la signora di un secolo fa e la bamnassaggio di testimone tra la signora di un secolo fa e la banbina di oggi, la tecologia italianabina di oggi, la tecnologia italiana di un secolo fa e la tecnologia italiana di oggi.

Siamo partiti da Torino diretti a Parigi passando per il valico del Piccolo San Bernardo. Di lì passò Borghese rientrando in Italia dopo la conclusione del raid. Sosta per la notte a Moutiers, siamo nel cuore dei grandi complessi sciistici della Francia. Ripartiamo osservando il paesaggio intorno a noi: grandi campagne, allevamenti e fattorie. Ci colpiscono le autostrade, più gradevoli di aspetto, meno impattanti nell’ambiente, meno barriere e meno cementificate che da noi. Si adagiano nel paesaggio, una piccola barriera al centro tra le due carreggiate e basta, nulla ai lati se non il verde della campagna circostante. I nostri politici hanno inventato la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) ottenendo un risultato disastroso.

La Itala in viaggio

A Parigi ci fermiamo in un sobborgo. L’ingombro dei nostri mezzi non ci consente di andare in un albergo in centro. Sarà così per tutto il viaggio, dovremo sempre fermarci nelle periferie delle città. Diamo una definitiva sistemata ai mezzi. È sempre così quando si parte, ogni volta c’è bisogno di sistemare ancora qualcosa, e poi via verso Londra dove ci aspetta il Reale Automobil Club. Passiamo la Manica sul traghetto, il tunnel sarà moderno e veloce ma la visione delle “Bianche scogliere di Dover” è sempre affascinante.

A Londra l’Itala viene esposta nel salone del RAC. Questo Automobil Club è una sorpresa per noi. È un vero Club, con sale di ritrovo, bar, ristorante, alle pareti quadri e foto della storia dell’automobilismo britannico e mondiale. Vetrine con coppe, targhe e sul tappeto del salone centrale, dove ora è l’Itala, è sempre esposta una vettura di prestigio, storica o attuale. Completamente diverso dal nostro ACI che  è invece solamente una struttura burocratica. Naturalmente nel Club si entra solo in giacca e cravatta, una eccezione è stata fatta per noi, ammessi nella nostra divisa con la maglietta Overland. Dopo la conferenza stampa e il rinfresco ci concediamo un giro turistico per Londra. Per curiosità andiamo anche a vedere il ponte “Dei frati neri” uno dei misteri della recente storia italiana. Al mattino dopo ancora una sveglia presto per poter andare in centro, dove si entra solo fino alle 8, per riprendere la nostra Itala e ripartire per Parigi.

La Itala a Parigi

Anche qui siamo attesi dall’Automobil Club di Francia. È in uno storico palazzo in Place de la Concorde di fianco alla sede della FIA la Federazione Internazionale dell’Automobile. Il pensiero corre all’inchiesta che qui si svolgerà tra pochi giorni per la storia dello spionaggio industriale a danno della Ferrari. Pure questo Club ha l’aspetto di quello inglese, sale di ritrovo, ingresso solo con giacca e cravatta, alcune sale rigidamente riservate ai soli soci. L’Itala è esposta davanti all’ingresso e vi rimarrà fino alla partenza del mattino dopo.

Purtroppo qui ci aspetta una sgradita sorpresa. Al mattino entriamo per la conferenza stampa e il rinfresco, ma alla sera per la cena, avendo solo la maglietta di Overland non ci viene permesso di entrare. Entra solo Beppe Tenti che riesce a recuperare una giacca e una cravatta. In tanti anni di viaggi con Overland non ci era mai successa una cosa come questa. Tra di noi i commenti malevoli sui francesi naturalmente si sprecano. Lasciamo Parigi diretti verso il Belgio su strade normali. (continua)  

Gianni Carnevale

16 luglio 2022

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