Santi e contrade dimenticate: chi è Santo Tossano, presente nel territorio maceratese?

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Confesso che attraversare certi luoghi mi suscita sempre una strana sensazione, come se stessi tornando indietro nel tempo, come se quei luoghi, adesso vuoti, fossero impregnati di emozioni lasciate dagli uomini di un tempo. Scendendo da Corridonia per via Piana, si costeggia Villa Fermani (l’antico “fundo Salliano” o “Sejano”?) per poi trovarsi sulla sinistra Castellano (nome che dice tutto sul suo antico passato), per avviarsi lungo la SS 33 e giungere dopo pochi minuti in contrada di San Tossano nel comune di Monte San Giusto. Sul luogo sono presenti solo alcune case che di certo non fanno pensare a niente di antico. Anzi sembra proprio, come accade spesso, che in passato nulla vi sia stato. Ma chi sarà mai questo San Tossano?

Premesso che la contrada nelle vecchie carte IGM viene indicata come “San Tòsano”, con una “s” in meno, facendo una normale e veloce ricerca, nessun santo o beato si trova: né il solito “Santi e Beati”, né testi antichi come il “Catalogus sanctorum Italiae” (1613) del Ferrari, l’ “Acta Sanctorum” (1643) del Bolland, o il “Martyrologium” (1576) del Mauro, lo citano minimamente. Ma allora chi è?

Cercando più approfonditamente salta fuori che San Tossano è addirittura il compatrono di Monte San Giusto insieme con la Madonna Incoronata e ovviamente San Giusto, in onore del vescovo di Vienne (Francia) che alla fine del IV secolo si narra abbia visitato il paese; la “plebs Sancti Iusti” viene citata per la prima volta nella carta farfense del 947. San Tossano si festeggia il primo giugno e in quella data il comune di Monte San Giusto organizzava una importante fiera, almeno dal XIV secolo.

Esaminiamo le poche certezze che esistono sul santo. In due pergamene fiastrensi datate 1213 e 1252, relative a lasciti testamentari, tra i vari beni risultano proprietà nel fondo San Tossano: quest’ultimo è stato individuato da eminenti studiosi nella zona dell’attuale Villamagna ma se invece fosse la nostra contrada San Tossano di Monte San Giusto? In fondo la distanza tra le due località è solo di una decina di chilometri e, inoltre, se fosse esistita un’altra contrada San Tossano nella zona di Villamagna, bisognerebbe dedurre che questa poi sia completamente scomparsa dalla toponomastica.

La disquisizione non è di poco conto perché sposterebbe le prime notizie su contrade e forse chiese di San Tossano all’inizio del XIII secolo. Torniamo alle certezze. A Sefro nella frazione di Agolla esiste ancora una chiesa “San Theosani de Avolla” e il santo è addirittura il patrono di detta località. Le pareti della chiesa erano coperte di affreschi votivi pressoché tutti scomparsi. Molto interessante la presenza degli ex voto che dimostrano la devozione in antichità verso questo misconosciuto santo. Il primo documento riguardante la chiesa è del 1300 ma sicuramente la sua costruzione è precedente e l’attuale aspetto la fa risalire al XV secolo. Nella chiesa il santo è rappresentato in una tavola con pittura a tempera, attribuita ad autore di ambito marchigiano, raffigurante la Crocifissione (“Crocifissione di Cristo con la Madonna, San Giovanni Evangelista, San Tossano, donatore e angeli della Passione”, 1490-1499): un uomo di una certa età in ginocchio in abiti sacerdotali, con in mano un libro e una palma raffigurante il martirio. Attualmente la tavola è esposta nella mostra MARec a San  Severino.

Sefro – dipinto con San Tossano

Altra e unica chiesa del XIV secolo dedicata al santo è quella di Esanatoglia intitolata ai “SS. Martino e Tossano”. Va fatta comunque una precisazione poiché questa chiesa viene indicata come parrocchia dei santi Anatolia e Martino: nel catalogo dei Beni Culturali viene invece classificata con titolazione, come detto, ai “SS. Martino e Tossano”. Del resto a Esanatoglia esiste una località Santo Tossano dove c’era una chiesa a lui dedicata. Forse la chiesa fu soppressa e il culto fu portato nella citata chiesa di S. Martino. Molto probabilmente saranno esistite altre chiese ma non hanno resistito al tempo e forse all’oblio del nostro santo.

Invece ad Atri in Abruzzo la cattedrale di Santa Maria Assunta conserva un frammento di un affresco murale raffigurante il santo come un vecchio in abito cistercense; l’opera di anonimo abruzzese si colloca tra il 1450 e il 1524 (classificazione Federico Zeri).

Atri – affresco con San Tossano

Ma torniamo a Monte San Giusto. Nella Collegiata di Santo Stefano è presente un dipinto raffigurante la Madonna di Loreto, San Giusto e San Tossano. In questa opera del 1781 di Domenico Rozzi, il santo è raffigurato come un giovane adolescente dai tratti poco marcati con una divisa da soldato romano e la palma del martirio. Dalle pochissime notizie e dalle raffigurazioni si può dedurre che San Tossano sia stato un martire, un soldato romano, forse vittima di qualche persecuzione, che pagò con la vita la sua fede; probabilmente un giovane come nell’opera di Monte San Giusto, più che un anziano o uomo maturo (non certo un monaco) delle altre rappresentazioni. Il fatto che le uniche tracce del culto che ci sono pervenute sono nelle Marche (precisamente nel maceratese) e in Abruzzo, potrebbe far ipotizzare che, se mai esistito, sia stato martirizzato in queste zone, come a esempio San Marone a Civitanova.

Monte San Giusto – dipinto con San Tossano

La cosa strana per un martire dei primi secoli è che non si riescano a trovare tracce del suo culto antecedenti al XIII-XIV secolo. Invece molto interessante è la notizia relativa alla chiesa di Santa Maria Patrignolo di San Severino. Nella visita pastorale del 1587, il primo vescovo di San Severino Orazio Marzani visitando la sperduta chiesa ordinò che venissero tolte due immagini di San Tossano perché non figurava nel catalogo dei santi, precisando testualmente che la sua venerazione era dovuta solamente alla superstizione.

Le proprietà taumaturgiche del santo sono davvero singolari: protettore contro la tosse e in questo caso si può ben ipotizzare che molto abbia giocato l’assonanza tra la malattia e il nome Tossano! Della tosse si annoverano altri “più famosi” protettori come San Rocco di Montpellier, San Biagio e la Madonna stessa. Anticamente con tosse si definivano diverse malattie che avevano come sintomi questo disturbo: bronchiti, allergie varie, raffreddori, infezioni della gola, fino a tubercolosi e pertosse. E forse proprio contro quest’ultima, che colpiva spesso i bambini con decorsi gravi fino a condurli alla morte, che i fedeli chiedevano protezioni ai santi.

Contrada San Tòsano

Ritorniamo all’antica contrada di Monte San Giusto citata come “fundo S. Tossani” già nel 1340 ai tempi di Benedetto XII. In essa era presente una chiesa dedicata al santo che ovviamente dava il nome alla località; quindi una nuova citazione del luogo in un registro catastale del XIV secolo. È probabile che anticamente insieme alla chiesa fosse presente un piccolo villaggio, anche debolmente fortificato. Per qualche motivo, forse solamente per il processo di “incastellamento”, gli abitanti si spostarono in San Giusto e la chiesa rimase sola nella contrada. Da registri del XVIII secolo l’edificio religioso risulta “diruto” a dimostrazione che ormai non si officiava più nella chiesa e poi pian piano, come spesso accade, sopraggiunse anche l’oblio completo. Voglio concludere con una invocazione, non ironica, ma pregna di fede: “San Tossano, se ci sei, batti un colpo!”

Modestino Cacciurri

23 novembre 2022

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