Oddino Sileoni, agguerrito sostenitore della Mail Art, l’arte che viaggia per posta

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La Mail Art, come la intende Oddino Sileoni (per gli amici “Dino”), che nelle Marche, e ora a Brescia, è uno dei sostenitori più agguerriti e perseveranti di questa specialità artistica, è una forma ininterrotta di corrispondenza, ma non generica, bensì accuratamente stabilita, nero su bianco, rivolta ad altri amici mailartisti come lui.

Si dovrebbe far caso alle date delle varie edizioni, che forse ci sono a fronte di ogni “documento” per far sì che diventi anche una forma diaristica di memoria. Nei disegni e nei quadri di Sileoni ci sono i ritratti di amici come Cesare o Alfonso, oppure la foto di suo suocero, o di un personaggio di Pioraco che “viene da Fiuminata a piedi”. O anche l’effige di “Antò de lu Cuccu” che ripetendo il suo saluto militare si sente ancora avvolto dalla divisa di un tempo.

Ma le buste stesse, entro cui viaggiano questi messaggi di Sileoni, disegnate di fantasia oppure“dal vero”, non sono sterili contenitori, in esse aleggia la sua poesia, che egli stesso definisce“una piroga che va per l’orizzonte tra onde ostili e con il vento in prua”, tra un disegno di “un olmo italiano”, e un altro “albero da salvare”, accanto a un verso di Giuseppe Ungaretti che recita così: Da nessuna parte del mondo mi posso accasare, con l’aggiunta che “mi porto appresso il mio paesaggio maceratese, il ricordo delle colline  e il fondovalle del Chienti quando si va da Macerata verso Foligno”.

Chi volesse capire che cosa si intende per Mail Art dovrebbe a sua volta seguire il tracciato dei voli di Sileoni con la sua stessa perseveranza fascicolo per fascicolo, lettera per lettera, cartolina per cartolina, disegno per disegno, articolo per articolo (Sileoni oltre che artista visivo può considerarsi anche giornalista, corrispondente di se stesso, filosofo, poeta, libero pensatore e tante altre cose che gli potrebbero  capitare di essere). Come si vede una forma d’arte molto fluida e vagante. Ma a legare il tutto è la fantasia, la idea che a sovraintendere sia sempre e comunque l’arte, il sentimento che la ispira, le scene che la contengano come sul palcoscenico di un teatro mobile. Il cambio di scene è imprevisto e rapidissimo!

Caro Dino, grazie ancora di questa tua corrispondenza che ha la forza di confondere e scardinare la visione di chi scrive, resa sclerotizzata dagli anni e da una stasi imposta da tutto ciò che sta capitando. GRAZIE e a presto!

Lucio Del Gobbo

24 gennaio 2023

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