Le patate cotte sotto la “cénnera” fanno parte delle nostre antiche tradizioni culinarie

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Nei giorni scorsi sono rientrato nella vecchia casa dei miei nonni e, arrivato avanti al camino, mi sono bloccato e si è riacceso improvviso il ricordo dei giorni felici che da bambino trascorrevo il quel luogo.

La rola, così veniva chiamata quella postazione dove tutta la famiglia si ritrovava: era molto grande sia nelle case di campagna che in quelle del paese. Era luogo di riscaldamento, era la cucina, era il salotto. Non c’era in casa la televisione e tutti si sedevano avanti al camino fumante. Noi bambini ascoltavamo i racconti mentre il nonno portava la legna da ardere: i torcoletti (ndr: li trucculìtti)). Nonna ravvivava il fuoco e ammucchiava la preziosa cenere infuocata che le serviva per approntare una cena frugale. Le patate cotte sotto la cenere erano un pasto desiderato e gustoso.

Sarebbe bello se questo mio racconto avesse la forza di spingere qualcuno, in questi giorni freddi in cui il camino resta acceso per molte ore, a cuocere le patate sotto la cenere come si faceva un tempo. Sarebbe una bella esperienza soprattutto per i più piccini. Nei ricordi di molti nati e vissuti avanti la “Rola”, dovrebbe essere ancora riconoscibile l’odore che sprigionavano i cibi cotti sotto il camino.

Le patate la facevano da padrone, cotte lentamente per poi essere estratte dalla cenere un po’ bruciacchiate e ancora roventi, tanto da scottare le mani. Come non avere ancora avanti agli occhi quei tuberi con la pelle annerita, bollenti e morbidi da mangiare lì davanti al fuoco? Quella con la cenere era una cottura spartana, le patate a quel tempo non si avvolgevano nella carta stagnola come si fa oggi, bensì si mettevano in un angolo sul piano del focolare e si coprivano di cenere con sopra la brace, che si aggiungeva un poco alla volta per tenerla ben rovente… Si doveva aspettare a lungo prima che fossero cotte: qualche ora. Tanto ci voleva ed era quasi un esercizio di pazienza! Quante volte recandomi dalla nonna, dopo aver giocato al freddo, le trovavo pronte sul focolare! Aspettavo con trepidazione il momento in cui lei con le punte della forchetta le saggiava per verificarne la cottura per poi darcele: come erano buone!

Mi viene ora in mente anche un altro fatto… che quando, in giorni rarissimi, si mangiavano le arance, si mettevano le bucce vicino al fuoco e il profumo che se ne sprigionava invadeva tutta la cucina. È uno dei ricordi più belli della mia infanzia. Sotto la cenere e la brace si cuocevano anche delle piccole pizzette fatte sia con la farina, che di polenta, avvolte nelle foglie di broccolo. Sapori mai più sentiti…

Forse chi legge quanto ho scritto può pensare che siano state cose povere, quasi miserevoli, ma per noi bambini e bambine era una festa, era una cosa diversa, che ci ha segnato con un ricordo fatto di calore, sapori e odori, che non si dimentica. Queste patate cotte sotto la cenere si pulivano spazzolandole approssimativamente con le dita e si mangiavano in compagnia. Mi piacerebbe farlo ancora:  le patate le ho ma… mi manca il resto!

Alberto Maria Marziali

8 febbraio 2023

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