Quando l’arcivescovo di Fermo mons. Perini fu definito “Scriàto” da una contadina

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A mons. Attuoni nel 1941 successe come arcivescovo fermano mons. Norberto Perini (Carpiano 1888 – Rho 1977), il quale era fisicamente minuto, dall’aspetto gracile e apparentemente malaticcio. Allorché per la prima volta si presentò ai coloni di San Claudio, quelli insediati sui fondi agricoli che facevano parte della cosiddetta Mensa arcivescovile, una contadina rimase molto impressionata dall’aspetto gramo e d’incerta salute del prelato e se ne mostrò intenerita e preoccupata insieme con una sua vicina, da dire: “Mamma mia! quistu véscu a vvedéllu è ttando scriàtu, adè u’ scurpìcciu, puritti nu’: dev’èsse’ che lu Papa ce l’ha distinatu per fàllu murì ècco (Mamma mia! questo vescovo, a vederlo, è tanto sparuto, è una buccia di acino d’uva, poveri noi: dev’essere che il Papa ce lo ha destinato per farlo morire qui!)!”

Pare che mons. Perini udisse con le proprie orecchie ben tese la commiserazione e il pronostico iettatorio della contadina, ma fece finta di nulla. È da ritenersi però più probabile che gli venisse riferito in seguito, e magari per complimento. Fatto sta che trent’anni dopo il suo insediamento e cioè nel 1970, lo stesso arcivescovo, che aveva ormai 83 anni, in una riunione dei dipendenti della Mensa di San Claudio, indetta per salutare tutti prima della sua dimissione per età dall’incarico, arguto com’era,  con un divertito sorrisetto sulle labbra, cominciò così il suo discorso: “Trent’anni fa ero venuto a morire qui, tra voi: così pare che volesse il Papa ma il Signore Iddio non pensò allo stesso modo…”.

Claudio Principi

26 marzo 2023

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