Artista maceratese sconosciuto ai più: Fedele Bianchini, scultore allievo del Canova

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Fedele Bianchini chi era costui? parafrasando il don Abbondio di manzoniana memoria. Ebbene “costui” è stato un valente scultore allievo del Canova. E dico poco… per rendersi conto della sua maestria basta recarsi al cimitero di Macerata per ammirare alcune sue opere: plasticità, gestualità, composizione armoniosa, rifiniture finissime da rendere quasi tangibile la morbidezza delle vesti e dei corpi.

Fedele Bianchini – scultore

Fedele nacque a Macerata il 27 ottobre 1791, figlio dell’agrimensore comunale Saverio e di Petronilla Bottoni. Studiò scultura a Roma sotto la guida di Antonio Canova e di Antonio Camuccini. Trascorsi dieci anni fece ritorno nella città natale dove aprì un suo studio; quando a Macerata fu istituita una cattedra di belle arti egli fu nominato professore di plastica e di scultura. Insegnò a titolo gratuito. Contemporaneamente, siamo nel 1828, fu eletto membro della Commissione ausiliaria di belle arti. Nel 1834 sposò Vincenza Prosperi; fu grande amico di Francesco Puccinotti; amministrò i fondi rustici nel maceratese per conto del Collegio di Spagna in Bologna; fu vicepresidente della Società di Agricoltura e Industria di Macerata. Rese l’anima a Dio il 19 dicembre 1857 in Macerata.

Le opere

Nella Università di Macerata è presente una lapide di pietra tenera col ritratto di Nicola Giannelli; eseguì un monumento sepolcrale commissionato dal conte Marcello Gallo per il cimitero di Amandola e, nel cimitero di Macerata, un bassorilievo per Chiara Accorretti-Rossi. Fra i ritratti modellati e realizzati poi in marmo ricordiamo quelli di Valerio Ciccolini-Silenzi, di Pantaleone Pantaleoni, di Domenico Pianesi e di Maddalena Spada Tornaboni. Un ritratto in marmo del Papa Gregorio XVI fu commissionato dal Comune di Macerata, oggi presente nella Biblioteca civica; per il Museo del Risorgimento realizzò una copia perfetta della testa di Napoleone del Canova. Per Ancona realizzò tre colossali busti di Pio VII, Leone XII e di San Carlo Borromeo. A Maiolati Spontini è suo il monumento dedicato a Gaspare Spontini mentre a Iesi c’è una ben modellata statua raffigurante l’Ingegneria, per la tomba dell’architetto Paolo Salvati. Nella cattedrale di Ripatransone troviamo un San Gregorio e nella chiesa dell’Immacolata Concezione una statua della Madonna, oltre a tre bassorilievi con Profeti. A San Severino Marche, nel giardino di Villa Collio ci sono due suoi putti.

Fedele Bianchini – stele funeraria N. Niccolai

Abbiamo lasciato per ultimo il monumento realizzato in memoria di suo padre in tre blocchi: in basso una scritta funeraria, nel mezzo un raffinatissimo bassorilievo con due figure rappresentanti la Geometria e l’Agricoltura (ricordiamo che era un agrimensore comunale) e in alto la testa realizzata a tutto tondo del suo genitore. Questa opera è stata sempre presente nella chiesa maceratese dedicata a San Giovanni, fino a quando, recentemente è finita nel “dimenticatoio” per uno strano senso del restauro. Già. Perché questa stele funeraria non è stata ritenuta idonea alla nuova veste della chiesa, mentre le due statue donate dai cinesi sì.

Fedele Bianchini – stele funeraria del padre

Un dono va sempre accettato ma… passi Padre Matteo Ricci, l’altro personaggio non è un santo, è solo un convertito. Forse sarebbe stato più giusto dare a queste due statue spazio nel museo sottostante alla Basilica della Misericordia, insieme ai pregevoli argenti realizzati da prestigiosi maestri orafi, accanto ai bozzetti ideati da Amerigo Sesto Luchetti, dal Cantalamessa, dal De Angelis e, magari, accanto al pregevole monumento opera dello scultore maceratese Fedele Bianchini, realizzato in ricordo del suo genitore.

Fernando Pallocchini

21 dicembre 2023

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