“In punta di penna” una ricerca di Eno Santecchia: chi ha scritto su e da Caldarola (1)

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Ho voluto sviluppare questa mia idea (autolesionista) per ricordare e rendere merito a chi ha scritto qualcosa su e da Caldarola (MC), senza trascurare le tipografie. Ringrazio per la collaborazione Vittore Ciccotti, appassionato di storia locale, Rossano Cicconi, di Tolentino, apprezzato ricercatore d’archivio e il disponibile Raoul Paciaroni storico di San Severino Marche. Oltre a Cicconi e Paciaroni ha scritto molto su Caldarola anche il compianto don Antonio Bittarelli, direttore del settimanale “L’Appennino Camerte” di Camerino. Vittore Ciccotti ha una fornita libreria di storia locale, comprendente anche libricini di poche pagine, opuscoli, numeri unici, estratti, riviste e calendari: materiale documentario di non facile reperibilità. Gli argomenti più ricorrenti riguardano il castello dei conti Pallotta, il beato Francesco Piani, nato a Caldarola ma vissuto nel convento di Colfano (Camporotondo di Fiastrone), i pittori della scuola caldarolese, e l’opera d’arte la “Madonna del Monte” che si trova nell’omonima chiesa sita in piazza Vittorio Emanuele II. A questa tavola di olivo, dipinta da Lorenzo D’Alessandro di San Severino Marche, i fedeli caldarolesi sono particolarmente devoti. Se n’è scritto in pubblicazioni un po’ meno conosciute, tuttavia l’attività della concia delle pelli, secondo gli storici introdotta nella metà del 1500, divenne fiorente nel Settecento.

Raoul Paciaroni è uno studioso di San Severino Marche che fin dal 1969 si è dedicato allo studio della storia delle Marche e in particolare della sua città natale, iniziando a scrivere articoli prima per il settimanale diocesano “L’Appennino Camerte” (allora diretto da Angelo Antonio Bittarelli), e via via sempre su giornali più qualificati e importanti fino alle più prestigiose riviste di storia e di arte. Sono pertanto molti anni che Paciaroni ricerca con meticolosità e illustra con competenza fatti rilevanti, personaggi illustri, capolavori d’arte. Se le secolari vicende di San Severino sono state la materia più studiata, non mancano interessanti saggi anche sulla storia economica, sull’arte e il folklore della provincia maceratese e più in generale della regione Marche. I suoi studi scientifici (www.raoulpaciaroni.it/pubblicazioni.php) contano ormai oltre 250 titoli e tutti, dai più brevi ai più ponderosi, sono densi di documenti e di richiami bibliografici e in essi non mancano importanti accenni a Caldarola. Da quanto mi ha riferito il suddetto Paciaroni posso riportare quanto segue. “La bibliografia relativa a Caldarola non è copiosa perché non ci sono stati molti studiosi locali che si sono dedicati a tramandare le più importanti vicende del paese (fatta eccezione per Girolamo Barlesi nell’Ottocento e Rossano Cicconi nel Novecento) e perché gli archivi storici dove erano conservati i documenti sono in gran parte andati dispersi. Per ovviare a queste mancanze può essere utile esaminare le storie dei paesi vicini (Camerino, San Ginesio, Tolentino, San Severino Marche, ecc.) che hanno avuto frequenti rapporti politici ed economici con Caldarola e che pertanto conservano nei loro archivi e nelle loro memorie tracce relative al nostro paese”.

Vediamo alcuni testi

Gli statuti di Caldarola “Statutorum iurisq. municipalis ecclesiasticae terrae Caldarolae” furono stampati a Macerata, nel 1586, da Sebastiano Martellino. Dopo averli tradotti dal latino, l’1 settembre 1985 padre Francesco Cardinali, frate minore del vicino convento di Colfano, li fece ripubblicare in italiano. Girolamo Luigi Barlesi nato a Caldarola il 24 febbraio 1774, divenne canonico e lasciò un manoscritto che nel 2003 fu stampato a cura di Rossano Cicconi. Si parla delle origini della famiglia Pallotta, di Caldarola e degli uomini illustri; aveva raccolto varie memorie notabili annotate nei registri presenti negli archivi delle chiese caldarolesi. Alcuni eventi li aveva vissuti direttamente. Del Barlesi Rossano Cicconi mi ha scritto: “Girolamo Barlesi (1774-1849), canonico della Collegiata di San Martino di Caldarola, ha lasciato un manoscritto pubblicato con il titolo di “Memorie” da Rossano Cicconi su iniziativa di quel Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata nella persona dell’On. Roberto Massi Gentiloni Silverj nel 2003 in un volume di oltre 400 pagine. Si tratta di uno scritto composto nel triennio 1816-1818, con riprese e aggiunte successive, suddiviso in 5 sezioni da lui chiamate “opuscoli” e dedicati rispettivamente alla famiglia Pallotta, alla storia di Caldarola, a notizie diverse, ai caldarolesi illustri, all’epopea di Giuseppe Vanni, uno dei capi dell’insorgenza antifrancese.  continua

Eno Santecchia

10 gennaio 2024

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