Ad Appignano vento forte e le banderuole impazzite fanno giravolte improvvise

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“Clamoroso il cambio di casacca di Mariano Calamita, sindaco di Appignano in quota Centrosinistra, addirittura schierato contro il nostro Sandro Parcaroli alla presidenza della Provincia di Macerata e candidato alle ultime elezioni politiche con Azione. Dopo averne dette di ogni contro il Centrodestra e la Lega, ora è stato indicato come candidato da Forza Italia per le comunali di Appignano. Una scorrettezza politica nei confronti degli alleati di Centrodestra, che non sono stati minimamente tenuti in considerazione, e uno sfregio alla città che, dopo questi ultimi cinque anni, merita di avere candidati a Sindaco che amano il territorio, non la poltrona. Chissà cosa ne pensa il PD!”

Così il segretario provinciale e vice regionale della Lega Luca Buldorini commenta l’annuncio di Forza Italia sull’appoggio alla candidatura bis per Appignano del sindaco uscente Calamita e l’ingresso nel partito del vice sindaco Stefano Montecchiarini e del consigliere delegato Rolando Vitali.

“Mentre alcuni sprecano il loro tempo a piantare bandierine per una poltrona in più, la Lega preferisce occuparsi del presente e del futuro della città – sottolinea Buldorini – Infatti il gran lavoro fatto per Appignano dalla filiera di governo Lega alla guida della Provincia e dell’assessorato alla Sanità, è sotto gli occhi di tutti, e siamo certi che i cittadini sapranno scegliere tra chi fa e chi chiacchiera soltanto. La sterzata di Calamita, Montecchiarini e Vitali verso il Centrodestra non è certo inaspettata – dichiara il leghista – e viene quasi da pensare che sia una mossa studiata per accaparrarsi impropriamente i meriti del lavoro che la Lega sta portando avanti, dall’apertura del Punto Salute, al ritorno della residenza riabilitativa Inrca, oltre ai chilometri di strade messe in sicurezza dalla Provincia. Affronteremo le elezioni amministrative con la serenità di chi sa di aver lavorato con serietà e dedizione a vantaggio del territorio, senza badare a interessi personali né di partito – conclude – non tutti potranno fare altrettanto”.

14 marzo 2024

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